Passò una settimana ed e mano mano Alec si stava riprendendo del tutto. Sebbene non riuscisse a fare troppi passi di seguito, negli ultimi giorni aveva preso l'abitudine di fare una passeggiata di un'ora per ritornare in fretta alla sua vita normale. A volte esagerava e allungava il percorso, ma per fortuna Magnus era sempre lì con lui per aiutarlo e per dirgli che doveva avere pazienza e che sarebbe guarito se avesse rispettato i tempi di guarigione necessari. Ma Alec non aveva tempo da perdere. I suoi fratelli erano venuti a trovarlo varie volte e non sempre avevano portato buone notizie. Secondo Jace, le sorelle erano preoccupate perché il numero dei demoni stava aumentando e le trappole inventate da loro e da Magnus presto non sarebbero state abbastanza per trattenerli tutti. La cosa positiva era che non c'erano umani morti o scomparsi. Per ora. Alec avrebbe dovuto allenarsi per essere pronto il prima possibile alla battaglia e per aiutare Magnus. Sapeva che per lui era meglio che Alec fosse al sicuro, ma sapeva anche che se lo avesse ritenuto giusto avrebbe usato la sua magia per velocizzare la guarigione. Anche se sapeva che lo faceva per il suo bene, era stanco di sentirsi ripetere che doveva riposare e non sprecare le energie. Anche Isabelle e sua madre gli avevano fatto visita ed era inutile dire che lo avevano rimproverato perché quello che aveva fatto era da irresponsabile masochista. Come se gli fosse piaciuto avere una pallottola piantata nello stomaco, ma per Magnus l'avrebbe ripresa cento volte. Quando aveva visto le mani di Branwell muoversi ed estrarre la pistola, aveva subito capito che l'avrebbe puntata contro Magnus e il suo primo istinto era stato quello di proteggerlo. Nonostante il dolore lancinante, il cuore gli si alleggerì quando vide Magnus chinarsi su di lui senza ferite. In quel momento lo stava aspettando a casa per pranzo. Era riuscito quasi con successo a preparargli un Jacket . Aveva comprato quella mattina delle patate e del formaggio al supermercato e gli era subito venuta in mente quella ricetta che sua madre preparava quando lui, Jace e Isabelle erano piccoli. Aveva farcito gli ingredienti con le sole due cose che erano rimaste in casa: il burro e il bacon. Tra qualche minuto avrebbe dovuto togliere tutto dal forno e sperava che Magnus arrivasse prima che venisse fame a lui. Proprio mentre lo stava per chiamare al cellulare, sentì scattare la serratura e aprirsi la porta. Già dal rumore dei passi sentì che Magnus si trascinava a fatica sui piedi. Aprì il forno e velocemente apparecchiò la tavola con il piatto già servito.
"Che profumo! Non sapevo sapessi cucinare"
"Diciamo che non ho avuto una sorella e un fratello con grandissimi doti culinarie. Mi sono dovuto arrangiare in qualche modo. Comunque non è niente di che"
"Stai scherzando? Mi è venuta l'acquolina in bocca da fuori! Già sono pronto per il bis!"
Alec sapeva che diceva questo perché lo amava, ma comunque era felice di aver potuto fare qualcosa per Magnus. Erano giorni interi che si barcamenava tra lui e i Nascosti dell'Istituto e sapeva che se non si fosse fermato un attimo a riposare e a nutrirsi come si deve, non avrebbe retto a lungo. Persino la magia non è invincibile di fronte alla stanchezza. Si sedette anche lui insieme a Magnus e assaggiò il suo piatto. Fece una smorfia nel notare che le patate erano troppo sciape per lui che era abituato a mettere il sale ovunque. Guardò Magnus e sembrò sinceramente gradire il pasto. Doveva essere proprio affamato per farsi piacere quel piatto insipido. Le occhiaie sotto gli occhi erano rimaste della stessa tonalità da quando Alec si era svegliato dopo lo sparo e notò anche che le sue spalle erano curve, come se avesse trascorso la notte a spostare i malati da un letto a un altro. Forse era così e Alec non lo sapeva visto che non era entrato nell'Istituto da settimane.
"Alexander dovresti cucinare più spesso. Almeno uno di noi usa la cucina. Non che prima cucinassi così tanto"
Alec gli sorrise, contento che fosse riuscito a godersi almeno un pranzo decente. Eppure...
"Stavo pensando di venire con te all'Istituto"
Magnus si stava spazzolando i rimasugli rimasti sul piatto, ma si fermò appena Alec finì la frase.
"Perché dovresti venire all'Istituto?"
"Per aiutare. Mi sento bene adesso e voglio vedere come stanno andando le cose da quando.. mi sono svegliato"
"Alexander non credo sia il caso di farti vedere lì. Alcuni membri del Clave devono ancora avere un processo e non voglio rischiare che ti vedano... ancora potrebbero avere delle conoscenze per avere la loro vendetta"
"Non voglio nascondermi. Voglio fargli vedere che cammino nel loro territorio a testa alta"
Magnus sembrò riflettere per un po', ma ormai Alec aveva preso la sua decisione. Voleva vedere l'Istituto libero dalla presenza del Clave.
"Ok. Ma ad una sola condizione. Starai sempre vicino a me."
Alec sorrise.
"Non potevo chiedere di meglio"