Capitolo 32

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Pov's Lucia

Mentre pronunciavo gli dicevo di non amarlo ho visto qualcosa mutare un lui. Sapevo che lo avrei ferito ma non ho avuto altra scelta. Avrei voluto dirgli che non era vero, che lo amavo da impazzire. Ma non potevo. La sua rabbia nei miei confronti era sconfinata, gli avevo spezzato il cuore. Non ho neanche reagito quando lui mi ha scaraventata a terra e mi ha ricoperta di insulti, perché infondo aveva ragione. Sono solo una poco di buono. Ho tradito un'amica ed ho contemporaneamente mentito e distrutto il cuore dell'uomo che amo. Mi merito questo comportamento e queste parole.

L'urlo di Flavio mi ha lacerato dentro. L'ho ferito. Non mi perdonerò mai per questo. Sono rannicchiata in un angolo, non riesco a muovermi, sono come bloccata, sento la porta della camera di Flavio aprirsi con forza. Ha la spada in mano, scende le scale con passo duro, che dimostra tutta la sua incontenibile rabbia. Sarà andato ad allenarsi per sfogarsi un po'. Io invece riesco solo a piangere.
Sono passati vari minuti. Sono ancora rannicchiata nello stesso identico posto di prima. Sento qualcuno salire le scale, ma per fortuna qui non possono vedermi, ma io posso vedere loro. La scena che mi si para davanti è forse una delle più dolorose della mia vita. Flavio sta entrando nella sua stanza ma non è solo, tiene la mano stretta a quella di Giulia. Lei gli è sempre andata dietro, l'ho capito dal primo momento. Non ho bisogno di vedere per sapere cosa stanno facendo lì dentro, ma non riesco ancora a fare un solo passo, sono come bloccata al suolo.

D'untratto sento qualcosa che mi fa accapponare la pelle. È Giulia che ansima, geme e sta pronunciando il nome di Flavio. Adesso qualcosa si è rotto per sempre, il mio cuore. Sapevo cosa stesse accadendo, ma sentire quei suoni lo ha reso reale. A piccoli passi scendo le scale fino ad arrivare in cucina, sento qualcuno chiamarmi la i suoi sono come ovattati e non capisco bene di chi sia quella voce. Faccio l'indifferente e continuo a camminare. Mi chiudo in camera mia. Brevi istanti dopo, sento la porta aprirsi. Non mi volto neanche a guardare chi sia, non mi importa nulla. Mi afferra dolcemente le mani e capisco che si tratta di Giulio. Lui continua a parlare, ma non ascolto neanche cosa dice. È come se tutto dentro di me si fosse spento. Continuo a tenere lo sguardo fisso nel vuoto. Non vedo neanche bene, sembra tutto così offuscato. Sento gli occhi pizzicare e sento il mio viso bagnarsi da diverse lacrime. È l'unica cosa che sono capace di fare in questo momento piangere.

Suppongo che alla fine Giulio si sia arreso e se ne sia andato. Mi sdrai sul letto e continuo senza sosta a fissare il nulla. Sono passare diverse ore credo, qualcuno entra, ma non faccio neanche caso a chi sia. Quel qualcuno si siede sul letto e mi obbliga a sollevarmi, mi volto il viso verso di se e vedo che è Carla. Mi dice qualcosa, ma esattamente come prima non do ascolto alle sue parole. Capisce che non la sto ascoltando, quindi mi scuote finché non decido di ascoltarla. Dal tono della sua voce si capisce che è molto preoccupata e mi chiede: "Lucia che succede? Parlami. Così mi spaventi" Cosa dovrei dirle, che stavo insieme a Flavio, che Elena ci ha visti mentre ci baciavamo, che ho deciso di lasciarlo e all fine lui è andato insieme a Giulia? Che sono un'amica orribile? Che ho ferito l'amore della mia vita e che ho tradito una delle mie migliori amiche? Questo dovrei raccontarle? Ma non ne ho io coraggio. Non ci riesco.
Posso fare solo una cosa, abbracciarla e piangere, ed è esattamente ciò che faccio. So bene di farla preoccupare di più in tal modo ma non posso fare altro.
Ha compreso che non ho voglia di parlare. Non mi fa più alcuna domanda.

Mi afferra per le mani e mi trascina a forza in cucina. Dove trovo Elena seduta accanto a Romeo. Ci fissiamo per qualche istante, ma quando vede attentamente la mia faccia si volta da un'altra parte. Mi siedo a tavola accanto a Carla, che passa il pranzo a dirmi di mangiare, ma non ce la faccio. Il mio stomaco è chiuso. Ho solo voglia di chiudere gli occhi e non aprirli più. Alla fine del pranzo vado in camera e rimango sdraiata sul letto fino alla sera. A cena accade la stesso cosa del pranzo. Tutti mi invogliano a mangiare, ma non riesco a mangiare un solo boccone, il tutto senza riuscire a dire una sola parola in tutta la giornata. Infine vado a ristendermi nel letto, dove finalmente riesco ad addormentarmi.

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