Alec

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Alec riuscì a riprendere contatto con il mondo solamente scorgendo una chioma rossa tra la folla. Non era circondata come lo era stato Magnus prima di essere trascinato in un sala in fondo al corridoio. Appena i loro sguardi si incontrarono, Clary gli venne incontro. Se fosse ritornato in sé, le avrebbe chiesto cosa stesse facendo lì, tra i membri del Clave, ma Alec era ben lontano dall'essere ritornato in sè e rimase in silenzio. Sembrava sconvolta quanto lui anche se Alec non ne indovinava il motivo visto che Clary non conosceva Magnus di persona. La ragazza sembrava in punto di dirgli qualcosa, ma la voce le morì in gola quando alcuni membri del Clave la presero trascinandola nella stanza opposta a quella in cui era entrato Magnus. Quasi incapace di alzarsi in piedi, Alec si appoggiò con la schiena al muro sentendosi trascinare giù dalla stanchezza. Lydia e Andrew sembravano non aver notato il suo cambiamento di umore o il tentato avvicinamento di Clary. Si sentiva così inerme davanti alla realtà dei fatti che non aveva neanche la forza di allontanarsi da tutto per andare a casa. Non sentì nemmeno suo padre avvicinarsi prima che iniziasse a parlare.

"La ragazza di Jace sarebbe stata una delle prossime assalitrici se non fossimo intervenuti in tempo. E inizio a temere che la prossima vittima sarebbe stata proprio lui"

Suo padre pensava che Alec fosse ridotto così per via di Clary, ma in realtà lui non faceva altro che pensare a Magnus. Si sentì in colpa per questo perché non aveva realizzato che Jace poteva essere una delle vittime e Clary una succube di qualche setta. Si sentì ancora più in colpa perché non riusciva a concepire l'idea che il Magnus che aveva conosciuto fosse il responsabile di tutte quelle morti. Il suo Magnus.

"Ti dò il tempo per metabolizzare la cosa. Avvertirò io tuo fratello"

Alec non era certo che ci fosse abbastanza tempo per metabolizzare ciò che aveva scoperto quel giorno. Sentiva gli sguardi preoccupati di Andrew e Lydia addosso. Avrebbe voluto rassicurarli, ma a stento riusciva a respirare a pieni polmoni. Stette lì per un po' aspettando qualcosa che neanche lui sapeva. Si sentì chiamare da una voce familiare e Alec vide avvicinarsi suo padre.

"Alec, so che per te è difficile affrontare la situazione in questo momento, ma Clary sta rifiutando di collaborare con noi e pretende di parlare con te in una stanza senza telecamere. Te la senti di parlarci?"

Alec fece cenno di sì con la testa, ma non aveva idea di cosa volesse Clary da lui. Forse voleva pregarlo di non dire nulla a Jace di quello che stava per fare. Non gli importava niente in quel momento, ma decise di seguire suo padre per risolvere quella faccenda una volta per tutte.

"Ricorda che è sconvolta e fuori di sé in questo momento. Si ostina a difendere Magnus Bane nonostante lo abbiamo trovato con i vestiti sporchi di sangue con lei sulla scena del delitto"

Alec continuava ad annuire, ma le parole entravano e uscivano dalla sua testa senza che lui facesse niente per schiarirle nella sua mente. Suo padre lo condusse in un altro corridoio dell'Istituto. Clary era lì seduta su una poltrona davanti a un tavolo da cerimonia. Appena lo vide si alzò, ma come quando l'aveva incontrata sembrava che le parole le morissero in bocca in sua presenza. Lo sguardo si spostò sul padre di Alec.

"Come faccio a sapere che saremo solamente io e lui senza telecamere o cimici?"

Alec notò che Clary non era spaventata, ma su tutte le furie. Pensava veramente che era là per un' ingiustizia? Robert non sembrava infastidito dal tono sulla difensiva di Clary.

"Non registreremo ciò che vi direte in questa stanza. Hai la mia parola e quella dei miei compagni."

Fece una pausa per poi riprendere a parlare con cautela.

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