Capitolo 7

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Inizia una nuova giornata. Ma non so perché ho un brutto presentimento.
Appena arrivata non ho neanche il tempo di fare colazione che la signora Antinea viene verso di me e mi dice: "Lucia ascoltami, il padrone vuole conoscerti, immediatamente. Mi raccomando comportati bene con lui, non parlare se non è lui a chiedertelo e non fare e non dire nulla che lo faccia arrabbiare, lo dico per te. Hai capito?"
Un po' spaventata dalle sue parole le rispondo: " Va bene signora. Mi comporterò bene, glielo prometto."
Le ragazze che nel frattempo sono entrate in cucina ed hanno sentito tutta la conversazione mi guardano con uno sguardo impaurito, il che mi spaventa ancora più di prima. Ci dirigiamo nel salottino privato del padrone. Durante il traggito non faccio altro che pensare alle parole della governante e agli sguardi delle ragazze. Cosa potrà mai farmi di così brutto quest'uomo. Perché hanno tutti paura di lui. Non è mica un mostro. È senza che me ne renda conto siamo già difronte alla porta. La governante bussa, entra e mi annuncia al padrone, un po' titubante e impaurita entro. Il padrone fa segno alla governante ed ella esce subito dalla stanza, lasciandomi completamente sola in balia di quest'uomo.

Faccio un lieve inchino in segno di rispetto, ma non riesco a guardarlo, ho paura. Con passi lenti ma decisi si avvicina, a me. Mi prende il mento tra le dite e con un gesto brusco mi obbliga ad alzare il volto. Mi trovo davanti un uomo dallo sguardo burbero e Severo. Incute paura solo a guardarlo. Non riesco a reggere il suo sguardo, così abbasso gli occhi.

Inizia a farmi domande sulla mia vita privata, soprattutto sulla mia famiglia. Io rispondo in modo secco e deciso, senza prolungare con parole inutili le mie risposte. Voglio che questi interrogatorio finisca il prima possibile, voglio uscire da qui. Non so perché ma ho troppa paura.
Finalmente le sue domande sono terminate, posso andarmene. Ma lui non solo non mi congeda ma si avvicina di nuovo a me. Mi gira intorno e continua a sguadrarmi da capo a piedi, il rumore dei suoi passi riempie la stanza. Non mi sono mai sentita tanto in imbarazzo come oggi.
Sembra un cacciatore che sta per acchiappare la sua preda. Comincia a toccarmi e ad annusare i miei capelli, poggia una mano sulla mia spalla e me la stringere molto violentemente, mi sta facendo male, inizio a lamentarmi, ma più mi lamento più rafforza la presa. Finalmente lascia in pace la mia povera spalla, dove sono certa adesso ci sia un bel livido.
Adesso è alla mie spalle, il fatto di non riuscire a vedere che sta facendo mi spaventa ancora di più.
All'improvviso sento il suo respiro solleticarmi il collo, d'istinto cerco di allontanarmi ma lui mi blocca tirandomi da un braccio. Non posso muovermi, sono bloccata e sento che lui si avvicina sempre di più al mio collo.
Sento qualcosa sfiorarmi la pelle, capisco che sono le sue labbra. Vorrei che non fosse vero. Vorrei poter fuggire da qui. Cosa vuole farmi? Cosa vuole da me? Cosa ho fatto per meritarmi questo?
Inizio a sentire qualcosa di viscido sulla mia pelle e poi capisco cos'è. È la sua lingua. Sta leccando tutto il mio collo. Che schifo! Cerco di liberarmi ma non ci riesco, la sua presa su di me è troppo forte. Nel frattempo la sua mano libera inizia un viaggio attraverso il mio corpo. Prima inizia ad accarezzarmi il braccio, poi scende sulla mano, si sposta nella mia coscia e inizi a risalire arriva al mio ventre piatto, fino al mio seno. Inizia a toccarlo e a palpeggiarlo. Lo supplico di smetterla, di lasciarmi andare. Ma non mi ascolta. Inizio a pregare tutti i santi. Li prego di aiutarmi e di salvarmi da questo essere.

Di colpo la porta viene aperta violentemente e rivela il mio salvatore. Approfittando della sua distrazione mi allontano il più possibile da lui.
Il mio salvatore mi guarda attentamente e credo che per colpa dei miei occhi lucidi e dei miei singhiozzi abbia capito perfettamente cosa stava succedendo. Finalmente proferisce parola: "Padre, scusate non volevo disturbarvi ma ho bisogno urgentemente della schiva." Non aspetto neanche un secondo e mi precipito verso di lui, faccio un lieve inchino verso il padrone e esco immediatamente da quella stanza. E mi allontano finalmente da quel mostro.

Non riesco a fare molti passi che mi accascio a terra e inizia a piangere. Non ce la facevo più. Tremo ancora dalla paura. Ora capisco perché incute tanta paura a tutti. Non voglio più stare così vicino a quell'essere.
Flavio si inginocchia per arrivare alla mia altezza e di colpo mi sento afferrare da due braccia forti e calde. Mi lascio andare a quell'abbraccio. Tra le sue braccia mi sento finalmente protetta, come non mi accadeva da tempo ormai

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