Alec

224 11 0
                                    

"Alec, dove stiamo andando?"

Alec apprezzò che Simon era rimasto zitto per almeno dieci minuti da quando erano rientrati nel rifugio delle Sorelle. Non pensava che fosse pronto per sapere dove lo stava portando, ma d'altronde lo doveva essere.

"Da Cleophas. Penso che lei ne sappia qualcosa in più di noi"

Alec stava quasi correndo e sperava di non essersi perso tra i corridoi del rifugio. Era quasi sicuro di essersi ricordato il percorso che aveva fatto con  Sorella Lucias. Era impossibile avere un punto di riferimento tra quelle mura perché non c'era nessun quadro, foto o alcun tipo di colore che non fosse il verde militare del corridoio. Dopo aver girato l'ennesimo angolo che Alec ricordava fosse l'ultimo prima di raggiungere l'ufficio di Cleophas, si ritrovò una Sorella di Ferro di guardia davanti la porta. Da un lato Alec fu sollevato perché almeno era sicuro di non aver sbagliato strada, ma dall'altro sarebbe stato difficile convincere la Sorella di Ferro di lasciarlo entrare per vedere Cleophas. Non fece nemmeno in tempo ad avvicinarsi che la Sorella gli lanciò uno sguardo d'odio. Alec lo ignorò sperando che Cleophas li ricevesse.

"Devo incontrare Sorella Cleophas per una questione della massima urgenza"

Il suo sguardo di disprezzo non vacillò nemmeno per un attimo.

"Sorella Cleophas è impegnata. Non può accogliere chiunque voglia vederla"

Ad un tratto, Alec sentì Simon accanto a lui e la donna spostò il suo odio da Alec al ragazzo.

"Chi è venuto prima di noi a parlare con Cleophas?"

La Sorella sembrò montare la carica d'odio del suo sguardo.

"Nessuno che ti interessi. Come ho già detto, Sorella Cleophas ha da fare"

"Va tutto bene Sorella Lucinda. Loro due possono entrare"

Alec riconobbe subito la voce di Cleophas da dietro la porta. Non sembrava sbrigativa, ma nonostante questo Alec scavalcò Lucinda e spalancò la porta. La stanza era identica a come l'aveva vista il giorno prima e anche Cleophas era seduta dietro alla stessa scrivania. Lo sguardo era alzato verso di loro e indossava gli occhiali. Sul tavolo c'erano dei fogli sparsi, il che significava che stesse lavorando prima che loro entrassero. Alec cercò di non sentirsi intimidito dal fatto che Cleophas poteva categoricamente rifiutarsi di credere a ciò che avrebbe detto.

"Cleophas, io e Simon ti dobbiamo parlare"

Lei accennò un sorriso.

"Vedo. Dal modo in cui siete entrati, presumo anche che sia importante"

Alec annuì mostrandosi sicuro, ma non aveva la minima idea di come cominciare. Di sbieco, vide Simon, che fino a quel momento era rimasto dietro di lui, fare un passo avanti verso Cleophas.

"Si tratta di Jace e Clary. Io e Alec abbiamo notato che non sono più gli stessi"

Cleophas girò la testa di lato, confusa. Non sembrava irritata da quella spiegazione un po' strana.

"Li vedete.... Diversi?"

Alec e Simon si guardarono e nessuno di loro seppe dare una risposta secca a Cleophas.

"Ragazzi miei, ognuno di voi è cambiato in questi mesi. La situazione è nuova per tutti ed è assolutamente normale vedere di conseguenza dei nuovi lati dei vostri amici"

Simon mantenne gli occhi fissi su Cleophas.

"Non si tratta solo di questo. Noi li...capiamo in maniera diversa. Entrambi abbiamo la sensazione che Jace e Clary ci stanno nascondendo qualcosa di importante e riusciamo a capirlo.... Sentendoli"

Alec si immaginò che Cleophas li cacciasse in quel momento, ma invece si dimostrò interessata.

