Alec

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Dopo una nottata di riposo Alec era fresco come una rosa e pronto a tornare al suo lavoro come niente fosse. Si stava cambiando per andare all'Istituto mezz'ora prima dell'inizio del suo prossimo evento quando sentì il cellulare squillare sul tavolo. Un numero sconosciuto apparve sulla schermata del suo telefono.

"Pronto, con chi parlo?"

"Oltre ad esserti rifiutato di parlarmi ieri sera non ti sei neanche degnato di salvare il mio numero sulla rubrica?"

La voce femminile dall'altra parte del telefono era abbastanza irritata, ma Alec la riconobbe subito.

"Scusami, Livia. Come ti ho detto avevo mal di testa e un po' di febbre ieri."

"Lydia prego. Noto che hai dei problemi di memoria."

"Niente di personale."

Sentì Lydia sbuffare dall'altra parte della cornetta.

"Vogliamo incontrarci e parlare di ciò che è successo ieri? Ti prego, ho bisogno di confrontarmi con qualcuno. Riesci a liberarti oggi?"

Alec ci pensò sopra. Al contrario di Lydia non voleva pensare a ciò che aveva visto ieri sera, ma la curiosità di lei lo influenzava.

"Ho una mezz'ora adesso se te sei libera..."

Alec non riuscì neanche a finire la frase che la ragazza lo bloccò.

"Perfetto! Allora facciamo al bar di fronte l'Istituto così sei di strada."

Ad Alec venne in mente il ragazzo biondo che era presente insieme a loro al meeting.

"Non pensi che dovremmo invitare anche..."

Dall'altra parte non gli rispose nessuno perché Lydia aveva già attaccato il telefono. Alec scrollò le spalle e finì di prepararsi. Indossò la sua solita uniforme: camicia bianca con giacca e cravatta neri. Stava prendendo gli ultimi documenti quando vide comparire da dietro la porta la faccia stanca di Jace. Alec dedusse che aveva passato la notte dalla ragazza.

"Buongiorno. Hai avuto una bella serata?"

"Bella ma non così riposante come la tua. Vedo che ti sei ripreso da ieri sera."

"Già. Una bella dormita era quello che ci voleva."

Jace sbirciò i documenti che Alec aveva in mano.

"Stai andando all'Istituto?"

"Dove sennò? Voglio cambiare le decorazioni della stanza principale prima che Isabelle ci metta le mani sopra con il suo cattivo gusto"

Jace non fece in tempo ad aggiungere nient'altro che Alec era già uscito. Non aveva la minima intenzione di dire ai fratelli in quale razza di setta faceva parte loro padre. Camminò più in fretta che poteva per raggiungere Lydia e arrivare puntuale all'Istituto. Entrando all'entrata del bar Alec si sorprese nel vedere il ragazzo biondo del giorno prima salutarlo come se lo stesse aspettando per un appuntamento. Alec si ricompose e ricambiò il saluto del biondo sperando che lui gli ridicesse il suo nome.

"Come mai qui?"

Alec voleva tentare di dare una risposta che non lo faceva sentire pazzo davanti a degli estranei.

"Mi ha chiamato Lydia ieri sera per parlare di... insomma... quello"

Il ragazzo iniziò ad annuire con la testa.

"è stato così anche per me. Ha voluto incontrarmi il prima possibile nonostante io volessi evitare tutta questa.... Ehm.... Faccenda. Se sapevo che ci saresti stato anche tu mi sarei convinto a venire."

"Eccovi tutti e due!"

Lydia li raggiunse indicando un tavolo appartato in fondo alla sala. Alec capì che Lydia era abituata a comandare e a vedere la gente obbedire. Chissà come faceva il suo fidanzato. Appena si sedettero Lydia cominciò a parlare.

"Allora? Che idea vi siete fatti di tutto ciò?"

Alec le restituì lo sguardo.

"Nessuna. Sono della stessa opinione di ieri. Ovvero ci hanno drogato tutti."

"Non troppo in fretta, Lightwood. Mia madre è una poliziotta e tramite dei contatti all'interno della caserma sono riuscita a fare il test antidroga. Ecco a voi i risultati."

Lydia tirò fuori una cartellina con dei fogli dentro. Alec ne prese uno mentre il suo sguardo saltò tutti i valori per individuare il risultato che interessava a lui. "Risultato: negativo"

Incrociò lo sguardo di Lydia che sembrò capire appieno il suo stupore.

"A meno che non si tratti di una droga che si dissolve in pochi minuti eravamo pienamente in noi ieri. E io continuo a vedere delle insegne strane."

"Quindi? Dando per vero quello che ci hanno detto, come agiamo?"

"Bravo biondo. Giusta osservazione." Pensò Alec.

"Mi sembra abbastanza ovvio. Andremo ai loro incontri e li ascolteremo"

Guardando le facce attonite dei due ragazzi, Lydia alzò gli occhi al cielo.

"Avete un'idea migliore?"

In quel momento, si sentì la suoneria dei messaggi di Alec.

"Tra tre giorni alle nove all'Istituto nella stessa sala. Spero che tu non sia troppo sconvolto. Robert"

Alec rivolse un sorriso ai suoi due compagni.

"è un mio onore informarvi che il prossimo incontro si terrà tre giorni nella stessa sala dell'Istituto. Ormai siete di casa."

Ovviamente suo padre non aveva abbastanza tempo per accertarsi che suo figlio fosse realmente scioccato. Alec non sapeva cosa gli fosse passato per la testa quando aveva detto di sì a suo padre. Magari aveva sperato che dopo aver visto come funzionava bene l'Istituto gli avrebbe fatto i complimenti per come Alec lo gestiva e l'impegno che ci metteva, ma niente. Avrebbe dovuto sapere che Robert non era minimamente capace di provare affetto verso i suoi figli, soprattutto verso di lui che era stato la sua più grande delusione. Probabilmente lo stava usando solamente per avere libero accesso all'Istituto e nonostante questo, Alec sperava che tutta quella faccenda li unisse. Guardò l'orologio e per lui era quasi ora di iniziare.

"Al prossimo incontro. Vi saluto"

Lydia lo guardò speranzosa.

"Ci sarai?"

"Devo pur controllare di cosa blaterano questi pazzi nel mio Istituto." 

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