Capitolo 8

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Pov's Flavio

Non capisco cosa mi stia succedendo. Quella ragazzina mi ha stregato. Non riesco a smettere di pensare a lei. La mia mente continua a farmi rivedere quei meravigliosi occhi verdi, nei quali vorrei solo perdermi. Ho ancora nelle mani il suo odore così inebriante. Sa di cocco e vaniglia, sa di puro, di candido e di innocente.
Nell'istante in cui le nostre mani si sono sfiorate ho avvertito un brivido corrermi lungo tutta la schiena. E sono sicuro che lo stesso è accaduto a lei.
È strano ma non mi era mai successa una cosa del genere.
Ieri sera stavo per baciarla, ma non ero io a farlo, il mio corpo sembrava muoversi da solo. E avrei tanto voluto che non fosse scappata.

Stamattina mi sono svegliato di buon umore. Sono pronto ad affrontare un'altra giornata. Voglio rivederla il più presto possibile. Mi vesto in tutta fretta, è l'alba, quindi suppongo sia in cucina a fare colazione insieme a tutti gli altri. Corro verso la cucina, dove come immaginavo trovo tutti gli schiavi intenti a mangiare, la cerco, ma non riesco a trovarla. La cuoca, Servilia incuriosita dalla mia presenza in quella stanza mi chiede: "Signore, scusate, avete bisogno di qualcosa?" Continuo a guardarmi intorno ma niente non c'è. Forse starà ancora dormendo? Rivolgendomi alla cuoca allora chiedo: "Si. Ho bisogno di sapere qual'è la camera della nuova schiava, Lucia" Lei indica la camera e senza darle il tempo di proferire parola, subito mi precipito ad aprire quella porta. Ma all'interno della stanza non trovo nessuno. La camera è vuota, il letto è sistemato e la sua camicia da notte è ben ripiegata e appoggiata sul letto.

Alle mie spalle Servilia, appoggia una mano sulla mia spalla,con fare materno, mi fa voltare verso di lei e amorevolmente dice: "Signore, non è qui. La governante stamattina senza neanche darle il tempo di fare colazione l'ha portata con se non so dove. Potete cercarla al piano superiore sicuramente avrà già iniziato il suo lavoro" Con un enorme sorriso sulle labbra mi dirigo in tutta fretta al piano superiore.

La cerco per tutta la casa ma non riesco a trovarla da nessuna parte. La cerco persino in giardino e nelle camere da bagno. Ma niente non è da nessuna parte. Dove diavolo è andata a finire? Non so perchè ma ho un brutto presentimento. spero vivamente di sbagliarmi ma credo che le sia successo qualcosa. Ho saputo che sta quasi sempre con le altre due ragazze Elena e Carla. Vado a cercarle, sono sicuro che loro sappiano dove sia. Le trovo entrambe intente a ripulire la nostra fornitissima biblioteca. Appena faccio capolineo nella stanza Elena abbassa subito gli occhi. Non è ancora riuscita a perdonarmi. So bene che è innamorata di me. Ma lei infondo sapeva sin dall'inizio chi fossi io. Ha solo giocato col fuoco e si è bruciata. Accantono questi pensieri e col fiatone a causa della corsa fatta per la casa chiedo: "Sapete dove sia finita Lucia? Non riescono a trovarla da nessuna parte." Loro subito si guardano a vicenda ed entrambe abbassano lo sguardo, come se fossero rattristate da qualcosa, ma non spiccicano parola. Non riesco a capire questo loro comportamento. Sto iniziando a spazzientirmi E inizio ad urlare: "Allora? Volete rispondermi o no? Sto iniziando ad infuriarmi". A passo lento e sempre con gli occhi bassi Carla si avvicina a me , a pochi centimetri da me, finalmente mi guarda in viso e vedo che i suoi occhi diventano lucido. Che sta succedendo? Finalmente apre bocca e con voce flebile dice: "Lei è nel salottino privato di vostro padre... è sola con lui".

Non perdo neanche un secondo, devo muovermi. So cosa vuole quel bastardo da lei. Lo fa con tutte le schiave, soprattutto con le nove. Devo fermarlo. Corro il più veloce che posso. Spero solo di non essere arrivato tardi. Appena davanti alla stanza apro violentemente la porta. Ed eccola lì. Lui è alle sue spalle, le stava leccando il collo. Ha ancora le mani poggiate sul suo seno. Il mio sangue bolle nelle mie vene dalla rabbia. Approfittando della sua distrazione Lucia si allontana da lui. Finalmente riesco a vedere il suo volto. I suoi occhi sono rossi e gonfi dalle lacrime, sta ancora singhiozzando. Vorrei ucciderlo, ma non posso farlo. Adesso la mia priorità è portarla via da lui. Faccio finta di niente e mi rivolgo a mio padre: "Padre, scusate non volevo disturbarvi ma ho bisogno urgentemente della schiava". Lucia non aspetta neanche che io termini la frase, che subito si nasconde dietro di me. Fa un breve inchino e entrambi usciamo immediatamente da lì.

Dopo pochi passi la sento piangere. Mi volto e la vedo accasciata a terra con la testa nascosta tra le gambe. Sta tremando. E subito penso che è così innocente, così fragile e delicata. Povera piccola, non merita di versare tante lacrime. Ho quasi timore di toccarla per paura di romperla, come una piccola statua di creta. Mi inginocchio per arrivare alla sua altezza. Non posso fare altro che stringerla alle mie braccia e sento che lei si sta lasciando andare, si sta affidando a me. Emana calore, un calore mai provato prima d'i

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