Capitolo 48

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Pov's Lucia

La pioggia non accenna a smettere, i tuoni e i fulmini aumentano sempre di più. Che tempo. Flavio è appena entrato in camera da sua madre. L'imperatore sembra distrutto. I suoiko occhi sono pieni di tristezza. Le sue guance sono ancora umide a causa dalle lacrime. Guardo attentamente e vedo che dalla sua tasca si vede un pezzo di carta. Sembra una lettera. Ma se non mi sbaglio non c'era prima. Mi avvicino a lui, gli poggio una mano sulla spalla, nel tentativo di consolarlo, anche se so che è inutile. Un boato improvviso ci fa tremare dalla paura e subito dopo un lampo illumina tutto.

D'untratto si sente un urlo provenire dalla camera di Sibilla. Tutti corriamo e vediamo Flavio abbracciato a sua madre. Piange, urla e la tiene stretta a sé come se non volesse lasciarla andare via. Ma è tardi. È troppo tardi.
Metto una mano davanti la bocca e le lacrime iniziano a scendere copiose nel mio viso. Mi avvicino a Flavio e tento di allontanarlo dal corpo senza vita di sua madre, ma è tutto inutile. Non vuole staccarsi. L'imperatore tenta anch'egli di dividerli, lo prende per le spalle lo tira verso di sé e lo abbraccia forte. Sembrano prorojo come un padre e un figlio. Flavio ricambia l'abbraccio e tra le braccia di sua maestà comincia a singhiozzare e urla più volte: "Perché?" Mi si stringe il cuore a vederlo così. Non ci riesco, le sue urla strazianti sono impossibili da ascoltare. Con le lacrime agli occhi mi avvicino, appena mi vede Flavio scioglie l'abbraccio con l'imperatore e mi stringe forte, quasi a soffocati. L'unica cosa che posso fare è tenerlo forte a me. Nessuna parola e nessun gesto sarebbe capaci di confortarlo.

Guardo verso l'uscita e vedo che tutti gli altri sono davanti la porta. Stanno tutti piangendo. Sono tutti tristi. Nessuno di noi avrebbe mai voluto che la padrona morisse. Ha vissuto una vita non facile. Meritava di vivere altri cento anni felici e tranquilli. Ma Dio l'ha richiamata se. L'unica cosa che mi consola è che adesso è in un luogo migliore. Un luogo dove potrà essere felice. Vediamo arrivare degli uomini. Sono tutti vestiti di nero. Sono quelli che devono occuparsi del funerale e tutto il resto immagino. Ma come hanno fatto a venire così velocemente. Ci rifletto e ricordo che sua maestà aveva detto qualcosa alla governante. Suppongo gli abbia detto di farli chiamare. Flavio non li ha ancora visti. Si avvicinano a noi e li indico con il capo per e Flavio si gira verso di loro. Loro chinano leggermente il capo e dicono: "Duca. Le nostre più sentite condoglianze. Dovremmo occuparci della salma, del funerale e tutto le altre cose" Flavio li guarda ma sembra non li stia ascoltando. I suoi occhi sono spenti, privo di luce, vuoti e persi nel vuoto. Loro non sembrano meravigliati. Credo che gli sia capitato più volte una cosa simile e anche cose più bizzarre.

L'imperatore si avvicina e dirigendosi verso l'uscita della stanza discute con quegli uomini. Flavio si è avvicinato nuovamente al letto. È inginocchio davanti al cadevere della madre, le tiene la mano stretta. I suoi singhiozzo si sono placanti, ma le sue lacrime non si fermano. È strano però, lui è un uomo che non fa mai trasparire i propri sentimenti. Il suo amore nei miei confronti lo dimostra solo quando siamo soli. Questo dimostra quanto ami sua madre. Per la prima volta non si vergogna a dimostrare davanti a tutti ciò che prova, disperazione.
Sono passati più di dieci minuti e vedo sua maestà accompagnato dagli uomini vestiti di nero. L'imperatore si avvicina a me e sussura: "Adesso la devono preparare. Meglio uscire" Annuisco con il capo per dirgli che ho capito. Mi metto dietro Flavio e lo tiro verso su. Non si è mosso da qui, è ancora nella stessa posizione di prima. Si alza e gli sussurro piano: "Venite, andiamo a prendere un po' d'aria" Ci dirigiamo lentamente al piano di sotto e andiamo in cucina, lo faccio sedere su una sedia e gli porgo un bicchiere d'acqua. Non risponde i suoi occhi sono ancora persi nel vuoto. Non so cosa fare. Gli afferro la mano, per dargli forza. Finalmente mi guarda in volto. Ma il suo sguardo non è quello che ricordo, è spento, triste, disperato, non riesco a vederlo in questo stato. Mi piange il cuore.

Sento dei passi e vedo entrare la governante. Anche lei sembra distrutta. Sembra meravigliata nel vederci. Forse pensava che qui non ci fosse nessuno. Viene verso di noi o9 esclama a bassa voce: "Coraggio, figliolo. Coraggio" So che la signora Antinea è molto attaccata a lui, l'ha cresciuto come fosse figlio suo. Quando si dividono dall'abbraccio la signora Antinea si rivolge ad entrambi e dice: "Andate a prepararvi. Dobbiamo partite, dobbiamo tornare alla capitale per il funerale" Annuisco in risposta mi alzo e prendendo il braccio di Flavio lo incito a seguirmi. Saliamo in camera nostra e comincio a vestirmi. Fortunatamente io e la padrona Sibilla avevamo la stessa taglia, ho preso l'unico suo
Vestito nero e l'ho indossato. È semplicissimo. Ha un corpetto nero con una piccola spilla al centro, delle maniche di una stoffa quasi trasparente e una gonna semplice nera e non troppo ampia. Quando mi giro in direzione di Flavio lo vedo nell' essata posizione di prima. Non si è nemmeno vestito. Mi metto davanti lui e gli abbottono la giacca. Sembra quasi una bambola, è immobile e impassibile. Scendiamo al piano inferiore. Ha smesso di piovere e lentamente ci dirigiamo nella carrozza, saliamo e partiamo in direzione della capitale.

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