Capitolo 68

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Pov's Lucia

È quasi buio ormai , sono passate molte ore. Ore Interminabili, ore piene di dolore, urla, disperazione. Si sono disperata perché dopo tutto questo tempo sono ancora qui, sdraiata sul mio letto, sudata come non mai, e non faccio altro che urlare, urlare e chiamare il mio Flavio, prego di farmelo vedere, di andarlo a chiamare, so bene che lui non potrebbe mai venire, è in guerra a combattere, ma voglio vederlo un'ultima volta. Temo per la mia vita e soprattutto per quella del mio bambino, il medico sta facendo di tutto per salvarci entrambi ma temo che per uno dei due siamo ormai tardi e vorrei che fosse per me. Non mi importa di morire, voglio che mio figlio viva a qualunque costo, anche a costo della mia stessa vita. Mia madre è rimasta al mio fianco tutto il tempo, non si è mossa un'attimo, sono contenta che almeno lei sia qui.

Finalmente sento qualcosa e pensavo mon avrei mai udito, il dottore che dice: "Finalmente, ce l'abbiamo fatta. Ora voi dovete spingere duchessa, spingete il più possibile" A quelle parole faccio subito con mi ha detto il medico, spingo il più forte che posso. Il dottore continua a dirmi ininterrottamente di spingere, dopo un'ultima lunghissima spinta, lo sento. Sento per la prima volta il piano di mio figlio. È la cosa più bella che abbia mai udito in tutta la mia vita. Il medico lo solleva delicatamente e lo avvolge nelle coperte. Sono così stanca, mi appoggio al cuscino sfinita. È stato un parto interminabile e doloroso, le ore più lunghe e brutte di tutta la mia vita. Qualche minuto dopo la signora Antinea viene verso di me con in braccio mio figlio. Mi dice: un bambino stupendo". Lo poggia delicatamente tra le mie braccia e finalmente lo vedo. È così perfetto. Sono madre adesso. Mio figlio è nato. Adesso so che tutte quelle sofferenza ne sono valse la pena. Le sue manine e i suoi piedini sono così piccoli e teneri. Il suo nasino è così dolce. Apre gli occhi e rivela dei meravigliosi occhi castani, occhi che non possono non ricordarmi suo padre. Lo stringo al mio petto e comincio a piangere. Piango sia di tristezza che di felicità. Sono così felice di avere finalmente il mio bambino tra le mie braccia, ma sono anche triste perché qui accanto a me dovrebbe esserci suo padre.

Mia madre mi poggia una mano sulla spalla nel tentativo di consolarmi e dopo essermi calmata un po' mi chiede: "Come si chiama tesoro?"
Lo guardo attentamente e senza alcun dubbio dico: "Lui è il principe Valerio Flavio Romanov". Valerio inizia a piangere. Non capisco cosa succede. Sono madre solo da pochi minuti e non so che si fa la madre. Ma intuisco che abbia fame. Mi sbottono l'abito e tiro fuori il mio seno. Avvicino il suo visino e subito il piccolo prende il mio capezzolo in bocca e succhia. È così dolce. Non credo mi stancherò mai di guardarlo. È incredibile come la natura posso creare qualcosa di così straordinario. Appena Valerio termina di mangiare, mi rivesto e chiedo a mia madre di far entrare i miei fratelli e mio padre. Mio padre viene da me, mi da un tenero bacio sulla fronte e guarda il suo nipotino per la prima volta. I miei fratelli sorridono e Domenico un po' emozionato dice: "Sorellina sei stata bravissima. È un bambino stupendo"

Successivamente chiedo di far entrare anche Carla, che corre verso di me e mi abbraccia forte. Si stacca da me e vedo che sta piangendo. "Hei non piangere dai. Così mi fai emozioare" ed ella con le lacrime agli occhi risponde :" Scusa è che sono così felice". Diversi minuti dopo tutto escono dalla stanza lasciandomi sola con mio figlio. Lo tengo stretto tra le mie braccia mentre dorme. Osservo ogni singolo dettaglio del suo corpo. Sussurro dolcemente: "Flavio amore mio, vorrei che foste qui.. Vorrei che poteste vedere nostro figlio. È così bello, dolce e tenero. Vi somiglia molto. Mi mancate così tanto. Tornate presto, tornate da me " Una lacrima solitaria bagna il mio viso. Poggio il piccolo Valerio nella sua culla e dopo istanti dopo cadi in un sonno profondo.

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