Magnus

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Un colpo alla porta svegliò Magnus che era ancora distrutto per via della notte prima. Appena entrato a casa, aveva avuto solo la forza di farsi una doccia per pulirsi dall'icore demoniaco e infilarsi nel letto. Si alzò e andò ad aprire la porta a quel grandissimo maleducato che lo aveva svegliato in quel modo. Sbirciò da dietro e riconobbe subito la chioma bionda di Jace. Aveva una vaga idea del perché fosse lì, quindi lo fece entrare senza preamboli in casa preparandosi all'interrogatorio che gli avrebbe fatto. Appena chiusa la porta, Jace si voltò verso di lui con gli occhi sgranati.

"Magnus, mi spieghi cosa è successo ieri?"

"Non urlare. Rischi di farti sentire dai vicini e voglio evitare problemi con i mondani"

Alla parola mondani Jace parve assente. Pensò che Clary non gli avesse proprio spiegato i dettagli tecnici. Magnus fece un gesto come per lasciare perdere la questione, ma Jace riprese a parlare abbassando la voce ma con più ansia di prima.

"Penso che mi devi una spiegazione. Quel demone che voleva attaccare ... non è dello stesso tipo che ci ha attaccato all'Istituto?"

Nonostante Magnus gli avesse cancellato dalla mente l'anniversario dell'Istituto, Jace aveva ricordato tutti ed era ancora scosso dall'incontro con quel demone delle cripte.

"No. Quello che si stava avvicinando ad Alec ieri sera era un demone mutaforma. Demoni di questo genere sono quelli più ingannevoli e inaspettati perché assumono l'aspetto di un conoscente per catturare la preda. Quando sono arrivato lì, Alec ti stava aspettando fuori casa. Pensava che vi foste dati appuntamento lì"

Il viso di Jace si illuminò quando Magnus finì di parlare.

"Ma certo! Appena gli sono andato incontro Alec mi ha detto che lo avevo chiamato da una cabina telefonica perché il mio cellulare era scarico"

Nonostante questo spiegasse molte cose, a Magnus i conti non quadravano.

"E come avrebbe fatto questo demone ad avere il numero di cellulare di Alec?"

"Io il suo lo so a memoria. Forse anche oltre a prendere le mie sembianze sa anche tutto quello che so io"

Magnus scosse la testa.

"I demoni mutaforma non acquisiscono le conoscenze di chi assumono la forma. È molto probabilmente che il demone che ho ucciso ieri sera vi abbia spiato quel tanto che basta per sapere che vivete insieme."

"E che lavora all'Istituto."

Magnus gli lanciò uno sguardo inquisitore.

"Come fai ad essere certo che il demone sapesse dove lavora Alec?"

"Me lo ha detto lui. Perché? È importante?"

Magnus si girò per andare nella sua scrivania dall'altra parte della casa. Non aveva un computer di ultima generazione, ma andava più che bene per quello che doveva cercare. Jace non capiva cosa stesse facendo, così si avvicinò anche lui alla scrivania di Magnus.

"Ti sembra l'ora di fare ricerche su Internet?"

Magnus non lo sentiva nemmeno per quanto digitava pesantemente sulla tastiera.

"Usi il computer come una cinquantenne"

"Ti ricordo che ho più di quattrocento anni mio caro! Ecco qui! "

Magnus indicò un punto dello schermo e lo spostò in modo che lo vedesse anche Jace.

"Questo è il sito dell'Istituto e uno dei numeri che compare qui è il numero di Alec!"

"Quindi seconde te il demone ha rubato un computer"

"Questo o ci è o ci fa" Pensò Magnus irritato dalla poca intuitività di Jace e tentò di spiegargli il tutto il più chiaramente possibile cercando di ricordare tutto ciò che Alec gli aveva detto sul sito.

