Capitolo 21

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Pov's Flavio

Cammino il più velocemente possibile. La adagio delicatamente sul mio letto. Non so che fare, non si sveglia, non reagisce. Cosa faccio? Mi passo una mano tra i capelli, sono troppo confuso, non riesco a ragionare. Il mio sorpo è ancora teso, la mia furia è come una fiamma che arde viva dentro di me e non si spegne. Faccio avanti e indietro per la stanza. Ho un'idea, devo chiamare qualcuno che mi aiuti. Mi precipito nella camera della governante, apre la porta senza neanche bussare, l'educazione è l'ultimo dei miei pensieri in questo momento.

Per fortuna trovo la signora Antinea ancora vestita, ea seduta su una sedia a leggere. Appena mi vede sobbalza dallo spavento. mi guarda in faccia per un'istante e preoccupata mi domanda: "Signore che succede?". Non ho tempo per sbiegarle tutto, così le chiedo solo: "Venga con me. per favore". Non termino neanche la frase che subito la incalzo a seguirmi e così fa. Arrivati in camera mia, si accorge subito di Lucia stirata nel letto e si precipita da lei. Le accarezza la fronte e il viso, si volta verso di me e un pò preoccupata mi domanda: "Che l'è successo? Chi l'ha ridotta così? è piena di lividi." Sembra tutto così surreale, ancora non ci credo. Abbasso il viso e con del senso di colpa le rispondo con sole due parole : "Mio padre". Queste esatte parole contengono molto più di quello che sembra. Non serve che io aggiunga altro. Lei capisce ogni singola cosa, pronunciando solo il nome di quel verme. La guarda ancora per qualche istante, si alza di colpo dal letto e prima di uscire mi avverte: "Io vado a prendere il necessario, voi rimanete qui con lei nel frattempo".

Esce subito dalla stanza. Non riesco a vederla in questo stato. Mi avvicino a lei. Come può una sola persona ridurre una così meravigliosa creatura in questo stato. Sento qualcosa bagnare il mio viso, avvicino il dito e prendo quella lacrima con il dito. Erano anni che non piangevo. Da molto tempo nessuna lacrima solca il mio viso. In tutta la mia vita ho pianto solo per mia madre e per nessun altro. Avevo promesso a me stesso che non avrei più versato neanche una lacrima. Perché mi ero ripromesso di non provare più alcun sentimento per nessuno.

Finalmente la signora Antinea torna seguita dalla cuoca che ha in mano una bacinella con dell'acqua dentro e un pezzo di stoffa. Poggia la bacinella nel mio comodino. Bagna la stoffa, la strizza e la poggia delicatamente sulla sua fronte. La guardo e un po' preoccupato per la risposta che potrei avere le chiedo: "Adesso che facciamo?". Finalmente si volta a guardarmi, emette un lungo rispito e dice: "Dobbiamo solo aspettare che si svegli. Non è calda, non ha febbre. Ha solo bisogno di riposo e tranquillità" La guardo e un po' sollevato dalla risposta annuisco leggermente. Entrambe escono dalla camera e mi lasciano solo con lei.

Mi avvicino e mi siedo sul letto accanto a lei. Le sfioro leggermente il volto e le sposto una piccola ciocca di capelli dietro l'orecchio. Wow è uno spettacolo. Le sussurro: "Non devi preoccuparti fiorellino. D'ora in avanti ti proteggerò io. Non dovrai più avere paura di niente. Te lo prometto, nessun'altro ti toccherà più neanche un capello, altrimenti se la vedrà con me. Ti salverò sempre " Questa è una promessa che faccio anche a me stesso, non solo a lei. Non permetterò che lei faccia la stessa fine di mia madre. Non sono riuscito a proteggere lei, non commenterò lo stesso errore con Lucia, non voglio e soprattutto non posso farlo. Da oggi io sarò il suo scudo e la proteggerò a costo della vita.

Sono molto stanco ma non posso addormentarmi devo vegliare su di lei, desidero che la prima faccia che veda quando si sveglierà sia la mia. Prendo una sedia e la sistemo proprio al lato del letto, mi siedo e prendo la sua mano tra la mia, perché non voglio lasciarla andare. Senza neanche rendermene conto mi addormento con la testa poggiata nel letto e la mia mano che stringe la sua.

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