"Voi... sentite che mentono?"

Simon guardò Alec che si affrettò a parlare per supportarlo.

"Sì. Sono giorni che sento che il legame mio e di Jace si sta in qualche modo rafforzando giorno per giorno. Ci conosciamo da quando siamo bambini e siamo cresciuti insieme e la nostra amicizia non è mai stata così... intensa come in questi mesi"

Simon si sporse un po' di più verso Cleophas e se la Sorella di Ferro gli incutesse timore Alec non seppe dirlo.

"Noi non sappiamo il giorno preciso in cui tutto questo...processo è iniziato. Ma è forte e cresce ogni giorno"

Cleophas appoggiava la testa tra le mani. Alec avrebbe osato dire che fosse interessata a ciò che le stavano dicendo.

"E i diretti interessati provano lo stesso?"

Alec tentennò nel rispondere, ma sapeva che doveva essere onesto con Cleophas se voleva che lei fosse onesta con lui.

"Quando l'ho chiesto a Jace era distante, come se volesse eludere la domanda. Insomma, anche qui ho sentito che mi nascondeva qualcosa"

Simon lo guardava e annuiva insieme.

"Stessa cosa con Clary. Ha tentato di spiegare la faccenda dicendo che eravamo amici da sempre e che fosse normale che mi sentissi così. Ma come Alec sentivo che c'era altro"

Cleophas guardava un punto fisso e nei suoi occhi c'era il vuoto. Era preoccupata per qualcosa e questa non era la reazione che si aspettava Alec.

"Quindi, ci credi?"

Cleophas alzò lo sguardo puntandogli gli occhi addosso. Il nero delle pupille riempiva tutta l'iride e Alec temette che non fosse per la poca luce.

"Se quello che dite è vero, c'è una spiegazione per tutto quello che mi state raccontando"

"Sarebbe?"

Cleophas guardò prima Alec poi Simon.

"Jace e Clary sono i vostri rispettivi parabatai"

Dopo un attimo di silenzio, Simon domandò timido.

"Che cos'è un parabatai?"

Cleophas si alzò e iniziò a camminare nervosamente per la stanza.

"Dalle antiche scritture, le Sorelle di Ferro sono riuscite a risalire alle loro usanze e credenze. Uno Shadowhunter poteva scegliere di avere al proprio fianco un parabatai, cioè un compagno d'armi. Il loro legame non era solo di semplice amicizia, ma di vera connessione durante la battaglia. Ognuno a proprio modo poteva sentire le sensazioni dell'altro in varie circostanze e molto più importante, se uno dei due parabatai moriva, l'altro lo sentiva e lo percepiva non solo emotivamente, ma anche fisicamente. Avere il proprio parabatai morto era come vivere con un vuoto nel petto impossibile da colmare"

Solo a pensarci ad Alec venne un brivido freddo. Non sapeva come ma non gli veniva difficile pensare che la perdita di un amico potesse avere un effetto così devastante. Ma quello di cui parlava Cleophas sembrava essere qualcosa di più di un'amicizia tra due guerrieri. 

Lei lo guardava con gli occhi strabuzzati. Alec non aveva la minima idea di cosa lei stesse pensando. Era preoccupata? Sperava che qualcosa di simile non succedesse? Dopo un tempo indefinito di silenzio, Cleophas sembrava pronta a parlare.

"Due parabatai insieme combattono meglio che separati. Hanno un affinità unica, molto più forte di due semplici amici. Forse c'è un modo per capire se quello che presumo è vero"

Alec era troppo dentro per lasciar perdere l'argomento lì.

"E sarebbe?"

Anche Simon era sull'attenti.

"è pericoloso?"

Cleophas sospirò e li guardò con lo stesso sguardo preoccupato di prima.

"Andiamo in laboratorio. Lo capirete da soli"

Solo Due SatellitiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora