Alec

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Uscendo da casa di Magnus, Alec notò tra la folla newyorkese la chioma bionda di Jace che veniva verso di lui. Alec vide subito che aveva un passo lento e pesante e i suoi piedi strusciavano leggermente per terra. Alec si ricordò di quando non sentiva la necessità di seguire passo per passo i movimenti di Jace. Da quando aveva iniziato gli allenamenti con lui erano il suo punto fisso poiché doveva prevedere e visualizzare le sue mosse.  In quel momento, percepiva che l'amico aveva meno energie in corpo di quante ne aveva il mattino prima. Nonostante questo, il suo sorriso era luminoso e niente lasciava intendere che non avesse dormito o riposato. E questo rese tutto più strano.

"Ora non solo non ti fai vivo più a casa ma sei pure in ritardo per l'allenamento"

Alec controllò l'orologio e effettivamente erano mezzogiorno passato.

"Ehm... oggi avevo intenzione di andare all'allenamento tardi. Scusa se non ti ho avvertito"

Jace gli diede una pacca così forte sulla schiena che Alec era sul punto di vomitare lì la colazione.

"Per fortuna, ho avuto un presentimento e sono uscito più tardi anche io. Vogliamo andare?"

Alec alzò un sopracciglio chiedendosi che presentimento avesse potuto avere Jace che non riusciva a indovinare neanche le previsioni del meteo.

Si incamminarono verso il covo delle Sorelle. Ormai quella era diventata una routine. Allenamento, Pranzo, allenamento, pranzo. La sera Jace continuava a vendere i gelati a Central Park e dintorni per continuare a guadagnare qualche soldo mentre Clary continuava a studiare all'Accademia dell'Arte e a dipingere. Per aiutare Jace con i soldi, riusciva a vendere alcune delle sue tele, quelle che lei riteneva meno interessanti da mostrare un domani a una mostra. Alec non aveva idea di cosa facesse Simon prima di tutta questa storia degli Shadowhunters, ma anche lui aveva sfruttato i suoi interessi nerd per aiutare Clary a disegnare un fumetto. Insomma, più o meno tutti avevano conservato una parvenza di normalità. L'altra parte dell'Istituto non occupata dai Nascosti era presa in carico da sua sorella Isabelle, che aveva deciso di non unirsi agli Shadowhunters. Alec passava raramente a controllare come andassero le cose e doveva ammettere che gli mancava il suo vecchio lavoro.

"Come vanno le cose all'Istituto?"

Alec ci mise un po' per capire  quale parte dell'Istituto intendesse Jace.

"Magnus ha quasi dimesso metà dei Nascosti. Alcuni hanno avuto dei danni permanenti e sta cercando con la magia di trovare un rimedio senza peggiorare le cose"

Jace annuì.

"Sono andato a parlare con Isabelle ieri"

Alec iniziava a pensare che più che presentimento Jace fosse capace di leggergli nel pensiero.

"Perché?"

Jace fece spallucce.

"Volevo sapere se avesse cambiato idea"

Alec ingoiò rumorosamente sperando in una risposta negativa. Jace lo fissava dispiaciuto ma continuò come se non avesse scelta.

"So che tu non vuoi che lei si unisca a noi, ma Clary è convinta che lei ci potrebbe dare una grossa mano. E lo penso anche io. Isabelle è una tipa tosta e impara le cose in fretta. Se magari le mostrassimo le cose da una diversa prospettiva, forse cambierebbe idea"

"Perché? Esiste un'altra prospettiva? Ci alleniamo per uccidere dei demoni infernali. Non credo esista una spiegazione migliore o meno aberrante"

Jace scosse la testa.

"Non capisco perché Isabelle non prova quello che proviamo noi. Quando abbiamo visto la visione di Clary abbiamo sentito tutti il bisogno di unirci alla causa. Persino Simon che non proviene nemmeno da una famiglia di Shadowhunters"

Alec scrollò le spalle. Non provava il minimo interesse nel sapere perché sua sorella non volesse rischiare la propria vita per combattere demoni.

"Forse dipende dalla sanità mentale della persona. Se ci pensi effettivamente, quello che stiamo facendo è da pazzi. È pericoloso e comunque nessuno ci sta obbligando a farlo. Hai mai pensato che i pazzi siamo noi?"

Jace rifece spallucce e Alec fu d'accordo che a certe domande l'unica risposta sensata da dare fosse quella.

"Non siamo pazzi. Siamo solo motivati. Forse nostra sorella non nutre la nostra stessa motivazione. È riuscita a vedere la visione senza impazzire come noi, quindi vuol dire che i nervi non le mancano"

Quella volta fu il turno di Alec a fare spallucce.

"Forse è come dice Cleophas. Forse semplicemente non è pronta."

Rimasero in silenzio per un po' prima di vedere Simon entrare dalle Sorelle. Alec era convinto di aver visto anche un ciocca rossa e avrebbe voluto dare tutto il merito alla sua vista eccezionale se il sorriso di Jace non gli avesse confermato che Clary era lì.

Entrarono anche loro dentro il rifugio delle Sorelle attraversando la porta che ormai avevano imparato a riconoscere. Simon e Clary si erano fermati davanti l'entrata e dalle loro espressioni Alec dedusse che non fosse per aspettare lui e Jace. Simon aveva la fronte corrugata dalla preoccupazione e Alec avrebbe osato dire che erano entrati nel bel mezzo di una conversazione importante. Infatti, le braccia di Simon erano incrociate come se stesse aspettando una risposta che Clary non intendeva dargli. Anche lei sembrava preoccupata ma nei suoi occhi era presente un'ombra di tristezza che Alec, e nemmeno Simon pareva, non sapeva interpretare. Entrambi si girarono quando li videro entrare. Clary salutò Alec con la mano e Jace con un sorriso teso che non mostrava alcun sollievo da quella interruzione. Simon non accennò nemmeno un saluto, il che sorprese Alec poiché Simon era sempre di animo allegro anche nei momenti di tensione.

"Clary tutto bene?"

Lei annuì questa volta provandoci di più per risultare convincente.

"Sì. Simon mi stava chiedendo una cosa. Ne parliamo dopo semmai? Vero Simon?"

Simon annuì ma Alec notò che la sua mascella era in tensione. Sembrava quasi che se avesse parlato si sarebbe tradito mostrando rabbia e perdendo il controllo anche se Alec trovò difficoltà a vedere Simon arrabbiato sul serio.

Jace e Clary andarono avanti lasciando Simon e Alec dietro di loro. Ad un certo punto, Alec si sentì tirare per il braccio.

"Alec, ti devo parlare di una cosa. Riguarda Jace e Clary."

Alec guardò che il volto di Simon non era cambiato da prima. Annuì per non farsi vedere da Jace e Clary. Simon gli rispose facendogli un cenno con la testa.

"Adesso, no. Ci sentiamo dopo e ti dirò tutto. Non parlarne con Jace"

Alec lesse negli occhi di Simon preoccupazione e confusione, ma ci vide anche riflesso determinazione e decisione. Se ciò che sospettava Simon era vero, Alec avrebbe dovuto aggiungere qualcosa alla lista di "Cose che Jace mi ha nascosto".

Solo Due SatellitiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora