Magnus

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Magnus stava attendendo che lo facessero entrare in tribunale per decretare la sua condanna a morte. Lo sapeva che non ci sarebbe stata nessuna speranza per lui e comunque aveva deciso di non usare la sua magia per salvarsi. Era stata un'imprudenza esporsi in quel modo. Magnus era stato colpito di spalle e poi accerchiato da degli uomini mentre difendeva Clary da un demone con le sembianze di Jace. Fortunatamente, era riuscito a distruggerlo, ma non prima che il Clave traesse le sue solite conclusioni affrettate. Da quando lo avevano arrestato non erano stati di molte parole, ma Magnus non si aspettava neanche che chiamassero qualcuno per difenderlo in tribunale. Dalla stanza in cui lo avevano rinchiuso sentì la voce di Robert Lightwood che preannunciava la sua entrata in scena.

"Siamo qui per il processo di Magnus Bane, noto indovino di Brooklyn, accusato di sette omicidi a sfondo demoniaco. Tre giudici decideranno se giudicarlo colpevole a seconda delle prove e dei testimoni"

Magnus rise alla frase " Tre giudici decideranno" perché probabilmente era tutto già deciso e le persone che avrebbero testimoniato non lo avevano mai visto, ma al Clave questo non importava. Le guardie lo scortarono in tribunale davanti a tutti i presenti. Magnus non sapeva quanti fossero, ma era sicuro che almeno ai cinquecento arrivavano. Lo fecero sedere nella parte destra della sala dove di solito si sedeva la difesa. In questo processo in particolare c'era solo lui contro l'intero Clave nella parte opposta. Una situazione ridicola. Tanto valeva ucciderlo subito invece di creare quella pagliacciata. Arrivò il primo testimone che rivelò di essere andato ad una lettura delle carte a casa di Magnus, e che quest'ultimo gli avesse proposto di entrare nella sua setta per aiutarlo a conquistare il mondo e uccidere chiunque lo ostacolasse. Secondo Magnus non ci credeva nemmeno lui a ciò che stava dicendo, ma le persone lì presenti sembravano sconvolte da questa testimonianza. Ed era solo la prima. Un signore sulla sessantina che diceva di chiamarsi Branwell invitò Magnus a sedersi sul banco degli imputati per rivolgergli qualche domanda.

"Signor Bane, lei conosce la persona che ha appena testimoniato?"

"Che io ricordi non l'ho mai incontrata"

"Eppure dice di essere andato ad una sua seduta"

"In tanti vengono per la lettura delle carte. Facevo il possibile per accontentare chiunque e mi dispiace, ma non mi ricordo proprio di ogni singola faccia che vedo"

"E faceva quella proposta a tutti i suoi clienti? O sceglieva solamente quelli che mostravano in quella seduta segni di debolezza?"

"Non mi è mai venuto in mente di escogitare una cosa del genere, si figuri di proporla a qualcuno."

" Che razza di piano è conquistare il mondo?" Pensò Magnus amareggiato per la poca originalità.

Branwell non aveva avuto nessuna reazione particolare alle parole di Magnus. Rimaneva lì fermo a porgli quelle domande senza senso, fino a quando non si allontanò per sfogliare dei documenti. Tirò fuori una foto di Calry e la mostrò al pubblico per ricordare di come Magnus le avesse rovinato la vita.

"Lei è consapevole del fatto che la signorina Clary Fairchild mostrata in foto non può testimoniare il vero in questo tribunale perché l'ha ammaliata e fatta sua complice?"

Magnus rimase in silenzio rifiutando di rispondere alla domanda. Avevano tolto di mezzo l'unico testimone che contraddiceva le loro accuse infondate e la stavano facendo passare per pazza.

"Le faccio un'altra domanda signor Bane. Qualcun altro è coinvolto in questo? Aveva altri complici che lavorano per lei?"

"Nessun altro"

"Ne è sicuro? Tenendolo segreto peggiorerà solamente la sua situazione."

La risata di Magnus rimbombò per tutta la stanza spaventando le persone nelle prime file.

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