""Da quanto tempo il Clave non ci sta aggiornando sui delitti demoniaci?"
"Da circa una settimana"Alec, Lydia e Andrew erano seduti in un locale di Brooklyn aperto da pochi giorni. Lo avevano scelto apposta perchè non era ancora conosciuto in città e non ci sarebbe stata la folla tipica degli altri locali. "Magari lo hanno già catturato" Andrew aveva rivelato ad Alec tra una bevuta e l'altra che era la prima volta che suo padre lo coinvolgeva in qualcosa dopo tanti anni. Ancora non riusciva a credere che Il Clave gli avesse dato l'opportunità di unirsi a loro. Non gli aveva rivelato per quale motivo suo padre lo avesse tenuto a debita distanza, ma Alec capiva benissimo come si sentiva. Lui e suo padre erano rimasti ai ferri corti per molti anni prima che il Clave chiedesse di lui e i suoi amici lì presenti.
"è impossibile. Ci avrebbero già avvertito se l'avessero già catturato. Adesso siamo membri del Clave come lo sono i nostri genitori"
Lydia, invece, sembrava pienamente conscia di meritare un posto all'interno del Clave. Alec a volte si chiedeva se lo avesse saputo già da prima del Mondo delle Ombre o se semplicemente, avesse un rapporto migliore con suo padre. Durante gli incontri Alec li aveva visti molte volte interagire e ,adesso che ci pensava, era stata la prima a credere che il mondo nascosto esistesse veramente nonostante la scetticismo di Alec e Andrew.
"è proprio vero che quando c'è la fiducia c'è tutto" Pensò Alec.
"Comunque io non ho visto né sentito niente di strano in questi giorni. E voi?"
Andrew fece di no con la testa e Lydia si massaggiò le tempie come per riordinarsi le idee.
"è molto difficile. D'altronde delle settimane fa non sapevamo niente sul mondo nascosto."
Tutti e tre i telefoni suonarono nello stesso momento. Si scambiarono uno sguardo mentre si alzarono per andare a rispondere fuori. Avevano già intuito chi ci fosse dall'altra parte della cornetta. Alec si divise dal gruppo per evitare il caos.
"Pronto?"
"Alec, vai subito all'Istituto. Ora."
"Proprio adesso? Senza una prenotazione a quest'ora non ci sarà una sala libera per ospitare tutti noi"
"Non ci serve nessuna prenotazione. Segui solo le mie istruzioni, va bene? Sul retro dell'Istituto c'è una porta da cui solo i membri del Clave possono entrare. Entra da lì e aspettaci. Lo abbiamo preso"
Sentì suo padre riattaccare senza dare nemmeno il tempo ad Alec di realizzare ciò che aveva appena detto. Avevano preso il responsabile degli omicidi demoniaci e lo stavano portando in una parte dell'Istituto che lui non conosceva. Non aveva mai visto quella porta sul retro in vita sua, ma d'altronde non aveva mai visto nemmeno quelle strane insegne per strada prima di avere la Vista. Si voltò e vide Andrew e Lydia avvicinarsi a lui. Nessuno dei tre disse niente perché sapevano già che fare. Andare all'Istituto per scoprire quale punizione avrà il responsabile degli omicidi. L'Istituto era vicino e a piedi ci misero pochi minuti. Alec non passò davanti la porta principale dell'edificio perché non voleva che la sorella lo vedesse lì in giro quando in realtà le aveva detto di avere delle commissioni di lavoro. Seguì le indicazioni di suo padre e subito riuscì a trovare la porta sul retro. Doveva essere stata costruita tanti anni prima perché il legno era molto consumato e la maniglia molto arrugginita. Si promise di estendere la manutenzione anche a quella porta dimenticata. Prima di aprirla del tutto, scambiò uno sguardo con i suoi due compagni. Si chiese se avessero almeno un quarto dell'ansia che aveva lui in quel momento. Entrambi annuirono e anche se sembrano decisi vide persino in Lydia del timore. Dopo la porta c'erano delle scale che scendevano in profondità. Una luce debole le illuminava e Alec si decise ancora di più a rimettere a posto quella parte dell'Istituto prima che qualcuno si facesse del male sul serio. Nonostante i pensieri di Alec, nessuno dei tre parlava e il silenzio rendeva l'atmosfera ancora più sinistra. Dopo appena 10 rampe di scale, si ritrovarono in un lungo corridoio. Alec si guardò intorno cercando qualcosa di famigliare tra quelle mura, ma niente. Tutto in quel posto gli procurava un sentimento d'angoscia . Aveva sempre visto l'Istituto come un posto sicuro in cui rifugiarsi quando a casa le cose non andavano bene e adesso non riusciva neanche a riconoscerlo. Infondo al corridoio, Alec scorse vari gruppi di persone che parlottavano tra loro creando una leggera confusione. C'erano molti adulti e ragazzi della stessa età di Alec, quindi dedusse che non ci fosse un' età fissa per un evento del genere. Alec si avvicinò a un nuovo gruppetto che si era appena formato. Tra il borbottio generale Alec riuscì a cogliere solo poche frasi per gruppo.
"Spero che gli daranno il massimo della pena a questo assassino"
"io è da un po'che dico di ucciderli tutti"
"Sono così tanti e sparpagliati. Sarebbe difficile prenderli tutti"
"Sappiamo che razza di nascosto è?"
"Uno stregone pare"
Inorridito da quei discorsi Alec si allontanò. Sapeva che tra il Clave e i Nascosti si era creata della tensione che durava da anni, ma non si aspettava tutto questo astio da parte di chi avrebbe dovuto mantenere la pace per il bene di tutti. Alec non sapeva molto dei Nascosti, ma quando era andato a bere con Jace in uno dei loro bar, aveva adocchiato un gruppo di vampiri che avevano ordinato del sangue e non gli erano sembrati minacciosi. Anche la cameriera che cercava di nascondere il verde naturale dei suoi capelli da seelie con un cappello era stata gentile con lui. Se non li aveva odiati prima di sapere della loro esistenza, non aveva senso odiarli adesso che sapeva tutto. Era come distruggere un intero alveare di api perché una ti aveva punto. Mentre si perdeva in questi pensieri, si sentirono dei passi rimbombare in lontananza. Due file di uomini si fermarono davanti alla folla che si era creata sciogliendo tutti i gruppi che si erano formati. Un uomo passò avanti alle due file e Alec riconobbe subito suo padre.
"In cima alle scale abbiamo il responsabile degli omicidi demoniaci. In aula ci rivelerà la sua identità, ma suppongo che appena lo vedrete lo riconoscerete subito. È un volto che appare molto spesso nelle nostre TV a casa."
La folla sospirò e parve allarmata alla notizia. Forse avevano paura che uno di quei nascosti che odiavano tanto fosse un attore che loro amavano?
"La ragazza che abbiamo trovato con lui è ancora sotto shock per adesso, ma cercheremo di interrogarla e aiutarla a ricostruire l'accaduto e per smascherare gli altri appartenerti alla setta vittime di questo criminale"
Alec notò che nelle tasche gli uomini dietro suo padre avevano una pistola e tirò un sospiro di sollievo al pensiero che erano stati al fianco di suo padre tutto il tempo. Nonostante facesse agire gli altri per lui, questo soggetto poteva essere violento.
"Interrogheremo anche lui per capire se ha dei complici o se agisce da solo. Lasciate un varco per farci passare."
Una lunga fila di uomini avanzò dietro suo padre e la folla che prima aveva seguito il suo discorso senza emettere fiato si spostò lasciandoli passare. Tra l'esercito che passava e la folla che allungava il collo per vedere, Alec quasi rinunciò a scoprire quale star della TV aveva spinto tante persone ad uccidere, ma quando sentì il nome tra il vociare della folla non poteva andarsene senza sapere. Spintonò tutte le persone che dividevano il suo viso da quello dell'omicida non facendo caso ai rimproveri e alle offese che gli rivolgevano. Non poteva essere vero quello che aveva sentito, dovevano essersi sbagliati. Fece appena in tempo ad arrivare in prima fila che Magnus Bane passò davanti la folla circondato dagli stessi uomini armati che erano stati al fianco di suo padre. La gente intorno a lui non riusciva a credere che l'indovino di Brooklyn sempre gentile e disponibile fosse un nascosto. Borbottavan0 tra loro, ma Alec non sentì neanche una parola. Se era rimasto qualcosa che si era salvata dentro di lui dall'ultima volta che aveva visto Magnus, il baratro che sentiva aprirsi sotto i suoi piedi lo aveva risucchiato. E tra queste anche le sue ultime certezze.