Capitolo 5

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Una settimana dopo

Questa settimana è trascorsa molto velocemente. I giorni sono stati tutti uguali, mi sveglio faccio colazione con un po' di pane e della frutta, insieme alle ragazze puliamo, pranziamo insieme agli altri schiavi, torniamo a pulire, ceniamo e andiamo a dormire.
Ieri sera però qualcosa è cambiato rispetto alle altre sere, per la prima volta non mi sono addormentata con le lacrime agli occhi. In questi giorni ho legato molto con gli altri schiavi in special modo con Elena e Carla, siamo diventate molto amiche in così poco tempo. Ho anche capito che tutti abbiamo delle storie simili. Elena è stata venduta dal suo patrigno che si è indebitato con il padrone a causa del suo vizio per il gioco. Carla invece è stata trovata in fasce da una signora, con la quale è cresciuta, ma alla sua morte è stata venduta insieme al resto della casa e degli altri schiavi, è stata venduta e comprata diverse volte, fino al suo arrivo in questa casa. Io però non riesco ancora a raccontare quello che mi è successo. Le ragazze dicono che è normale, perché all'inizio nessuno di noi vuole ammettere la verità.
Ancora però non ho potuto conoscere né il padrone, né il figlio, perché sono entrambi dovuti partire per questioni politiche. Ma a detta di tutti non mi sono persa niente e tutti sperano che li incontri il più tardi possibile.

Oggi stranamente mi sono alzata di buonumore, mi vesto e vado verso la cucina canticchiando, dietro di me compare di colpo Carla che prendendomi alla sprovvista mi fa sussultare dalla paura così la rimprovero dicendole :"Ma sei impazzita, mi hai fatto morire di paura!", inizia ridere e tra le restate dice: "Scusa, hai ragione, ma non potevo non approfittare di un'occasione simile. Comunque vedo che oggi sei di buonumore. Mi fa piacere" Entriamo un cucina dove troviamo già Elena e altre persone già intente a fare colazione. Allora entrambe ci sediamo e iniziamo anche a mangiare, prima che arrivi la signora Antinea per assegnarci le nostre mansioni. Infatti non abbiamo il tempo di terminare il nostro pasto che fa il suo ingresso in cucina. Inizia ad assegnare ad ognuno di noi i nostri compiti, Elena e Carla dovranno occuparsi delle sale da bagno, io invece dovrò occuparmi delle camere padronali, da sola. Prendo il secco con l'acqua, lo straccio e vado di sopra.
Inizia con la camera del padrone, finito di sistemarla passo alla camera del padroncino, la signora Antinea mi ha detto che la padrona sta ancora dormendo quindi dovrò fare quella camera per ultima.

Appena entro nella camera del padroncino, mi accorgo che c'è qualcosa di strano, ma non riesco a capire cosa. Non ci do molto peso e quindi inizio a pulire.
Sto quasi per terminare quando la porta viene aperta di colpo.
Entra un bellissimo ragazzo, che non avevo mai visto prima. Ha i cappelli neri e ricci, la barba non troppo folta dei magnifici occhi marroni ed è anche molto possente e muscoloso. Non so il perché ma il mio cuore inizia a battere all'impazzata e non riesco a staccare gli occhi da lui, ci fissiamo per qualche secondo e alla fine lui decide di parlare: "Tu chi sei? Che ci fai in camera mia? Chi ti ha dato il permesso di entrare?" Capisco allora che è lui il famoso Flavio di cui ho tanto sentito parlare. Faccio un breve inchino e gli rispondo: "Scusate signore, sono una nuova schiva, sono arrivata appena una settimana fa. Ho appena finito di pulire la vostra camera. Me ne vado subito" Mi precipito subito verso la porta per uscire da quella stanza ma lui mi afferra il braccio e con un ghigno in volto che potrebbe sciogliermi in un istante mi chiede: "Perché tanta fretta? E poi non ti ho ancora dato il permesso di andartene. Come ti chiami nuova arrivata?"Mi riprendo dallo stato di trans in cui ero entrata e secca gli rispondo: "Mi chiamo Lucia signore e vado di fretta perché ho molto lavoro da fare ancora quindi se volete scusarmi" Mi libbero dalla sua presa e corro il più lontano possibile da lui. Appena capisco che lui non può più vedermi mi fermo e mi appaggio al muro. Tocco il mio cuore e sento che batte ancora come un matto, aspetto finché non mi calmo e tra me e me penso: "perché mi sto comportando così, non è poi tutta questa bellezza. Devo ricordare che io sono una schiava ormai e lui è il mio padrone. È solo un rubacuori, non devo dimenticarlo"

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