Magnus d'improvviso aprì gli occhi. Prima di incontrare Alexander, non aveva bisogno di una sveglia perchè c'era la luce dalla finestra che gli faceva capire che era l'ora di alzarsi. Tuttavia, quella mattina all'Istituto c'era un compito da fare e non se la sentiva di lasciare tutto sulle spalle di Catarina. Si costrinse ad alzarsi senza fare troppo rumore e ovviamente come ogni mattina non poteva non posare lo sguardo su Alec. Il sole gli colpiva la pelle rendendogliela ancora più chiara e riusciva a contrastare ancora di più con il nero inchiostro della runa. A Magnus sembrava che quella mattina fosse più difficile separarsi da lui, ma purtroppo l'affare all'Istituto era della massima urgenza. Si vestì velocemente e si avviò verso la porta senza fare nemmeno colazione. Quando entrò nell'Istituto, pensò a quando i corridoi e le stanze erano piene di Nascosti malati e infettati dal Clave. Aveva lavorato giorno e notte e piano piano aveva visto molti di loro ritornare alla loro vita normale. Tuttavia, per alcuni non sarebbe stato così facile e Magnus aveva severamente paura dell'effetto che questa convalescenza avrebbe avuto su alcuni. Sapeva che aveva fatto quello che poteva, ma sapeva anche che non era abbastanza in molti casi. Magnus prese le scale che portavano al piano superiore dirigendosi alle sale più nascoste dove sapeva che avrebbe trovato Catarina. Sapeva che anche per lei era dura perché molti di quelli che stavano curando erano vecchi amici. Magnus cercò di scacciare il pensiero via dalla testa anche se sapeva che quando il problema si sarebbe posto davanti non avrebbe avuto tanta scelta. Catarina stava leggendo in corridoio le analisi di uno dei pazienti di quel reparto. Spalancò gli occhi dalla sorpresa quando lo vide avvicinarsi.
"Magnus? Cosa ci fai qui? Non c'è nessuna emergenza"
Magnus forzò un sorriso davanti la preoccupazione della sua amica.
"Non sono qui come curatore oggi. Sono qui come amico"
Catarina annuì e Magnus era sicuro che anche lei avesse capito.
"Ci eravamo detti che l'avrei curata io. Te sei troppo coinvolto"
Magnus alzò le mani a resa.
"Te l'ho detto. Non come curatore. Vorrei soltanto parlarle"
Catarina lo guardò con aria grave, ma Magnus sapeva che la situazione non era delle migliori.
"Ne sei sicuro Magnus? Non è più come la ricordavi"
Al ricordo, Magnus ebbe ancora la sensazione di un mancamento d'aria ai polmoni. Quella volta non era preparato. Adesso, sentiva di esserlo. Annuì a Catarina.
"Purtroppo, lo so. Dai a me le analisi e valuterò personalmente"
Mentre titubante Catarina cercava dentro la cartellina quello che gli aveva chiesto, Magnus già lesse il nome di Camille sotto la busta di plastica che ricopriva le sue analisi.