Una volta entrato nel suo loft, Magnus non poteva non sentirsi a casa sua con Alec accanto. Tuttavia, dubitava che Alec si sentisse a suo agio lì con lui. Dopo tutto quello che gli aveva nascosto, non poteva certo vagare per il salone tranquillo e sereno senza temere per la sua sicurezza. Conosceva i racconti dei mondani sugli stregoni e non erano popolari come i vampiri e i lupi mannari, a cui erano dedicati le serie tv di maggior successo. Magnus già vedeva Alec controllare se sotto al letto si nascondesse un drago o un ippogrifo. Scosse la testa, scacciando quei pensieri dalla mente. Tutti i dubbi che aveva avuto su lui e Alec li avevano portati su due fronti diversi inarrivabili tra loro da tutte e due le parti. O almeno così aveva pensato Magnus. Alec era stato capace di varcare indenne un muro che divideva due mondi legati ma opposti. Non c'era niente che non poteva affrontare. Come se ne erano andati, i timori di Magnus ritornarono a galla osservando Alec in salone. Aveva lasciato Magnus all'entrata per addentrarsi dentro il loft. Non riusciva a vedere la sua espressione, ma si guardava attorno come se stesse mettendo la casa sotto esame. Magnus sentì di meritarsi tutto quel sospetto, quindi rimase vicino l'entrata per lasciare che Alec facesse le sue valutazioni.
"Vedo che qui non è cambiato niente"
Non era un rimprovero, ma una semplice costatazione a cui Magnus non era in grado di rispondere. Di solito non cambiava l'arredamento della casa con uno scrocchio di dita. Non trovò il coraggio di dirglielo perché Alec si era già avvicinato accarezzandogli lo zigomo, totalmente ignaro dello scombussolamento che aveva scatenato in Magnus con quel contatto così intimo. Gli occhi erano a pochi centimetri dai suoi e nonostante fossero color nocciola per la poca luce, avevano su di Magnus un effetto magnetico che lo rendevano incapace di distogliere lo sguardo.
"No. Non è proprio cambiato niente"
Se gli occhi di Alec lo avevano stregato immobilizzandolo, le labbra che ora si muovevano sulle sue stavano rompendo l'incantesimo. Senza neanche rendersene conto, spingeva Alec verso camera sua continuando allo stesso tempo ad approfondire il bacio. Alec si lasciò guidare da Magnus che per la foga di levargli i vestiti da dosso, aveva rischiato di cadere quattro volte. Magnus spinse Alec sul letto senza nemmeno dargli il tempo di sedervisi sopra. Quest'ultimo rise sfiorandogli l'interno coscia.
"Mi piaci così deciso"
Magnus rabbrividì di piacere e si sbrigò a togliersi la maglia per dedicarsi ad Alec. Si chinò per ribaciarlo mentre l'altro gli tirava giù la zip dei pantaloni. Quel contatto così familiare e intimo non ottenne su di Magnus l'effetto sperato. Al contrario, fece sentire Magnus esposto come lo era al processo del Clave quella mattina.
"Magnus, i tuoi occhi"
Allontanò il viso da quello di Alec e capì da dove nacque quella sensazione di disagio che gli stava attanagliando le viscere. Dallo specchio sul muro vide la scena che aveva sognato per notti intere a ripetizione. Lui e Alec insieme sul letto interrotti da una terza presenza che Magnus voleva tenere nascosta. Ciò che rendeva quella sua fantasia un incubo era che Alec non era spaventato dall'ultimo arrivato, ma da lui. E ciò che faceva gelare il sangue a Magnus nel sogno era la sua incapacità di reagire e di raggiungere Alec per rassicurarlo. Era come se quella creatura senza forma avesse il potere di reincarnare le sue paure e di rinfacciargliele attraverso Alec. In quel momento, quelle stesse paure stavano avvolgendo Magnus che continuava a fissare Alec in attesa di una sua reazione. Non sapeva se se ne sarebbe andato disgustato o spaventato da quello che aveva visto. Tuttavia, lui lo stava guardando incredulo e Magnus sentì il cuore affondargli dentro. La sua sensazione di disagio crebbe e fece per alzarsi dal letto quando sentì la mano di Alec trattenerlo. Più per riflesso che per decisione, si portò l'altra mano sugli occhi sperando che quel senso di inadeguatezza sparisse come era comparso. Sentì la mano di Alec che delicatamente gli spostava il braccio, ma Magnus non si mosse di un centimetro.
"Voglio guardarti"
"Alec, ti prego, dammi il tempo di ricreare il glamour"
Alec gli accarezzò con il pollice il braccio che gli stava trattenendo.
"Magnus, come faccio ad abituarmi all'idea che tu sei uno stregone se non ti mostri così come sei ?"
Magnus lasciò che Alec gli portasse via le mani dagli occhi.
"Come faccio a sapere che ogni volta che poserai i tuoi occhi su di me non penserai che davanti a te hai un mostro? Un abominio? "
Le sue paure stavano uscendo dal vaso che da tempo si era ostinato a tener chiuso, ma gli occhi di Alec lo stavano scrutando così a fondo che Magnus sentì che queste paure lui non le poteva controllare. Era Alec che doveva affermarle o schiacciarle una volta per tutte. I suoi occhi rimasero sempre fissi su quelli di Magnus.
"io ti vorrò sempre guardare per come sei. E di certo, tu non sei un abominio"
Arrivò all'altezza delle sue labbra senza toccarle se non con il suo respiro. Alec lo aveva raggiunto a metà strada e sembrava aspettarlo fino a quando lui non sarebbe stato pronto ad amarlo ancora. Magnus non si fece aspettare molto che si ributtò sulle labbra di Alec assaporandone il sapore. Decise che non era abbastanza per lui, e fece per sfilargli i pantaloni. La vista paradisiaca di Alec in mutande quasi lo fecero distrarre dalle mani di lui che cercavano di abbassargli in una sola mossa i pantaloni e i boxer. Magnus si fece scappare una risata mentre aiutava Alec nel suo intento. Nessuno dei suoi vestiti riusciva a contenere la sua eccitazione e fu una liberazione sentire la foga con cui Alec lo esigeva. Neanche le mutande di Alec sembravano contenere la sua erezione, così Magnus lo anticipò levandogli anche l'ultimo indumento. Si avvicinò all'orifizio di Alec,lo leccò per stimolarlo mentre sentiva il suo respiro sopra di lui farsi sempre più pesante e il suo pene ingrossarsi sempre di più mano a mano che infilava le dita dentro di lui. Anche la sua erezione sembrava non trovar pace, quindi Magnus scelse di affrettare un po' i tempi. Diede un'ultima leccata e si assicurò che si fosse allargato abbastanza per entrare senza fare del male ad Alec. Allo schiocco delle sue dita un preservativo spuntò già posizionato tra le sue gambe mentre Alec supplicava di sbrigarsi. Magnus iniziò a poggiare la punta dentro di lui e a spingere lentamente. Con gran fatica cercò di controllarsi nel muoversi.
"Alexander, tutto bene?"
Le sue pupille erano nero pece per il desiderio.
"Mai stato meglio"
Magnus sorrise e spinse ancora più in profondità sempre attento ad ogni brivido di Alec. In quella posizione, Magnus non riusciva a godere appieno del corpo di Alec, quindi gli prese entrambi i bacini per sollevarlo e avere un' entrata migliore e più alla sua portata. Alec sotto di lui sembrò gradire il leggero cambio di posizione e mentre Magnus si muoveva dentro di lui, arcuò la schiena per lasciargli ancor più libera entrata. Ormai Magnus aveva perso ogni capacità di pensiero, ma sorrise a come lui ed Alec riuscivano ancora a capire i bisogni dell'altro. Magnus sentì di non poter reggere a lungo e capì che era lo stesso per Alec. Dopo pochi attimi crollò sopra di lui sentendosi bagnato in mezzo alle gambe. Alec sotto di lui respirava affannosamente e Magnus alzò la testa per assicurarsi che stesse bene. Il sorriso era lo stesso che aveva dipinto lui sul suo viso, ma Alec sembrava guardarlo ancora più insistentemente del solito. Magnus si girò verso lo specchio e vide i suoi occhi da gatto lampeggiare nel riflesso. La brillantezza del giallo era ancora più inquietante a causa della luce che entrava dalla finestra. Alec lo anticipò prendendo il suo viso tra le mani così delicatamente che Magnus non ci pensò nemmeno ad allontanarsi.
"Quanto sei bello. Lasciati guardare"
Così rimase per un po' nell'attesa che Alexander si stufasse di farlo. Tuttavia, mano a mano questo senso di inadeguatezza venne risucchiato come la sabbia dentro una clessidra. Nel suo caso il vuoto d'aria era lo sguardo rapito di Alec che incontrava i suoi occhi da gatto e li contemplava come se niente al mondo fosse equiparabile al Magnus che aveva davanti. Forse Alexander Lightwood gli aveva sempre riservato quello sguardo, ma lui preoccupato a nascondersi non se ne era mai accorto. C'era ancora tanto da esplorare nel loro rapporto, e mai come adesso Magnus desiderava avere tempo a disposizione per farlo.