Alec

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"Alec Lightwood, è richiesto da Sorella Cleophas nel suo ufficio"

Alec stava continuando il suo allenamento con Jace e Hodge, quindi non sentì entrare la Sorella di Ferro. In quel momento, lui e Jace si stavano affrontando in un altro corpo a corpo,  e persino Hodge fu sorpreso di vedere un membro della Sorellanza nella sala di allenamento. A differenza di Alec che non riusciva neanche a distinguerle l'una dall'altra, a eccezione di sua madre e Cleophas, lui sembrava averla riconosciuta.  Accennò un cenno del capo a mo' di saluto.

"Sorella Lucias, presumo che Jace possa continuare l'allenamento con me"

Hodge fece un cenno di incoraggiamento ad Alec, che era rimasto immobile e incredulo davanti a quella bizzarra richiesta. Cosa potevano volere le Sorelle da lui? Forse entrando nell'Istituto con le sembianze di Isabelle aveva trasgredito a qualche regola? All' epoca aveva pensato che fosse per il bene dei Nascosti e delle Sorelle, visto che erano riusciti a incastrare il Clave . Forse per le Sorelle, il fine non giustificava i mezzi se questo significava scavalcarle. Per quanto le Sorelle di Ferro per lui fossero un mistero, conosceva Cleophas abbastanza da sapere che odiava attendere.

"Va bene. Mi faccia strada"

Neanche aveva finito di parlare che Sorella Lucias si era già voltata per guidarlo verso lo studio di Cleophas, come se non avesse neanche preso in considerazione un suo rifiuto. Alec non lo aveva notato prima, ma Sorella Lucias sembrava molto più giovane rispetto alle altre sorelle.  Da quel poco che aveva visto del suo viso e dalla sua camminata scattante, avrebbe potuto avere l'età sua e di Jace. Tuttavia, allo stesso tempo la divisa  da Sorella di Ferro le dava un aspetto più maestoso e Alec si chiese se l'effetto fosse lo stesso su chiunque la indossasse. Mentre le andava dietro, Alec notò che la Sorella si teneva a debita distanza da lui e a stento si girava per controllare che stesse continuando a seguirla. Non che potesse accadere, visto che la sua resistenza e la sua velocità erano aumentate in quegli ultimi mesi, tuttavia, appena aumentava di poco il passo, Sorella Lucias aumentava il suo di dieci volte. Adesso, non pretendeva che la sua storia con Magnus fosse famosa nel mondo invisibile, ma era piuttosto ovvio che lui non era interessato al genere femminile in quel senso. Forse le Sorelle odiavano gli uomini in quanto tali. Dopo un tragitto che sembrò infinito,  Sorella Lucias si fermò davanti a una porta. Fortunatamente, Alec non era così perso nei propri pensieri da non fermarsi a una dovuta distanza. Non osò neanche immaginare lo scandalo se per semplice distrazione avesse superato il metro di distanza. Sorella Lucias alzò il braccio e bussò alla porta, che era anonima come tutto il corridoio che avevano percorso. Senza di lei, Alec si sarebbe perso dopo cinque secondi per via della monotonia di quello spazio. Sperò che Sorella Lucias lo accompagnasse anche al ritorno. Nonostante nessuno dall'altra parte della porta le avesse dato il permesso,  Sorella Lucias la spalancò lasciandola aperta  per Alec. Alec varcò la soglia cercando di ignorare il ribrezzo che sentiva provenire dalla sua accompagnatrice passandole accanto. Cleophas era in piedi dietro una scrivania e, scorgendo la sedia dietro di lei, Alec constatò che prima che lui entrasse stava lavorando su qualcosa. Guardandosi attorno, non poteva essere altrimenti. Quella stanza era così triste che l'unico impulso che poteva suscitare era abbassare lo sguardo e concentrarsi su altro con tutte le proprie forze. Le mura erano grigie, di quel grigio che ti fa sentire intrappolato in una fogna quattro metri sottoterra.  L'arredamento era pressoché povero e scialbo con solo un tavolino all'angolo della stanza e ciò che meno si avvicinava a uno studio dotato di scrivania e sedia. Se pensava a uno studio perfetto, gli veniva in mente quello di Magnus nel suo loft. Nonostante fosse a casa sua, metteva a proprio agio chiunque entrasse e forse era per questo che aveva avuto tante richieste quando faceva l'indovino. O forse era il proprietario dello studio che faceva la differenza...

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