Nel tragitto verso casa, Magnus non disse una parola. Alec trovava quel suo silenzio molto strano, ma non aveva il coraggio di romperlo. D'altronde, forse non era neanche sicuro parlare in mezzo alle strade di New York di come Cleophas li avesse usati. Ancora era notte e le luci dell'alba non sarebbero uscite prima delle cinque del mattino. Chissà quanti demoni erano in giro in quel momento in città. Fortunatamente, gli unici due a camminare per New York sembravano essere lui e Magnus.
"è improbabile che passino qui. C'è troppo silenzio"
Magnus non aveva distolto lo sguardo dalla strada e Alec si chiese se con la magia non gli avesse letto nel pensiero. Un sorriso debole nacque sul suo volto.
"Vedevo che ti guardavi attorno. Ormai sei un perfetto shadowhunter Alexander"
Alec non riuscì a leggervi nessuna nota di disappunto o di critica. Decise comunque di non approfondire poiché Magnus doveva essere stanco quanto lui. Tuttavia, si chiese se arrivati a casa questo silenzio si sarebbe prolungato. Alec ne dubitava perché c'erano delle domande a cui non aveva avuto la possibilità di rispondere. Tipo, perché non chiamare Magnus per localizzare Jace e Clary? Alec non era sicuro della risposta o aveva paura che Magnus non l'avrebbe approvata. Si disse che era inutile rimuginarci sopra visto che era tutto finito e nessuno era morto. Appena entrati a casa Alec non sapeva se iniziare lui a parlare o lasciare a Magnus la possibilità di farlo. Lui si era diretto verso camera sua ed era seduto sulla parte di letto in cui solitamente dormiva mentre Alec era rimasto sulla soglia di quella stessa stanza.
"Come sapevi che le rune non ti avrebbero ucciso?"
La confusione alleggiò nella mente di Alec e ancora Magnus non sembrava lo stesse criticando.
"Lo stilo si è illuminato al mio tocco, ma Cleophas non era sicura di quella parte della storia"
In effetti Alec non poteva incolparla per questo. Li aveva avvertiti del rischio e comunque Alec aveva insistito per farlo. Più volte si era chiesto se la sua stessa sicurezza non fosse la risposta alla domanda di Magnus.
"Io e Simon abbiamo cercato di imparare a disegnare nella maniera più perfetta possibile poche rune che ci sarebbero sicuramente servite. Per esempio, quella di localizzazione e della vista notturna"
Per un paio di secondi, non ci furono commenti da parte di Magnus che era rimasto di spalle. Alec avrebbe tanto voluto sapere cosa stesse pensando in quel momento. Dopo un po' lo sentì sospirare e si girò. Il volto era coperto dal buio e Alec fu frustrante non poter vedere la sua espressione. Magari avrebbe potuto dire qualcosa per risparmiargli il fastidio o la delusione nei suoi confronti.
"Posso vederle?"
Il cuore di Alec sobbalzò a quella richiesta. Non sapeva se tirarsi fuori dalla situazione con una battuta o inventarsi che erano sparite. Tuttavia, era sicuro che Magnus fosse a conoscenza del fatto che le rune sparissero solo dopo pochi giorni. Aveva disegnato una runa su ciascuna delle sue braccia da poche ore ed era impossibile non vederle. Riluttante, si levò la giacca e si sedette sul letto accanto a Magnus. La sua faccia era inespressiva e la sua postura immobile come quella di una statua. Gli allungò il braccio destro per fargli vedere la runa incisa sopra. Si ricordò il momento in cui decise di far passare lo stilo all'altezza dell'avambraccio con la speranza che fosse la zona del corpo che gli permettesse di disegnarla con più facilità. Tra le due quella della localizzazione era quella più complicata da memorizzare e per questo motivo ad Alec gli ci erano voluti tre ore abbondanti prima di notare una minima somiglianza con il suo disegno. Ma non era bastato. Doveva essere perfetto per poi passare dalla carta alla sua pelle. Alla fine si era mostrato abbastanza preciso da funzionare. In quel momento, Magnus teneva la sua mano tra le sue guardando attentamente il disegno nero sulla pelle chiara di Alec. D'un tratto, vide la mano di Magnus alzarsi e lentamente il suo dito iniziò a scorrere lungo la runa. Sentì che il dito seguiva le due curve che chiudevano la runa e soffermarsi sul punto al di fuori di questa. Alec era confuso ma ebbe un fremito a quel contatto. Probabilmente Magnus lo sentì trattenere il respiro, ma non fece commenti.
"Esce un po' di sangue. Ti ha fatto male quando lo stilo bruciava sulla pelle?"
Alec riusciva a vedere che sopra il dito di Magnus c'era del liquido scuro. Aveva cercato d dimenticare il dolore di quando aveva avvicinato lo stilo alla sua pelle. Non era riuscito a prepararsi psicologicamente per resistere al bruciore e per questo l'altra runa ha dovuto disegnargliela Simon.
"Il bruciore è stato insopportabile. Non so come abbia fatto Jace a ricoprirsi di rune"
Alec cercò di ignorare che il dito di Magnus stesse ripassando sulla runa. Perché aveva l'impressione che quel contatto fosse così... intimo? Aveva intuito che a Magnus non piacevano le rune e nemmeno gli shadowhunters. A cosa era dovuta tutta quella familiarità ?
"Dicevano che la prima fosse la più dolorosa. Non tutti gli Shadowhunters riuscivano a soffrire in silenzio"
"Cleophas ha detto che la loro prima runa veniva disegnata agli Shadowhunters quando erano bambini"
"Tu sei stato comunque coraggioso Alexander. Non penso che tutti i ragazzi che si stanno allenando con voi avrebbero fatto lo stesso per un amico"
Magnus sembrava perso nei propri pensieri. O forse nei suoi ricordi. Fino a quel momento, il fatto che provenissero da epoche e luoghi diversi non aveva influito sul loro rapporto. Adesso, sentiva che Magnus era irraggiungibile, fermo negli anni in cui gli Shadowhunters erano esistiti. Come se avesse letto la sua preoccupazione, Magnus si alzò e gli rivolse un sorriso che illuminò il buio in cui entrambi erano inghiottiti.
"Devo pulirti quella ferita. Ti vieterò di guarirti con una runa, così impari a non dirmi le cose"
In un altro momento, Alec avrebbe temuto che Magnus si fosse veramente offeso di non essere stato informato prima sul piano di salvare Jace e Clary. Tuttavia, non suonava come una vera punizione se si dirigeva in bagno togliendosi i vestiti.