Capitolo 69

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Pochi giorni dopo...

Pov's Flavio

In questi mesi ho visto cose impressionanti che non potrò mai rimuovere dalla mia mente. Non avevo mai partecipato ad una guerra fino ad ora e spero non debba farlo mai più. Vedere persone morire davanti ai tuoi occhi, amici urlare dal dolore causato dalle ferite. La guerra non è come mi aspettavo. È molto peggio. Credo che se ne uscirò vivo avrò incubi per mesi. È orribile. La guerra è orribile.
Ieri ho ricevuto una lettera dalla mia Lucia. Mi ha scritto per ringraziarmi di averle trovato la sua famiglia. Mi ha scritto che li ha fatti rimanere a palazzo con sé, ne sono felice almeno avrà la sua famiglia accanto, dato che io non posso esserci. Questa guerra sembra non avere fine. Il nemico è in inferiorità numerica, hanno il morale a terra, li stiamo per battere, ma non vogliono arrendersi. I nostri uomini stanno lottando con forza e molto duramente, ma abbiamo subito delle perdite anche noi. Domani ci sarà la battaglia finale, io e mio padre abbiamo ideato una strategia di guerra imbattibile. Se vinceremo domani potremo tornare a casa. Lotterò fino allo stremo delle mie forze, voglio tornare a casa il prima possibile e riabbracciare il mio fiorellino.

Una guardia mi avvisa che mio padre vuole vedermi nella sua tenda. Vado da lui. In questi mesi il nostro rapporto è molto cambiato. A quanto pare gli orrori della guerra ci hanno avvicinato sempre di più. Ma nonostante tutto non riesco ancora a chiamarlo padre, è più forte di me, non ce la faccio. Entro nella tenda egli si avvicina a me, mi mette una mano sulla spalla e mi chiede: "Allora figlio mio, pronto per domani?", io gli rispondo subito: "Certo, prontissimo. Sono carico non vedo l'ora che sia domani" Ma prima ancora che egli possa dire qualcosa una guardia entra e comunica: "Vostra maestà, perdonate si vi disturbo ma è arrivata una missiva urgente per il Duca Clementini" Mi domando cosa possa essere accaduto. Non sono il motivo ma degli strani e brutti pensieri affollano la mia mente. Prendo la busta, la guardia esce, apro la lettera e comincio a leggere:
Caro amore mio,
Vi mando questa lettera per darvi la più bella della notizie. Oggi 3 febbraio 1710 è venuto al mondo vostro figlio, il principe Valerio Flavio Romanov, vi informo quindi che siete diventato padre. Vorrei che foste qui insieme a noi e vedere il nostro bambino. È semplicemente stupendo. Ha i vostri occhi, i vostri bellissimi capelli ricci, delle mani e dei piedi piccolissimi e vi somiglia molto. È sano ed forte e sono certa che alcune lui vuole vedervi. Mi mancate ogni giorno di più, sento la mancanza, ma per fortuna ho la mia famiglia e tutti gli altri qui con me a sostenermi e ad aiutarmi. Prego Dio ogni giorno che possiate tornare sano e salvo a casa e sono anche certa che vostra madre è con voi in ogni momento e che vi protegge.
Fate quanto è in vostro potere per poter fare ritorno a casa in salute.

Un bacio dalla vostra fedele Moglie, Lucia.

Questa lettera è la più bella che abbia mai ricevuto. Padre, io sono padre. È una notizia sconvolgente. Non riesco a trattenere il sorriso. Mio padre mi distrae dai miei pensiri domandandomi: "Figliolo che è successo?" Sollevo il volto per guardarlo e gli annuncio: "Sono padre. Ho un figlio, ho un figlio!" Mio padre mi abbraccia forte e mi dice: "congratulazioni ragazzo mio. È una notizia splendida. Beh allora abbiamo una ragione in più per dare il massimo di noi domani e vincere." Gli rispondo subito: "Si avete ragione, domani bisogna vincere a tutti costi, devo andare a conoscere mio figlio." Valerio incuriosito mi domanda: "Sai già che nome gli ha dato?" Sono sicuro che sarà felice di sapere il nome di suo nipote e quindi gli annuncio: "Si avevamo già deciso che se fosse stata femmina si sarebbe chiamata Sibilla, ma se fosse stato maschio il suo nome sarebbe stato, Valerio" Come sospettavo, non si sarebbe mai immaginato una cosa del genere. Ne è rimasto colpito. "Da.. Davvero? Valerio, avete deciso di chiamarlo Valerio, come me." E con un bel sorriso gli rispondo: "Si certo, come nonno dopotutto" Mi abbraccia e forte e mi sussurra: "Grazie figlio mio. È un grande onore per me"
Dopo di che saluto mio padre e vado nella mia tenda, devo riposarmi per domani. Adesso ho un motivo in più per tornare a casa, devo conoscere mio figlio. Mi addormento con l'immagine della mia Lucia che stringe a se mio figlio.

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