Alec

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La mattina seguente Alec uscì da casa di Magnus di buon ora e riprese la strada che aveva fatto il giorno prima con lui per raggiungere le sorelle di ferro. Non aveva detto a Magnus di ciò che era in punto di fare, ma sperava di poterglielo dire senza farlo preoccupare troppo. Gli era costato tanto uscire senza dirgli niente e non godersi il risveglio con lui, però doveva prendere una decisione riguardo quello che aveva scoperto. Ancora non era arrivato il freddo invernale di New York e per strada era possibile camminare anche senza giacca. Molta gente a quell'ora aveva deciso di farsi una passeggiata mattutina e Alec tra la folla scorse una figura slanciata familiare. Jace aveva preso la sua stessa direzione, solo che il suo amico camminava qualche metro davanti a lui.

"Jace!"

Immediatamente si girò e sorrise appena scorse Alec poco dietro di lui. Si avvicinò e solo a poca distanza Alec notò che c'era anche Clary con lui.

"Oh, scusa Clary. Non ti avevo vista"

Evitò di dire che era colpa della sua bassa statura.

"Tranquillo. Quindi, anche te accetterai la proposta delle sorelle di ferro?"

"Non la definirei proprio una proposta, ma sì. Voglio sapere di più su questa storia"

Omise che in realtà non voleva che Magnus cacciasse i demoni tutto da solo e che avrebbe fatto di tutto per diminuire il suo lavoro anche di poco.

"Isabelle non ha risposto ai messaggi. Sicuro che viene?"

"Chiamiamola"

Ormai erano arrivati al vicolo giusto e controllarono che di lì non passasse nessuno che potesse ascoltare la chiamata con Isabelle. Clary tirò fuori il suo telefono e cercò il suo numero in rubrica. Mise la chiamata in vivavoce e il bip squillò per dei lunghi secondi finchè non si sentì la segreteria telefonica. Clary guardò sia Jace che Alec.

"Non risponde"

"E non penso che richiamerà"

Simon entrò nel vicolo e Alec si aspettò di veder comparire Isabelle dietro di lui. Fu una sorpresa quando realizzò che Simon era venuto lì da solo. Jace si avvicinò mettendogli una mano dietro la schiena per spingerlo all'interno del vicolo.

"Dove è Isabelle?"

Simon rivolse lo sguardo in basso.

"non si è sentita bene ieri"

"Mente. Ieri era in perfetta salute."

"Non se la sentiva di venire oggi"

Simon aveva alzato di un pelo la voce e questo era davvero inusuale dato la sua attitudine serena e cordiale, ma Alec in quel momento neanche ci fece caso a questo cambiamento.

"Per quale vero motivo non è qui?"

A quella domanda Simon perse il controllo e Alec lo vide dal tremore delle mani e da come lo guardava deciso negli occhi. Era il fratello della fidanzata e il suo carattere distante lo aveva sempre intimorito, ma adesso tutto era cambiato.

"Forse se ci aveste raccontato subito del mondo invisibile saremmo stati più preparati. O forse no. Comunque come amici avreste dovuto dircelo!"

Alec iniziò a vedere sfocato per la rabbia che gli stava salendo al cervello. Veramente pensava che lui e Isabelle erano gli unici ad essere tenuti fuori da questo?

"Avrei tanto voluto Simon, peccato che quando l'ho scoperto ero occupato a preoccuparmi per Magnus e la sua condanna a morte. Comunque, sì, tra un interrogatorio e l'altro avrei dovuto chiamarti"

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