"Ho visto qualcosa!"
Simon era a pochi metri da Alec ma sembrava vedere meglio di lui al buio. Indicò un punto in lontananza
"Sembrava una luce al led. Era verso il ponte di Brooklyn"
"Dirigiamoci là"
Non sapeva perché ma appena Simon aveva indicato il noto monumento sentiva che si stavano avvicinando a Jace. Mentre camminavano cercò di scrutare l'espressione di Simon in quel momento.
"Senti che stiamo andando dalla parte giusta?"
Lo vide chiudere gli occhi come per concentrarsi. Anche per lui era complicato capire e focalizzare l'attenzione su quello che stavano facendo.
"Sento di sì"
Alec prese i guanti dalla tasca e se li mise sperando di azzeccare la mano giusta per ciascuno dei due.
"Prima arriviamo, prima capiamo cosa ci sta succedendo"
Una forte luce si propagò in quell'attimo e per un momento gli occhi di Alec furono accecati dall'intensità. Accanto a lui, Simon trattenne il respiro e Alec lo sentì scattare indeciso su cosa fare.
"Pensi che è la stessa luce che hai visto prima da lontano?"
"Sì, ma mi sembrava più potente"
"Allora dobbiamo sbrigarci. Hanno già iniziato ad attaccare"
Le luci notturne di New York sembravano oltrepassarlo mentre correva per le strade della città. Non era una serata ventilata ma l'aria gli rigava la faccia per via della velocità. Alec non sentiva nemmeno la fatica rallentargli i muscoli o il respiro. Simon che era per pochi centimetri avanti a lui sembrava subire lo stesso effetto. Presumeva che dovevano tutto a Hodge e ai suoi allenamenti folli. E alle Sorelle per l'aiuto che gli avevano fornito. Man a mano che si avvicinarono nel buio la vista di Alec migliorò e vide in lontananza varie figure. E non gli sembravano per niente umane. Aumentò il passo e tirò fuori la sua spada angelica.
"Simon, ricorda. La nostra priorità è trovare Jace e Clary. Appena uno di noi li avvista dà una voce. Non ci separiamo"
"E possibilmente evitiamo di farci uccidere"
Appena le figure che si trovarono davanti furono ben distinte, Simon e Alec mantennero le distanze nel tentativo di individuare i loro amici tra quel branco di mostri. Alec non aveva mai visto un demone fino a quel momento e Magnus si era sempre rifiutato di descriverne uno. Molti loro potevano passare per crostacei giganti poiché avevano delle corazze, ma in alcuni Alec non riusciva neanche a vedere una forma poiché sembravano ricoperti di muco o di un liquido altrettanto viscido. L'unica cosa che li caratterizzava era un colore spento che li permetteva di passare inosservati durante la notte. Tra quelle creature non familiari, Alec sperava di scorgere facilmente Jace e Clary anche se quelle creature non sembravano stessero lontano contro qualcuno. Al contrario, andavano avanti e dietro senza seguire una direzione precisa e quindi non si sentivano sotto attacco. Simon teneva lo sguardo fisso tra le creature nella speranza di intravedere un movimento di Clary.
"Non sono qui. Si devono essere mossi"
"E se non ci fossero mai stati? Non siamo sicuri che questa cosa del parabatai funzioni come un navigatore"
"Ma ci ha condotto qui per una ragione. Forse se ritentiamo..."
Simon non finì la frase che un grido si propagò nell'aria. Le creature non sembravano notarlo, ma Simon scattò verso la strada dove sembrava provenire il grido. Anche Alec aveva capito che quel suono straziante era di Clary. Non doveva essere lontana.
"Clary! Clary dove sei?"
Alec e Simon la cercarono in tutti i vicoli che incrociavano ma di lei non c'era traccia.
"Simon!"
Il grido era debole ma sembrava provenire da un vicolo vicino e il suono rimbalzò facilmente tra le mura. Si avvicinarono e capirono di averla trovata quando videro una luce intensa riflettersi tra le mura. La luce della spada illuminava solamente il viso di Clary e sebbene il buio nascondesse la stazza del demone, Alec riuscì a intuire che quella creature fosse deforme e bavosa. Clary era bloccata tra il muro e il demone e solamente la spada angelica che illuminava l'intero vicolo riusciva a distanziarli. Il rosso dei capelli di Clary sembrava una fiamma al cospetto della creatura che aveva davanti e che era per la maggior parte velata nel buio. Il suo sguardo si rivolse verso Simon e nonostante nella sua espressione si leggesse la paura riuscì a trovare la voce per urlare.
"La spalla destra! È il suo punto debole"
Con una velocità che non gli aveva visto neanche prima, Simon scattò e dopo neanche tre passi saltò. Doveva vederci meglio di lui al buio perché non aveva realizzato che il demone fosse così alto. Mentre i suoi piedi si alzarono in aria per due metri, Simon estrasse la spada angelica che al suo tocco si illuminò di una luce ancora più accecante di quella prodotta da Clary che era debole. Con un colpo secco ma deciso infilzò la lama sulla spalla destra e di colpo il mostro produsse un verso incomprensibile che doveva essere di dolore. Dopo due secondi, il suo corpo si disintegrò e non rimase più niente di quella creatura che poteva testimoniare della sua presenza in quel mondo. Intanto Clary si era accasciata al suolo con le gambe distese. Simon le fu subito accanto, ma lei dolorante rivolse lo sguardo verso Alec.
"Lo devi trovare. È qui da qualche parte"
La sua voce era appena udibile, così Alec si avvicinò a lei.
"Sai dove precisamente?"
Lei fece una smorfia di dolore. Era evidente che anche parlare in quel momento le costasse fatica.
"Cerca nei paraggi. Lui ti sentirà"
"L'ha morsa..."
Simon mostrò ad Alec il polso di Clary. Il demone le aveva lasciato il segno del morso e del liquido nero le uscì dalla ferita dove avrebbe dovuto esserci sangue. Simon tremava e aveva le lacrime agli occhi e Alec temette che gli stesse vendendo un attacco di panico. Prese dalla tasca il suo cellulare.
"Chiama Magnus. Sarà qui a momenti. Io vado a cercare Jace"
Non sentì neanche la risposta di Simon che già stava uscendo dal vicolo.