Alec

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Alec vedeva bianco e non aveva ancora aperto gli occhi. Avrebbe voluto aprirli, ma qualcosa di pesante gli cedeva sulle palpebre. Al contrario, i suoi sensi erano vigili e riusciva a capire dal tessuto che stringeva tra le dita che era a casa di Magnus. Adorava la seta e la usava persino come copertura per il divano. Sapeva che era in camera sua perché sentiva il profumo di sandalo che Magnus usava come shampoo per la doccia.

"Si sarebbe già dovuto svegliare. Ho sbagliato qualcosa"

"Magnus, hai fatto più di quanto veniva richiesto. Dovresti riposarti anche te."

"Non finché Alexander non si sveglia"

Quella voce poteva essere solamente di Magnus, ma Alec la sentì a stento e anche quella della donna gli sembrò molto debole e rauca. Doveva essere Catarina, l'amica infermiera di Magnus. Da quanto era in quello stato? Dopo lo sparo di Branwell non ricordava più niente. Forse aveva perso i sensi subito, ma alla fine cosa importava? Voleva sapere se Magnus stesse bene e se i Nascosti fossero al sicuro dalle manie del Clave. Nonostante pensasse lucidamente, le palpebre gli pesavano ancora come due macigni e la voce non usciva fuori dalla sua gola per quanto questa fosse secca. Il corpo non reagiva alle istruzioni che il cervello che gli dava e appena provava a muovere un dito sembrava che la gravità gli remasse contro. Riprovò a muovere la mano con tutte le forze psichiche che gli restavano. Se non era possibile per lui svegliarsi subito, voleva almeno rassicurare Magnus. Alec era lì e sentiva che si stava dannando inutilmente perché sarebbe andato tutto bene finchè sarebbe rimasto con lui. Dopo minuti interi che parvero ore Alec sentì che piano piano il sangue iniziava a scorrergli nelle vene. Con una leggerezza che lo sorprese iniziò a muovere la mano a scatti. Le dita si allungavano e piegavano con naturalezza, ma qualcosa bloccò i suoi movimenti. Una stretta avvolse la sua mano e Alec inconsapevolmente vi chiuse le dita. Sentì Magnus tentare di trattenere un sussulto e se ne avesse avuto la possibilità Alec si sarebbe messo a ridere. Però per adesso si sarebbe fatto bastare il contatto della sua mano con la pelle di Magnus. Dopo un po' percepì anche il calore della guancia di Magnus sui polpastrelli e provò a muovere le dita per accarezzargliela. Non dovette essere tanto delicato e romantico come gesto perché la sua risata fece tremare il letto e il suono che produsse tranquillizzò Alec che riprese a riposarsi certo che adesso Magnus non lo avrebbe più mollato. Avrebbe sperato fino alla fine che Alec si svegliasse. E anche lui.

Quando Alec aprì gli occhi, il mondo da che era bianco divenne sfocato. I suoi occhi bruciavano per via della luce del sole che lo colpiva in piena faccia. Non ci fece caso quando vide Magnus sui bordi del letto che quasi stava per cadere. Non con pochi sforzi allungò il braccio verso di lui ma non lo volle toccare. Aveva indosso ancora i vestiti che indossava il giorno in cui Branwell gli aveva sparato e conoscendolo Alec sapeva che aveva passato i suoi giorni a barcamenarsi tra lui e i suoi amici Nascosti. Alec non osava neanche immaginare gli effetti di anni chiusi in una gabbia tra esperimenti e trasfusioni. Era sicuro che per tutto il tempo della loro convalescenza Magnus si fosse sentito in colpa per non essere intervenuto prima e Alec non era stato lì per togliergli quei sensi di colpa. Mentre era immerso nelle sue riflessioni, Magnus si mosse e lentamente alzò la testa per poi girarla verso Alec. Gli occhi erano assonnati e le due occhiaie poco più scure sotto erano l'unica pecca nel suo viso. Gli ci vollero dieci secondi buoni per ritornare sul pianeta Terra, ma finalmente il suo volto stanco diede spazio alla sorpresa e, nell'istante dopo, un sorriso illuminò il risveglio di alec. Magnus gli prese la mano che Alec aveva avvicinato dei minuti prima e si avvicinò facendo attenzione a non fargli male.

"Da quanto sei sveglio?"

"Da poco. Continua pure a dormire se sei stanco"

Magnus si strofinò gli occhi e solo in quel momento Alec realizzò quanto fosse stanco veramente.

"Non mi sarei neanche dovuto addormentare. Volevo stare accanto a te mentre aprivi gli occhi. Come ti senti?"

Alec si lasciò sfuggire una risata.

"Come uno che ha dormito più del solito. E se lo dico io è veramente  tanto"

Anche Magnus rise e Alec pensò che avrebbe voluto svegliarsi con la sua risata nelle orecchie tutte le mattine. Magnus si avvicinò e appoggiò la testa sul cuscino accanto ad Alec.

"Avrai tempo per riposarti ancora. Una settimana precisamente anche se suggerirei un intero mese, ma il mio intento non è averti a letto ogni volta che mi è possibile. Non dovrai prendere nessun medicinale. Solo riposo e cibo. Non ti è andata così male dopottto"

Quel suo modo di sdrammatizzare non cancellò le domande che  gli invadevano la testa da giorni.

"Perché non mi hai portato in ospedale? Non avresti dovuto sprecare la tua magia per la mia ferita"

"E come spiegavamo il proiettile ai mondani? Dovevamo intervenire subito Alexander. Il colpo ti ha bucato lo stomaco e hai perso molto sangue. Abbiamo dovuto fare una trasfusione."

Alec alzò la testa per avere gli occhi di Magnus a portata di vista.

"E dove lo avete preso il sangue?"

Magnus evitò di incontrare gli occhi di Alec fissando un punto nel vuoto.

"Dei miei amici vampiri potrebbero aver chiesto ad altri amici vampiri che lavorano negli ospedali di prendere in prestito una scorta di sangue"

"I vampiri lavorano negli ospedali"

"Non sei ancora pronto per sapere il motivo Alexander"

"Non penso. Ho un mal di testa terribile"

Sentiva il dolore pulsargli come un battito ai lati della fronte.

"Non hai mangiato e bevuto niente da giorni. Lascia che ti prepari qualcosa da mangiare"

Con uno scrocchio di dita, apparì una piccola tavola bandita con tanto di dolce e pane. Alec sapeva che la magia non creava pasti deliziosi sul momento, quindi doveva provenire da qualche parte.

"Lo hai preparato tu? "

Magnus alzò gli occhi al cielo.

"L'ho tenuto a caldo fino a quando non ti saresti svegliato. Vuoi che ti aiuti?"

"No, grazie. Non mi hai ancora detto niente riguardo i Nascosti."

Il volto di Magnus mutò come i suoi occhi che avevano preso quel velo di melanconia che Alec gli aveva visto quando Magnus gli aveva raccontato del suo passato.

"Sono tutti all'Istituto. Nonostante fossero una centinaia siamo riusciti ad aiutare tutti. Chi stava meglio ovviamente era chi era stato catturato da poco mentre per alcuni c'è poco da curare oramai. Ora se ne sta occupando Catarina, ma tra due ore le devo dare il cambio"

Non lo aveva guardato negli occhi, ma non era come prima. Alec sentiva che Magnus si stava addossando tutta la colpa e anche lui provava il suo stesso dolore. Avvicinò la mano alla sua e la strinse nel tentativo di ridargli un po' di serenità  e conforto. Magnus ricambiò la stretta e si girò verso di lui. Gli indirizzò un debole sorriso che poteva essere poco come poteva essere qualcosa per lui. L'importante era che nei momenti difficili avesse un ancora che lo teneva legato al suo porto sicuro. Qualcuno che lo tenesse al ridosso del dirupo. Alec lo avrebbe fatto per lui e se così non fosse stato si sarebbe buttato di sotto pur di poter attutire la caduta. Gli sorrise sperando che gli infondesse quel minimo di conforto che lui gli aveva sempre dato.

Solo Due SatellitiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora