"Finalmente un po' di pace. Non ce la facevo più"
Dopo la sentenza, Alec aveva trascinato Magnus fuori dal tribunale e adesso erano in una delle innumerevoli sale dell'Istituto. Non sapeva in quante stanze fosse stato, ma non gli importava ora che Alec era lì con lui.
"Non ho la minima idea di cosa sia successo in aula poco fa"
Non credeva possibile vedere Alec lì davanti a lui, sorridente e bellissimo come lo ricordava. Se era quello l'inferno a cui era stato destinato, avrebbe ringraziato il Clave per l'eternità.
"Effettivamente le sorelle di ferro sono state formidabili. Hanno organizzato un'entrata spettacolare in pochissimo tempo. Le avevo avvertite poco prima del processo e sono state epiche"
"Io non sapevo neanche che esistessero ancora. Come le hai contattate?"
"Grazie a una persona speciale che ti avrei voluto sempre presentare"
Magnus vide Alec uscire per poi entrare dopo pochi secondi con una donna accanto. C'era qualcosa di familiare in lei e Magnus capì che doveva essere sua mamma. I capelli erano dello stesso colore e il sorriso era genuino e spontaneo come quello del figlio. Magnus sentì l'ansia salirgli attraverso il corpo. Non era assolutamente pronto per incontrare la mamma di Alec e temeva di non essere approvato per via della sua natura. Guardò Alec sperando di fargli capire che non se la sentiva proprio di fare un passo in più, ma bastò uno sguardo di Alec per sciogliere ogni insicurezza. Gli occhi di Alec erano rilassati e avevano un bagliore che Magnus non aveva mai visto prima in nessuno. Il sorriso, riservato per Magnus solamente, lo incoraggiava ad avvicinarsi. Magnus alzò gli occhi sulla mamma di Alec che era rimasta lì a fissarlo. Non leggeva nel suo sguardo lo stesso sentimento di superiorità che aveva visto nel suo ex marito. Magnus non fece in tempo a fare un altro passo che la signora Lightwood lo strinse tra le sue braccia.
"Hai salvato mio figlio. Non saprò mai come ripagarti"
Magnus non aveva idea di come lo sapesse, ma restituì l'abbraccio nonostante fosse stupefatto dalla sua affettuosità.
"Io la dovrei ringraziare. Non so come abbia fatto a convincere le sorelle di ferro a salvare la vita di un nascosto, ma grazie per averlo fatto."
La signora Lightwood si liberò dall'abbraccio e gli prese la mano.
"Non servirebbe convincere per salvare la vita di un innocente. Nell'ombra hai salvato delle vite umane, Magnus. Quando abbiamo scoperto che era uno stregone che stava distruggendo tutti quei demoni, abbiamo avuto una speranza."
"Abbiamo? Cosa vuol dire?"
"Sono una Sorella di Ferro. Sapevo che Alec non avrebbe perso se stesso nella corruzione del Clave"
Magnus non poteva essere che d'accordo, ma Alec non ne sembrava convinto.
"Ci è mancato poco che giustiziassero Magnus. Se non ci fossi stata te..."
"Hai lottato con tutti i tuoi mezzi a disposizione per salvare la persona che ami. Le sorelle di ferro sono rimaste stupite dalla tua determinazione nel salvare Magnus. Ed è tutto dire da delle donne fabbro non sposate"
Magnus rise ripensando a quanto la sorellanza non era cambiata nel corso degli anni.
"Da che ricordo le sorelle di ferro sono sempre state toste. Delle guerriere ineguagliabili"
La signora Lightwood gli rivolse un sorriso pieno di orgoglio.
"A noi rimangono solo delle storie tramandate dai libri e nulla più. sarei molto curiosa di sapere tutto sulle vecchie Sorelle di Ferro, ma temo che voi abbiate ancora tanto di cui parlare. È stato un piacere Magnus."
A Magnus dispiaceva che lei se ne andasse, e nonostante le Sorelle di Ferro fossero intimidatorie, trovava che la mamma di Alec fosse una persona deliziosa. Trovò il coraggio di abbracciarla e lasciarsi rassicurare dalla sua stretta. Salutò Alec con una carezza sulla guancia e se ne andò raggiungendo le sorelle di ferro.
"Deve essere stata dura essere cresciuti da una sorella di ferro."
Lo sguardo di Alec era ancora fisso verso la porta da cui la madre era uscita, ma Magnus vide nascere sul suo viso un sorriso sghembo da capogiro. Si doveva ancora abituare di riavere Alec con sé.
"Lo è da meno di un mese. Ha lasciato casa dicendoci che aveva trovato qualcuno disposto ad aiutarla. Penso che non abbia mai realizzato il divorzio con papà."
Magnus si sentiva dispiaciuto per lei. Robert non meritava una donna così straordinaria.
"Sapeva del Clave?"
Alec annuì.
" Mi aveva cercato di avvertire sul Clave, ma ha voluto che affrontassi questo da solo. A quanto pare chiunque io conosca sapeva la verità ma non si è preoccupato di dirmela"
Era giunto il momento di parlare delle innumerevoli bugie che aveva raccontato ad Alec. Magnus aveva sognato quella conversazione nei suoi incubi peggiori.
"La colpa è solo mia. Ero così sicuro che saresti stato disgustato dalla mia magia che ho costretto Clary e Jace a nasconderti la verità. Se ti avessi detto subito del mondo invisibile e di me, non saremmo arrivati a questo punto. Mi dispiace, Alec"
Alec aveva ancora lo sguardo rivolto in avanti, lontano dalla portata di Magnus.
"L'unico che mi ha detto la verità è stato mio padre, per suo tornaconto personale ovviamente"
Si girò verso Magnus, che non sapeva leggere la sua espressione.
"Se mi avessi avvertito del pericolo che correvano i nascosti, non mi sarei mai unito al Clave. "
Magnus si sentì profondamente in colpa perché sapeva che Alec aveva ragione. Lo aveva sottovalutato, mentre in realtà aveva gestito la situazione meglio di come lo aveva fatto lui. Aveva lasciato che le sue insicurezze distogliessero la sua attenzione da ciò che Alec era veramente: una persona che aveva vissuto delle ingiustizie sulla sua pelle e che non avrebbe lasciato che anche altre persone le subissero. Fece per parlare, ma Alec fu più veloce.
"Sarò stupido, ma per oggi non voglio sapere più niente. Nell'ultimo periodo la mia mente ha dovuto realizzare parecchie cose. Credo che tu possa capire."
Magnus annuì, confuso dall'improvviso cambio di rotta di Alec. Lui lo notò e solo lì Magnus si accorse di quanto fosse stanco. Sulla pelle chiara, appena sotto gli occhi, vi erano segnate delle ombre nere di stanchezza. Il sorriso era tirato su con fatica. Nonostante avrebbe potuto donargli l'energia necessaria per attraversare l'inferno indenne, il suo Alexander era solo un umano. Si avvicinarono l'uno l'altro per la sola esigenza di sentirsi vicini in quella apparente quiete che si era creata tra di loro. Magnus era così ipnotizzato dai piccoli smeraldi negli occhi di Alec che non riuscì ad aggiungere altro. Tra le piccole gemme che si facevano mano a mano più vicine e il sorriso che nacque sul viso di Alec, Magnus non sapeva di che morte patire. Alec si avvicinò fino a rubargli un piccolo bacio sulle labbra.
"Abbiamo tutto il tempo del mondo adesso"
Magnus sapeva che così non era, ma per un po' decise di farselo bastare.
"Andiamo a casa e sfruttiamolo al massimo"
Alec sorrise e Magnus pensò che per una volta il tempo sarebbe stato dalla sua parte.