Era da mezz'ora che Alec non parlava con nessuno e dopo quello che gli aveva detto Magnus non riuscì a trovare nient'altro da dire. L'ultima persona con cui aveva parlato era Robert, a cui disse la verità, ovvero che Magnus era lì per difendere Clary da un demone con le sembianze di Jace. Ovviamente suo padre non gli aveva creduto e gli disse di non ascoltare le farneticazioni di un uomo che non aveva niente da perdere. Non erano pronti neanche a concedere il beneficio del dubbio e il processo sarebbe iniziato tra due ore. Alec continuava a non trovare appigli a cui aggrapparsi per far scagionare Magnus. Non sapeva neanche dire da quante ore stesse in quella remota parte dell'Istituto che mai avrebbe voluto scoprire. Aveva ricevuto varie chiamate da Izzy e sua madre, ma non aveva avuto il coraggio di rispondere. Pensava a Jace e a quanto sarebbe stato difficile spiegargli che la sua fidanzata era stata accusata di tentato omicidio. Tuttavia, suo padre gli aveva riferito che Clary sarebbe stata scagionata facilmente. Alec non gli chiese nemmeno quante probabilità avesse Magnus di evitare la condanna. Non sapeva se Robert sospettasse qualcosa del suo rapporto con lui, ma non gliene importava oramai. Non voleva assistere al processo, ma Magnus era proprio dietro quelle mura e questo lo obbligava a rimanere lì fino alla fine. Non valeva la pensa di andare in nessun altro luogo se Magnus non era lì. Si ricordò del foglio che gli aveva dato e lo aprì lentamente come se temesse di strapparlo. Pensò che in quel momento lui era molto più fragile di quel semplice foglietto di carta."Aku Cinta Kamu"
La grafia era ordinata, come se chi l'avesse scritta non stesse per essere giustiziato. Si trattava di un'altra lingua, ma Alec non sapeva quale. Non poteva essere un indizio poiché Magnus gli era sembrato rassegnato sul processo. Allora che cosa poteva significare? In mezzo alla fila di persone che si stavano preparando per prendere posto in tribunale, comparve una chioma bionda familiare ad Alec. Non sapeva per quale ragione fosse lì, ma le gambe si mossero prima del suo cervello. Probabilmente era lì per Clary, ma ad Alec si alleggerì il cuore quando lo strinse a sè.
"Non ho fatto in tempo ad entrare che Robert mi ha subito trascinato da Clary pregandomi di farla parlare e testimoniare contro Magnus. Appena uscito ti sono venuto subito a cercare. Sei riuscito a parlarci?"
Alec annuì riprendendo un po' di vita ora che anche Jace era lì con lui.
"faranno di tutto per incastrarlo e non potrò fare niente per evitarlo"
Jace posò una mano sulla spalla dell'amico.
"Mi dispiace Alec. So quanto tieni a Magnus."
Alec sentì venirgli in meno le forze e si dovette sedere su una sedia lì vicino. Jace si sedette vicino a lui con lo stesso sguardo preoccupato che gli aveva riservato per anni.
"Non so come aiutarlo. Ci deve essere un modo per farlo. Dopo tutti questi anni deve avere qualcuno che sarebbe disposto a testimoniare in suo favore."
Si guardò intorno senza cercare nessuno in particolare pensando a quanta gente Magnus aveva aiutato in quegli anni. Adesso era lui che aveva bisogno di aiuto e nessuno era lì per farlo."Vorrei poterlo aiutare, ma non mi ha lasciato nessuna pista d seguire."
Gli occhi azzurro-dorati di Jace incontrarono quelli di Alec. Sentiva che qualcosa stava preoccupando suo fratello e forse sapeva cosa.
"Mi dispiace,Alec. Sapevo del mondo invisibile e sapevo tutto di Magnus. Clary mi ha pregato di non dirtelo perché era sicura che un giorno avrebbe trovato lui il coraggio di farlo"
"Ma così non è stato. Ha preferito lasciarmi pur di non dirmelo, vero? È questo il motivo?"
Jace voltò lo sguardo da un'altra parte.
"Sì. Clary non faceva che sentirsi in colpa. Da quando ha iniziato ad avere queste visioni, tutto ha iniziato ad andare storto"
Alec tirò fuori il messaggio che gli aveva lasciato Magnus e lo mostrò a Jace con la dannata speranza che almeno lui potesse capirne il signifcato.
"Riesci a capire che lingua è?"
Jace lo osservò per qualche secondo dopo di chè scosse la testa.
"No, ma deve essere una lingua straniera dato l'aspetto di Magnus"
"Dici che risale alla sua lingua madre?"
"Forse voleva lasciare qualcosa del suo passato a te. Per lui doveva essere importante come lo sei stato tu nel presente"
Alec si coprì la faccia con le mani sperando di svegliarsi da un incubo. Pensava che dopo la rottura con Magnus niente potesse farlo soffrire di più. Solo adesso aveva realizzato quanto si sbagliava.
"Perché si è ostinato a voler dare la caccia a quei demoni? Non poteva farcela da solo"
"Per salvare delle vite, tra cui la tua."
Per l'ennesima volta in quella giornata il respiro di Alec si bloccò. Qualcos'altro non gli era stato detto e Jace era indeciso se dirglielo o meno.
"Sento di doverlo fare per Magnus. Dei giorni fa tu mi hai detto che ti avevo chiamato da una cabina telefonica. Non ero io, era uno di quei demoni mutaforma che hanno ucciso quelle persone. Un amico di Magnus lo avvertì che quel demone ti avrebbe attaccato quella notte. Ti ha raggiunto il prima possibile"
Ad Alec mancò il terreno sotto i piedi per quanto girava. Mai come quella sera era stato così in pericolo di vita, ed era stato Magnus che lo aveva salvato nella piena oscurità. Il mondo sembrò rallentare per un momento quando Jace prese il cellulare di Alec per rispondere a una telefonata a cui non aveva voglia di rispondere . Non colse nemmeno una parola dell'intera conversazione, ma all'improvviso si sentì spintonare da Jace che gli diceva che forse non tutto era perduto. Alec decise di illudersi per un'ultima volta, quel tanto che bastava per dirsi che almeno ci aveva provato.
