Jace

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Da sopra il tetto di casa sua, Jace assaporava quel poco vento fresco che tirava a New York d'estate. Le luci della città sembravano più intense quella notte e Jace si stava abituando al tenue rumore della vita notturna. Ormai riusciva a distinguere singolarmente ogni rumore e quando sentì dei passi raggiungerlo sul tetto, sorrise. Aveva imparato anche a riconoscere i suoi amici dai loro passi e infatti non aveva bisogno di girarsi per vedere che Clary si stava avvicinando a lui. Sorrise ancora di più quando sentì il suo profumo farsi sempre più forte. Si voltò e si prese tutto il tempo per ammirarla. I suoi capelli rossi cadevano sulla sua maglietta nera che gli aveva visto anche in allenamento. Tuttavia, la sua solita tuta era sostituita da pantaloni aderenti in nero come lo stile Shadowhunters richiedeva. Jace a stento riusciva a trattenere il sorriso per quel cambio di look e allo stesso tempo distogliere lo sguardo da lei.

"Da cosa dipendono quei pantaloni?"

Lei gli restituì il sorriso e qualsiasi angelo Jace possa aver visto nelle visioni di Clary non poteva essere comparabile. Lei alzò le spalle come segno di risposta.

"Una prova... visto qualcosa?"

Anche Jace alzò le spalle.

"Tutto tranquillo. Per adesso. Ti segnala qualcosa il sensore?"

Clary controllò un dispositivo che a prima vista poteva passare per un cellulare. Tuttavia, il sensore non aveva uno schermo e nemmeno una tastiera, però aveva delle funzioni molto più importanti. Sembrava non segnalasse nessuna presenza demoniaca per il momento. Jace non sapeva se esserne sollevato o deluso. L'euforia che gli saliva quando combatteva con Clary non era minimamente paragonabile a niente che avesse provato in vita sua. La rapidità con cui aveva imparato a muoversi lo faceva sentire leggero come una piuma e i demoni erano i vento che lo spingeva a muoversi. Non era solo sopravvivenza, ma puro divertimento nel fare la cosa giusta. Tuttavia, a fine combattimento sentiva che qualcosa mancava e la sola presenza di Clary sembrava non poter colmare questo vuoto. Dopo vari notte passate a combattere, sentiva che ne voleva sempre di più e sebbene Clary gli dicesse di tornare alle prime luci dell'alba, lui voleva sempre controllare se altri demoni fossero nelle vicinanze. Era come se combatterli avesse reso la sua vita un'avventura che si interrompeva appena il sole iniziava a sorgere.

"Il sensore non mi segnala niente. Chissà cosa sta succedendo sta sera"

"Diamoli tempo. Si faranno vivi"

Ancora vicino a lui, Clary si voltò verso il panorama di New York. Le luci si rispecchiavano nei suoi occhi rendendola ancora più celestiale.

"Ieri sera erano più numerosi del solito. Questa sera non si fanno vivi. È strano"

La sua voce era bassa e Jace percepì anche una nota di tristezza. Nelle prime notti Clary gli aveva detto di aver provato la sua stessa euforia in combattimento, dopo ogni sua emozione sembrava essere risucchiata da ogni demone che uccidevano e forse Jace sapeva il perché e provava la stessa cosa.

"Lo so che sei triste perché stiamo mentendo ai nostri amici. Il solo pensiero di vedere Alec scoprire per l'ennesima volta che gli ho mentito mi tormenta ogni notte quando rientro a casa. Ma non possiamo fare altrimenti"

Clary scosse la testa e Jace capì che non lo faceva per disapprovazione.

"Quando è stato che le cose hanno iniziato ad andare così? Mentire ai nostri amici, lottare contro dei demoni. La vita normale mi sembra non essere mai esistita"

Jace tentò di ricordare tutti i passaggi che li avevano portati fin lì.

"Forse abbiamo iniziato a cambiare quando abbiamo incontrato le Sorelle. O forse durante gli allenamenti. Non so"

Clary sembrò traversare un brivido lungo la schiena e per istinto Jace avrebbe voluto abbracciarla e dire che andava tutto bene. Però lei si ricompose subito, come era solito fare oramai.

"In ogni caso, dobbiamo procedere così"

Jace la guardò per poi rivolgere lo sguardo verso le luci della sua città.

"Nella speranza che non incrociamo Magnus lungo la via"

"La magia di Magnus è difficile da non vedere. Quando la usava su di me, aveva dei colori davvero intensi. Probabilmente nessun mondano lo avrà visto, ma noi ormai siamo Shadowhunters e sappiamo vedere attraverso il glamour"

Proprio in quel momento, il sensore suonò. Jace prese il suo stilo e iniziò a disegnare una runa sul dorso della sua mano. Quando finì, guardò la sua mano per controllare che non avesse combinato casini. Quello che sembrava un occhio in realtà era la runa della vista. Appena questa fu attivata, Jace controllò più attentamente nei dintorni.

"Jace! Sono qui!"

Clary lo stava chiamando dall'altra parte del tetto e Jace la stava raggiungendo. Appena si avvicinò, Clary si buttò dal palazzo. Jace non aspettò neanche di sentire il rumore delle sue scarpe toccare terra che la seguì senza esitazione.  

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