"Jace è stabile. Adesso ha solamente bisogno di riposo"
"Tra quanto si risveglierà?"
"Presto tornerà tra noi, biscottino"
Da ormai tre ore Clary aspettava tra i corridoi dell'Istituto notizie di Jace. Lei per fortuna era riuscita a guarire attivando le sue rune di guarigione sul braccio. Appena Magnus si era accertato che Catarina avesse bendato la ferita di Jace e trasferito abbastanza sangue, aveva portato Jace all'Istituto per tenerlo sotto controllo. Non dubitava che si sarebbe ripreso presto, ma quello che aveva detto a Clary era vero. Jace aveva bisogno di assoluto riposo per qualche ora. Anzi, adesso che ci pensava anche Clary ne avrebbe avuto bisogno, ma sapeva che non ci avrebbe nemmeno pensato. Nei suoi occhi vi leggeva preoccupazione e Magnus la capiva perfettamente.
"Lo posso vedere?"
"Aspetta che si risvegli. La prima persona di cui chiederà sarai te lo sai"
Clary annuì, ma Magnus sapeva che si sentiva in colpa per quello che era successo a Jace. Magnus lo capiva dalla tensione che le dominava le spalle e anche i lineamenti del viso non erano perfettamente rilassati. Comunque Magnus era assolutamente sicuro che si sarebbe ripresa come sempre. Appena la ragazza si riandò a sedere, il suo sguardo cadde su Alec che da quando erano entrato dentro l'Istituto non aveva aperto bocca. Sicuramente anche lui era preoccupato per Jace, ma Magnus sentiva che c'era di più. Si chiese se anche Alec si stesse facendo le sue stesse domande. Era sicuro che come lui, Alec avesse notato che molte delle rune sul corpo di Jace erano vecchie ormai da giorni. Quando aveva chiamato Cleophas per chiedergli aiuto per raggiungere Alec, lei gli aveva raccontato che Alec e Simon le avevano posto delle domande sui parabatai e che avevano provato a rintracciarli con le rune. A quella parte, Magnus ebbe un brivido lungo la schiena. L'idea che il corpo bianco e immacolato di Alec fosse pieno di rune nere che un tempo per i Nascosti erano sinonimo di terrore e paura gli era passata per la testa molte volte, ma aveva desiderato che mai si realizzasse. Aveva piena fiducia in Alec e sapeva che non si sarebbe fatto influenzare dalle Sorelle, ma il suo timore lo veniva a trovare nel sonno le rare volte in cui riusciva a dormire. Clophas gli aveva detto che non aveva la minima idea sul perché Jace e Clary fossero in avanscoperta, ma Magnus udì una nota di incertezza nell'incrinatura della voce, quindi senza dirglielo le aveva lasciato il beneficio del dubbio. Dubitava che Alec sapesse qualcosa in più di lei perché se avevano mentito a Magnus, probabilmente anche lui era all'oscuro di tutto. Tuttavia, Magnus non sapeva il motivo dietro questo silenzio da parte di Jace e Clary. Magnus era perso nei suoi pensieri quando vide Alec avvicinarsi a lui con passo felpato nonostante la stanchezza. Aveva già notato di quanto fosse diventato silenzioso in casa, ma quella volta non riuscì neanche a sentire la sedia scricchiolare o semplicemente spostarsi. Sotto gli occhi, le occhiaie si erano fatte ancora più marcate di quando lo aveva trovato vicino al corpo di Jace. Le labbra erano una linea dritta e i suoi lineamenti non erano alterati da preoccupazione o timore, ma Magnus vide che i suoi occhi, scuri a causa della poca luce dell'Istituto, erano lucidi.
"Magnus, grazie per essere arrivato in tempo e per averlo guarito. Senza di te non saremmo neanche qui ad aspettare che si svegli"
La sua voce era controllata e Magnus sapeva che Alec era un esperto nel camuffare le proprie emozioni. Lo aveva fatto per tutta la vita e a volte anche per buoni motivi, ma Magnus lo aveva visto nei suoi momenti peggiori e sapeva quello che Alec aveva passato quella notte. La paura di perdere Jace e di non essere in grado di salvarlo non avevano preso il sopravvento su di lui nel momento del bisogno, ma in quel momento di attesa quei timori si stavano schiarendo nella sua mente e Magnus era capace di leggerli attraverso i suoi occhi. Ma forse c'era qualcosa di più che lui non sapeva e che non sapeva leggere. Anche lui quasi vinto dalla stanchezza, cercò di regalargli uno sguardo rassicurante che per un attimo sembrò addolcire i suoi lineamenti.
"Senza di te non ce l'avrei mai fatta Alexander. Hai salvato Jace quanto l'ho fatto io se no di più"
Alec chiuse gli occhi e Magnus si chiese se non avesse detto qualcosa che avesse peggiorato il suo stato d'animo.
"Ho avuto paura tutto il tempo, Magnus. Se fossi arrivato un minuto più tardi..."
Magnus gli passò la mano lunga la guancia dove stava scendendo una lacrima che fece scorrere sul pollice.
"Ma ci sei stato al momento giusto, Alexander. Nessuno avrebbe potuto chiederti di più"
Alec gli rivolse un sorriso debole e Magnus sperò che fosse riuscito a toglierli almeno un grammo del fardello che stava portando in quel momento. D'un tratto tutti i presenti si alzarono in piedi e chi non stava seduto si avvicinò. Alec buttò un occhio a quello che stava succedendo mentre Magnus non staccò il suo volto dal suo neanche quando mosse mezzo passo verso la porta dove dormiva il suo amico. Magnus sentì la voce di Catarina, che era rimasta dentro per controllare lo stato di salute di Jace.
"Si è svegliato e sta bene, peccato che QUALCUNO abbia dimenticato di sequestrargli lo stilo per fare in modo che almeno per oggi non guarisse da solo"
Magnus si sentì fischiare le orecchie perché era sicuro che quel QUALCUNO era lui. Sentì la mano di Alec sul braccio e capì che almeno lui non era arrabbiato per quella dimenticanza.
"Almeno sappiamo che sta abbastanza bene e che potrà finalmente parlare e rispondere veramente a qualche domanda"
Nonostante la durezza nella voce di Alec, Magnus udì anche sollievo. Tuttavia, non voleva essere nei panni di Jace in quel momento e se doveva essere sincero anche lui voleva capire cosa fosse successo prima che le Sorelle di Ferro arrivassero.
"Ti accompagno personalmente io, Alexander, ma dobbiamo fare in fretta e nella massima segretezza"
Alec annuì e Magnus si chiese se veramente avesse capito cosa intendeva. Intanto, fece un segno a Clary e Simon di entrare nella speranza che chiunque di fiducia sarebbe stato messo al corrente della verità.