Appena Alec varcò la soglia dell'Istituto percepì che qualcosa era cambiato dentro quelle mura. Lui e Magnus erano entrati dalla porta principale, ma al contrario di ciò che si era aspettato, la sala centrale era piena di gente che andava avanti e indietro.
"Che cosa succede?"
"Questi sono i Nascosti che si sono offerti per aiutare i malati"
Molti di loro entravano e uscivano da una porta che una volta portava alle sale delle riunioni. Alec avanzò in quella direzione, ma Magnus gli si mise davanti bloccandogli la strada.
"Alexander, non puoi entrare! Molti di loro non sono ancora pronti alla visita di un estraneo, per di più umano!"
"Anche loro sono umani se non sbaglio. Da quando Jonathan Shadowhunters espresse il suo desiderio di rimuovere ogni forma demoniaca dalla terra."
"Essere Nascosti significa molto di più che avere sangue demoniaco o poteri sovrannaturali. Molti di noi si conoscono da secoli e da altrettanti anni abbiamo vissuto rivivendo ad occhi aperti il nostro passato. Sappiamo riconoscere se la persona davanti a noi è un vampiro dal modo di camminare e parlare, o solamente perché lo capiamo e basta. Appena entrerai in una di quelle sale, vedrai che di quella parte umana che era rimasta in loro è stata portata via."
Alec abbassò lo sguardo e pensò a cosa aveva vissuto Magnus in quei giorni senza il suo sostegno. Era costretto a vedere persone che conosceva da una vita riprendere il contatto con la realtà dopo anni di prigionia e di esperimenti. Forse Magnus non lo voleva lì perché sapeva che la sua presenza sarebbe stata un peso e a quel pensiero, Alec perse tutto l'entusiasmo di poche ore prima. Non voleva essere risucchiato ancora in quell'orbita di dolore che non riusciva a controllare. Sarebbe stato molto più facile scappare e nascondersi da tutta quella sofferenza, ma allo stesso tempo c'era qualcosa che lo tratteneva lì. Non voleva nascondersi dal suo dolore, o quello degli altri. Se pensava a quanti anni aveva trascorso, quanto tempo aveva perso per sotterrare il suo dolore per poi sentirlo tornare in superficie più lancinante di prima. Nella sua vita mondana, aveva ottenuto un successo professionale notevole, ma prima di questo lui stesso era stato un emarginato. Trattato da estraneo dal suo stesso padre, non gli era rimasto altro che l'Istituto. L'unico posto che gli aveva tenuto le porte aperte quando quelle di casa sua gli erano state chiuse in faccia. . Da quel momento si promise che non sarebbe stato l'ultimo incompreso a trovare rifugio in quelle mura. La presa di Magnus era ancora ben salda sul suo braccio, e nonostante i suoi occhi fossero stanchi gli rimaneva la forza per aiutare i suoi amici. Alec capì che doveva aiutarlo senza intralciarlo e seguendo al meglio le sue indicazioni.
"Magnus, voglio solo aiutare. Ti prego aiutami a farlo "
Magnus lo guardò visibilmente confuso dal tono supplichevole con cui si era rivolto Alec.
Gli fece cenno di seguirlo e si avviò nel corridoio opposto. Alec ricordava che quelle sale erano più piccole rispetto all' ala opposta perché spesso le riservava per aziende piccole con pochi membri. Attraversarono il corridoio fino ad arrivare all'ultima porta in fondo. Magnus l'aprì ed entrò cautamente. Alec lo seguì e notò subito che la stanza era piuttosto spoglia. Due letti , uno vuoto e uno occupato da un ragazzo magro. Vide le spalle di Magnus raddrizzarsi mentre avanzava verso di lui. Ogni segno di stanchezza sembrava sparito dalle sue spalle e Alec si chiese quanta energia bisognava avere per fingere di stare bene.
"Come andiamo Elias? La testa ti gira ancora?"
Elias gli rivolse un sorriso calmo che mai Alec avrebbe pensato di vedere tra quelle mura.
"Ciao Magnus. Molto meglio dall'ultima iniezione che mi hai fatto. Anche se la testa mi gira appena mi alzo"
"è normale. Con due o tre iniezioni riusciremo ad eliminare gli effetti della iniezioni precedenti"
Magnus si girò e fece ad Alec un sorriso di incoraggiamento. Alec, che ancora non aveva ben chiaro il suo ruolo in quella faccenda, si avvicinò al letto su cui era seduto Elias. Quest'ultimo lo guardava con curiosità e anche se aveva l'aspetto di un diciottenne, Alec capì guardando i suoi occhi che doveva avere almeno una centinaia di anni. Intanto Magnus fece comparire con un scrocchio di dita un tavolino.
"Questo è il mio nuovo assistente. Si chiama Alec Lightwood. Avrai sentito parlare di lui"
"Oh sì. Non ero sicuro fosse lui"
Alec sentiva le occhiate pesanti di Elias addosso. Non sapeva se aveva sentito parlare di lui come il fidanzato di Magnus o come il figlio di colui che aveva rinchiuso i suoi simili in delle celle come cavie da esperimento.
"Adesso sto preparando un liquido da iniettare nel corpo di Elias. Osserva e cerca di ricordare i movimenti che faccio."
Magnus fece comparire sul tavolino due bottigliette in vetro con due liquidi di diverso colore.
"è abbastanza facile. Devi riempire per metà la siringa con il liquido di colore rosso e l'altra metà con quello giallo in modo che esca fuori un colore verde chiaro. Così"
Magnus gli fece vedere la siringa che era diventata di colore verde prato. Legò con un elastico l'avambraccio di Elias per prendergli la vena. Infilò l'ago e iniettò tutto il liquido dentro la siringa.
"Adesso dovresti dormire per un po'"
Elias annuì lentamente già in balia del sonno.
"è stato un piacere Alec. E grazie"
Si addormentò e Magnus delicatamente gli sistemò il cuscino dietro la testa.
Alec si sentiva frastornato. Elias dormiva beato come se fino ad un settimana fa non fosse stato prigioniero di un gruppo di pazzi.
"Fortunatamente per lui, è stato rinchiuso lì dentro per pochi giorni. Inizieremo prima da loro che sono meno impressionabili. Va bene?"
Magnus gli appoggiò la mano sul braccio e Alec si sentì stranamente felice di poterlo aiutare in qualche modo.
"Avanti. Questi sono anche calmi e docili ma sono anche numerosi. Ce ne sono altri 100 su questo piano"