Alec

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Alec non si era nemmeno accorto che l'incantesimo che Magnus gli aveva fatto si era sciolto completamente, ma alla fine, pensò, era durato quanto bastava per farlo entrare incolume fino a lì. Aveva chiamato Magnus ed era questione di minuti prima che lo venisse a salvare. Intanto Branwell lo stava guardando deluso, scontento come un padre che guarda suo figlio rompere un vaso.

"Non mi è piaciuto questo gioco Alexander."

Sentirsi chiamare con il proprio nome di battesimo dall'uomo che odiava di più sulla Terra, gli nauseò più della puzza acre di quella stanza. Evitò di sputargli sulle scarpe e cercò di trovare delle parole che gli facessero guadagnare tempo e non mostrassero troppo il disprezzo che provava per lui.

"Non gradisco che degli estranei mi chiamino con il mio nome di battesimo. Per lei io sono solo Alec"

Branwell lo continuò a guardare con la stessa espressione da padre ferito e sembrava che quello che gli aveva appena detto Alec lo avesse ancora più incupito.

"Non avrei mai pensato che saresti arrivato a tanto Alec. Fare usare su di te la magia di quello stregone. Ti ha corrotto così in fondo che inizio a pensare che non ci sia più speranza per te"

"io invece è da un po' che penso che lei sia fuori di testa, però per quanto io la disprezzi non mi sognerei mai di rinchiuderla qui, in questo inferno"

"Queste sale, caro il signor Lightwood, sono il futuro della nostra civiltà. Grazie a questi corpi possiamo testare qualsiasi tipo di farmaco e cura. Ci permettiamo anche di sfamare qualche nostra  piccola curiosità."

Alec avanzò un passo verso Branwell e vide le guardie dietro fare altrettanto verso Alec, ma Branwell alzò un braccio e si fermarono.

"Lei sta facendo degli esperimenti su degli esseri umani"

"Sono progenie di demoni travestiti da umani. Sono infetti.  Lo stregone che lei ha difeso è come loro, se non peggiore. Meriterebbe più di tutti di stare qui dentro"

Il colpo era partito così veloce che nei primi tre secondi le guardie non videro il pugno di Alec scagliarsi su Branwell. Lo stesso Alec si rese conto di essersi mosso così velocemente, ma in quel momento non ci pensò.  Appena vide la guardia muoversi verso di lui, lo bloccò per un braccio. Alec fece appena in tempo a schivare l'altro, che con il braccio libero lo spinse via. Si girò immediatamente e colpì sul volto l'altra guardia. Sembrava che andasse tutto a rallentatore, mentre lui era l'unico a riuscirsi a muovere normalmente e a prevedere le mosse delle guardie. Si sentiva in grado di bilanciare la sua forza e ad usarla in qualsiasi quantità volesse. Quando aveva colpito Branwell, lui era riuscito a rimanere in piedi, ma adesso lui lo guardava con gli occhi sgranati mentre gli usciva sangue dal naso e gli si gonfiava lo zigomo. Alec sentì un rumore strano e quando si voltò vide la prima guardia puntargli una pistola addosso. Si guardò intorno e vide che la seconda era in punto di puntargliela all'altezza del petto. Lo prese per il braccio e allo stesso tempo riuscì a strappargli di mano la pistola. Dall'espressione di Branwell e dell'altra guardia dedusse che li aveva veramente colti di sorpresa. E lo era anche lui di se stesso. Non si aspettava che in solo due mesi di allenamenti fosse così veloce e rapido dei movimenti. Riusciva a ragionare in fretta sulla prossima mossa da fare e nell'attimo in cui la pensava era lì che la faceva. Branwell aveva la stessa espressione di pochi attimi prima, ma Alec avrebbe detto che c'era anche paura nel suo sguardo.

"Alec, guarda dove sei arrivato per via di quello stregone. A minacciare tre uomini che hanno famiglia"

"Il Clave è una minaccia per l'umanità intera. Da oggi in poi varrete meno di zero. E tutti lo sapranno. Comprese le vostre famiglie"

Dagli occhi di Branwell si liberò una scarica d'odio che Alec aveva sempre visto velata nei suoi occhi.

"Ora che ha raggiunto il suo scopo lo stregone non ti guarderà mai più in faccia. Ti ha usato abbastanza da sapere che non gli servi più a niente"

Ora che aveva mostrato la sua vera natura, Alec gli rivolse un sorriso amaro. 

Si sentirono dei passi veloci avanzare per i corridoi e Alec pregò l'Angelo che non fossero i rinforzi del Clave. Il suo sguardo era fisso sul fondo della stanza, nella speranza che una faccia amica si affacciasse e che gli dicesse che era finita. Quello che successe fu molto di più. la pistola che aveva in mano la guardia saltò in aria con un rumore simile a un fuoco d'artificio che esplodeva in cielo, ma il grido che emise la guardia fu più di sorpresa più di dolore. Alec si girò e si trovò Magnus davanti con le mani pronte a intervenire attraverso la magia e con i suoi occhi gialli da gatto.

Si avvicinò lentamente e gli toccò delicatamente la spalla.

"Puoi lasciarlo Alexander. Le Sorelle di Ferro penseranno a loro"

Se alcuni minuti prima era riuscito a pensare e a muoversi in fretta, adesso la sua mente andava lenta e confusa. Appoggiò lentamente l'arma per terra e lasciò libera la guardia che scappò verso l'uscita. Magnus non lo fermò e Alec gli stava chiedendo perché quando vide entrare le Sorelle di Ferro, alcuni Shadowhunters e una donna che non conosceva. Bloccarono l'uomo mentre Claophas comparì tra la folla vestita con la sua solita uniforme bianca di Sorella di Ferro.

"Dove sono le chiavi delle celle?"

La guardia tremante guardò Branwell che gli restituì uno sguardo pieno d'odio.

Cleophas si avvicinò a lui picchiando le scarpe sul terreno. Alec pensò che lo facesse apposta per creare più suspense. Guardò Branwell fisso negli occhi senza nessuna emozione a differenza di lui che sembrava non volesse abbandonare quella maschera d'odio che aveva tenuta nascosta per tanto tempo.

"Fossi in te non farei resistenza Branwell. Non ti conviene oramai. Il mondo sarà protetto dagli Shadowhunters adesso e il Clave non esisterà più"

"Ci siete voi Sorelle di Ferro dietro tutto questo! Avete addestrato dei marmocchi irriconoscenti a combattere per difendere queste creature immonde!"

Cleophas chiuse gli occhi come per riposarli da una lunga giornata.

"L'angelo ha voluto questo per loro mentre voi avete solo finto di esercitare il suo volere. Il tempo del dialogo sta per finire. Dimmi dove sono queste chiavi o giuro sull'angelo che non uscirai da qui finchè non ce le avrai date"

Un rumore metallico riecheggiò nell'aria fino ad indebolirsi stanza per stanza. Le gabbie si erano aperte e il braccio di Magnus alzato.

"Non ce ne sarà bisogno. Possiamo far entrare i guaritori adesso"

Branwell prese una pistola da dietro la sua cintura e la puntò su Magnus. Il colpò partì prima che nessuno potesse dire niente, ma non dopo che Alec avesse capito le sue intenzioni.

Solo Due SatellitiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora