Capitolo 29

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Pov's Flavio

Ieri è stata una giornata fantastica. Stavo male e quindi ho deciso che Lucia avrebbe dovuto prendersi cura di me. Non le ho permesso di uscire dalla mia camera se non per prendere da mangiare. Vorrei potesse essere tutti i giorni così. Stamattina però mi sento molto meglio, mi è bastato ieri rimanere tutto il giorno a letto. Lei non voleva che mi alzassi, ma io non riesco a stare sempre a letto e poi sono un tipo troppo testardo, se mi impunto nessuno riesce a farmi cambiare idea. Stamattina lei è andata a prendere la colazione, abbiamo mangiato insieme. Lei è andata in biblioteca da mia madre ed io ad allenarmi, da troppi giorni trascuro gli allenamenti, solo per poter stare con lei. Sono ancora un po' debole e quindi non ho potuto fare granché oggi con la spada, ma comunque sono sempre più forte delle mie guardie.

Il pranzo è trascorso in totale tranquillità, io e mia madre abbiamo passato tutto il tempo a parlare. Finalmente è tornata la donna che ricordavo sempre sorridente e piena di vita, ha persino mangiato tutto, senza lasciare neanche una briciola sul piatto e questo mi da una grande gioia. Ha deciso persino di uscire di casa ed andare al mercato pomeriggio, le ho detto però che dovrà farsi accompagnare da almeno un paio di guardie e almeno con la governante o qualche schiava. Pomeriggio allora avrò Lucia tutta per me e lei ancora non lo sa, le farò una bella sorpresa.

È già pomeriggio e mia madre sta finalmente uscendo, le do un piccolo bacio, la raccomando di fare attenzione e dico alle guardie: "Se le capiterà qualcosa, ve la vedrete con me. Chiaro?" Loro rispondono con un formale "Si signore" e vanno via. Non perdo tempo e mi precipito in biblioteca, Lucia starà aspettando. Appena varco la soglia, la vedo, è lì il sole che entra dalla finestra le risalta i magnifici riflessi biondi dei capelli. Mi avvicino di sottecchi, lei non si accorge di me, è intenta a leggere. Avvicino le mani e le afferro i fianchi, lei si volta, e senza darsi il tempo di capire chi fossi, mi da uno schiaffo in viso. È così piccola, ma è riuscita a farmi sentire perfino un po' di dolore. Mi metto la mano sulla guancia colpitami. Quando capisce chi sono ne rimane sconvolta. Si metto una mano davanti la bocca. Non so perché ma leggo della paura nei suoi occhi. Lei con voce supplicante dice: "Oh mio Dio. Mi dispiace, mi dispiace. Non volevo, davvero, se avessi saputo chi foste non lo avrei mai fatto. Padrone perdonatemi vi prego" Le impedisco di dire altro poggiandole delicatamente le dita nelle sue labbra. La guardo e dolcemente pronuncio: "Fiorellino, sta tranquilla. Va tutto bene. Non è accaduto nulla. Calmati" Lei tira un piccolo sospiro e sorride leggermente.

Le afferro le mani e la trascino verso le poltrone, la faccio sedere difronte a me. Le accarezzo le guace con le dita e le chiedo: "Perché ti sei spaventata così tanto?" D'untratto distoglie lo sguardo da me, guardandosi le mani, che continua a torturare. Le solleva il viso, finalmente mi guarda e dico: "Fiorellino, te l'ho detto, tu non deve mai avere paura di me. Io non ti farò mai del male. Non voglio più vedere la paura nei tuoi occhi, soprattutto verso di me, Ricordalo" Sembra quasi vergognarsi, di aver avuto paura. Piccola mia. Mi avvicino e le do un tenero bacio, che faccio diventare sempre più focoso, le chiedo il permesso con la lingua che lei mi concede subito. Mi avvicino sempre di più, l'afferro e la faccio sedere sopra di me. Ella inizia ad accarezzarmi dappertutto, afferra i miei riccioli e li tira leggermente, questa cosa mi fa eccittare ancora di più. La desidero con tutto me stesso. Ma ho paura, non voglio che mi rifiuti nuovamente. Aspetto che sia lei a fare il primo passo.

Cerca di togliermi la camicia, ma non ci riesce, alla fine la tolgo io, sono a petto nudo, non ci stacchiamo neanche per un'istante, finiamo per terra facendo cadere a terra qualcosa che causa un gran tonfo, ma non gli do molto peso, sono troppo preso da lei. Ribalto la situazione facendola finire sotto di me. Non resisto, non ce la faccio più, voglio che sia mia, ora! Inizio ad accarezzarle il seno, le mette una mano sulla coscia, che faccio salire sempre più verso quel punto.
Ma di colpo lei si stacca, temo che sia andato troppo oltre per lei, i suoi occhi sono pieni di terrore, ma quello sguardo non è rivolto verso di me, ma verso qualcun'altra. Mi volto verso quella direzione e la persona che ho davanti è forse l'ultima che avrei voluto vedere in questa occasione....Elena

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