"Ovviamente no. Questo è il vecchio sito dell'Istituto creato prima che ebbe tanto successo. Il numero dei clienti che chiamava ogni giorno era così alto che Alec decise di assumere altre persone che lavoravano al Call center. Decisero di creare un altro sito visto anche il cambio di gestione e il vecchio fu lasciato a se stesso, ma dubito che il demone abbia trovato il numero di Alec lì."

All'improvviso il cellulare di Magnus squillò e seppur concentrato sullo schermo, abbassò gli occhi sulla schermata per sapere chi fosse. La notte precedente i suoi amici lo avevano aiutato a localizzare tutti i demoni che aveva ucciso. Nonostante fossero passati anni, ancora sapevano come riconoscerne uno e il loro aiuto si era rivelato prezioso. Aprì il messaggio e vide che proveniva da Rafael. Glielo aveva inviato molte ore fa, ma per la troppa stanchezza non lo aveva visto.

"Il demone che ho avvistato ieri dentro la cabina telefonica aveva questo volantino in mano"

La foto che Rafael gli aveva mandato era simile alla facciata del vecchio sito dell'Istituto. Magnus la mostrò a Jace.

" Questo è uno dei primi volantini dell'Istituto. Alcuni ce ne sono ancora all'entrata appena fuori dalla porta, ma nessuno mai li prende..."

Magnus non sapeva cosa dire. Rafael aveva capito che Alec sarebbe stato attaccato perché aveva origliato la telefonata del demone dentro la cabina. L'udito non era potente come quando era vampiro, ma comunque era più sviluppato di quello di un umano. Magnus lo avrebbe ringraziato per l'intera durata della sua vita per averlo avvertito in tempo. Non voleva neanche immaginare cosa sarebbe successo se fosse arrivato un secondo più tardi. Magnus non aveva neanche idea di come prevenire un altro attacco ad Alec nel caso ce ne fosse stato.

Jace lo guardava attento e sembrava aver capito ciò che stava pensando Magnus in quel momento. Nello suo sguardo Magnus riuscì anche a leggere la risposta alla sua domanda.

"L'unico modo per proteggere Alec è ritornare insieme a lui e non perderlo mai di vista"

Magnus non riusciva a reggere lo sguardo di Jace, tanto che si mise una mano davanti la faccia sperando che Jace lo prendesse come un segno di stanchezza.

"Gli dovrei dire tutto. Chi sono, chi sono stato. Mi odierebbe e non sono convinto di voler vivere in un mondo dove Alexander Lightwood mi odia"

"Fidati, non sarebbe possibile in nessun universo esistente. Gli manchi tantissimo anche se non lo dice. Glielo leggo negli occhi ogni volta che ci parlo e penso sempre di non essergli stato vicino abbastanza ora che Clary ha questo ...problema"

Magnus tentò di cambiare argomento e di pensare a Clary e al suo stato di salute mentale.

"Come sta carotina?"

Magnus di solito la denominava biscottino, visto che Jace era lì presente aveva optato per carotina. Il nome sembrò piacere a Jace che cercò di nascondere il sorriso che gli si stava allargando sul volto.

"Sta bene. È ritornata a disegnare. Spero che questa pausa da queste visioni duri un po' di più."

Magnus ne era felice, ma era anche preoccupato per lei perché non aveva avuto le risposte che stava cercando.

"Jace, farò di tutto per far finire tutto questo e per trovare una soluzione."

"Lo so che ti prenderai cura di Clary, e prometto su tutto ciò che ho più caro al mondo che avrò cura di Alec. È l'unico fratello che mi è rimasto e voglio che ritorni felice come quando era con te"

La voce di Jace era rotta dall'emozione nonostante fece di tutto per nasconderlo. Magnus fece finta di non notarlo e gli strinse la mano in un patto che entrambi speravano sarebbe stato rispettato da tutte e due le parti. Si salutarono e Magnus sperò di essere veramente in grado di aiutare Clary ora che il loro mondo si complicava sempre di più. 

Solo Due SatellitiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora