Capitolo 34

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Pov's Lucia

Il resto della giornata l'ho trascorsa insieme alla padrona Sibilla. Mi ha anche informata che domani vuole che l'accompagni al mercato, almeno mi distrarrò un po'. È quasi ora di cena, do la buonanotte alla padrona e vado dritta spedita in cucina. Ho intenzione di raccontare ciò che è successo ad Elena. Voglio che sappia la verità e spero che ciò possa appianare tutti i nostri contrasti. So che il nostro rapporto non tornerà mai com'era, ma prego Dio che almeno lei smetta di odiarmi. Entro in cucina e noto che Elena non c'è. Mi avvicino a Carla e domando: "Carla, sai dov'è Elena? Ho bisogno di parlarle. " Carla riflette per qualche secondo e mi risponde: "Si certo è in camera sua. Ma si può sapere che vi succede ad entrambe? Non mangiate, non ridete, sembrate dei cadaveri e soprattutto perché non vi parlate?" Temevo che prima o poi mi facesse tale domanda. Ma prima di raccontrle tutto l'accaduto voglio risolvere con Elena. La informo quindi:" Presto ti dirò tutto, ma per il momento non posso. Scusami"

Detto questo mi allontano. Sono davanti la porta della camera di Elena. Non sento alcun rumore provenire da lì dentro. Avvicino la mano alla porta e vedo che trema. Sono così in ansia e preoccupata, ma devo parlarle. Con tutto il coraggio che ho in corpo busso alla porta e sento subito dopo la flebile voce di Elena che mi da il permesso di entrare. Entro, Elena è seduta sul letto. Ma appena mi vede capisco che non si aspettava che fossi io. Vedo i suoi occhi farsi piccoli dalla rabbia. Si alza furente dal letto e in uno scatto apre la porta ordinandomi di uscire. Ma non le dò ascolto. Deve sentirmi, con le buone o con le cattive, deve ascoltare ciò che ho da dirle. Scuoto il viso in segno di diniego e mi allontano un po' dalla porta. Diversi secondi dopo capisce che non riuscirà a farmi cambiare idea. Chiude quindi la porta, si risiede sul letto, incrocia le braccia e tirando un sospiro dice: Che cosa vuoi? " Dal suo tono di voce si capisce che è nervosa, anche se mi sarei aspettata più rabbia da parte sua.

Prima di parlare tiro un lungo respiro per calmarmi un po'. Finalmente apro la bocca e dico:" Lo so che sei furiosa con me e hai ragione ad esserlo. Ma voglio che tu sappia che io tengo tantissimo alla nostra amicizia, più di quanto tu creda. Non voglio che il nostro legame si spezzi, neanche per un uomo. E so bene che non torneremo mai ad essere legate come un tempo ma... voglio che tu sappia che ho lasciato il padrone Flavio. L'ho fatto per te e per l'affetto che provo nei tuoi confronti. So perfettamente di averti pugnalata alle spalle e per questo ti chiedo infinitamente perdono. Ho rinunciato a lui, perché tu sei più importante per me! " Mi rendo conto dalla sua espressione stupefatta che non si sarebbe mai aspettata che pronunciassi tali parole. Per me è come essermi tolta un macigno di dosso, mi sento molto più leggera. Attendo silenziosamente da lei una risposta, che sfortunatamente non arriva. Ella continua a guardarmi senza proferire parola. Sconfitta chino il capo ed esco dalla stanza. Speravo che mi dicesse qualcosa, ma sono felice di averle detto tutto. Prego che capisca il bene che le voglio.

Durante la cena cercavo il più possibile di scrutare lo sguardo di Elena, ma lei spostava sempre il viso. Finalmente Elena dopo una settimana è riuscita a mangiare qualcosa e questo mi da una grande gioia. Io invece come ogni volta ho lo stomaco chiuso e sono riuscita a mandare giù solo un morso di pane e basta. Purtroppo il mio cuore ancora piange. Dopo cena come tutte le sera da una settimana a questa parte, Giulia corre al piano superiore. Sembra esserne così felice. Come può avermi già dimenticata. È passata solo una settimana. Ma non voglio pensarci. Mi dirigo invece verso il giardino, Giulio ed io le ultime sere le abbiamo passate seduti in giardino ad osservare le stelle e a parlare un po' di noi, è il mio migliore amico dopo Carla ed Elena. Potremmo parlare ininterrottamente per ore. Ma prima ancora di uscire fuori sento qualcuno chiamarmi. Mi volto e trovo la Signora Antinea a pochi passi da me. Cosa ci fa qui a quest'ora? Non avrò combinato qualche disastro spero. Mi annuncia: "La signora vuole che la raggiunga in camera sua, devi portarle questa tazza di tè caldo" Rispondo con un Oh, sono un po' sollevata avevo paura di aver combinato uno dei miei soliti disastri. Mi lascia la tazza nelle mani e se ne va.
Come ordinarono vado ai piani superiori, ma nel tragitto verso la stanza della padrona, bisogno passare davanti la camera di Flavio. Sento delle urla e dei gemiti provenire da quella camera. Non riesco ad ascoltarli. Mi fanno troppo male. Affretto il passo e sono già davanti la porta. Busso ma non sento risposta. Ripeto l'azione altre tre volte, ma niente. Forse dorme. Non dovrei aprire. Ma sinceramente sono un po' preoccupata. Ci rifletto alcuni istanti ed infine decido di entrare. Apro la porta lentamente. La camera é avvolta dal buio. Prendo una candela che era poggiata su un comò in corridoio. Finalmente riesco a vedere qualcosa. Mi accorgo che c'è qualcosa sul pavimento. Quando capisco  di cosa si tratta, la tazza mi cade dalle mani, frantumandosi in mille pezzi.

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