La stanza che aveva riservato all'Istituto era abbastanza grande da contenere almeno quindici persone. L'incontro era stato fissato per le 10 di mattina, ma ovviamente Alec era lì già da mezz'ora prima dell'inizio. Su richiesta di suo padre, oltre a un tavolo e delle sedie da studio, Alec aveva fatto aggiungere da degli addetti ai lavori uno schermo collegato a un computer. Ogni tanto gli capitava di riservare una sala per i meeting di lavoro ma non vi aveva mai preso parte. E se mai fosse successo, si sarebbe aspettato almeno di conoscere l'argomento di cui si parlava. Per sua sfortuna, suo padre non gli aveva dato questo privilegio. Erano le 9:40 e Alec si aspettava che nessuno arrivasse prima delle 10.50, ma ad un tratto sentì dei passi. Un ragazzo abbastanza alto con una capigliatura bionda folta stava percorrendo il corridoio con un passo un po' incerto. Alec dedusse che fosse la prima volta che entrasse all'Istituto. Ricordava ancora il senso di smarrimento dopo aver varcato la soglia di quell'edificio. Appena il ragazzo si accorse della presenza di Alec si avvicinò lentamente in maniera un po' insicura."E qui dove si tiene questo importante "incontro"? Lo so, sembra un po' vago, ma non mi è stato detto molto"
Un'altra persona che non sapeva di cosa si trattasse. Almeno non era solo.
"Se non ne sai molto, allora sei nel posto giusto. Io avevo solo il dovere di riservare una stanza. Mi chiedo se qualcuno sappia perché siamo qui"
Alec osservò il ragazzo attentamente. Era vestito più o meno come lui. In giacca e cravatta per non si sa quale motivo. Alec notò anche che sembrava molto più rilassato adesso che aveva scoperto che non era solo.
"Mio padre sicuro sa qualcosa ma non me l'ha voluto dire"
"Anche mio padre ha a che fare con questo. Chissà perché è così segreto"
"Forse in realtà sono delle spie sotto giuramento. Comunque piacere, io mi chiamo Andrew Underhill " Disse il ragazzo tendendogli la mano.
"Io sono Alec Lightwood" Si presentò ricambiando la stretta.
"Wow. Ho sentito parlare di te. Sei te che gestisci l'Istituto? Impressionante, è un posto immenso."
"è un gran daffare, però ho mia sorella e altra gente in gamba che mi aiuta"
Mentre Underhill stava per rispondergli, dei passi rimbombarono per il corridoio. Rumori di tacco. "Una ragazza. E direi anche giovane" pensò Alec che sperò con tutto sé stesso che non fosse Isabelle. Con suo sollievo, entrò una ragazza bionda che indossava un abito da lavoro formale quanto il loro. "Un'altra chioma bionda. Sono circondato". Al contrario di Underhill, la ragazza sembrava molto sicura di sé.
"Dalla vostra espressione dispersa deduco che sono nel posto giusto. Piacere sono Lydia Branwell. Voi siete?"
La frase era rivolta a entrambi, ma lo sguardo e la mano della ragazza erano rivolti ad Alec.
"Alec Lightwood" Alec pensava a quante volte in quella giornata avrebbe dimenticato nomi e facce ripetendo il suo nome.
"Vedo che avete già iniziato a conoscervi."
In mezzo al corridoio c'erano tre uomini in giacca e cravatta che si stavano avvicinando verso di loro. Uno era Robert mentre gli altri due non li conosceva. Uno si avvicinò ad Andrew mentre quello che aveva parlato a Lydia. Entrarono tutti dentro la sala e si accomodarono davanti la scrivania, tranne il signor Branwell che rimase in piedi con dietro lo schermo.
"Ringrazio i ragazzi per essere venuti in orario e per essere stati pazienti riguardo a ciò che apprenderanno oggi. Sarà difficile credere a quanto vi sto per dire ma una volta usciti di qua capirete che avrò ragione."