Capitolo 20

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Pov's Flavio

Non faccio altro che pensare a quel bacio. Quel meraviglioso bacio.  quando le ho chiesto perchè mi avesse baciato, lei ha detto di averlo fatto solo perchè era l'unico modo per fermarmi. Ma mentre lo diceva non mi guardava, guardava il cielo. Non le credo, sono convinto che mi abbia baciato perchè voleva farlo. Sta sera lo dimestrerò a me stesso e soprattutto a lei. Le scrivo un biglietto, dove le chiedo di raggiungermi nella panchina, in giardino.

Le lascio il biglietto sotto la porta, Lucia non perde tempo a prenderlo. Dopo pochi secondi sento la porta aprirsi, mi nascondo in modo da non farmi vedere ed esce lei da quella stanza correndo a per di fiato, questo già dimostra quello che pensavo.  Voglio farla aspettare qualche minuto, questo le farà aumentare l'ansia e si renderà conto da sola che oramai è già cotta di me.

Sono passati più di 20 minuti, l'ho già fatta aspettare abbastanza. Esco fuori in giardino, è una notte bellissima, la luna piena rischiara tutto e le stelle sono luminose che non mai. Mi dirigo verso la panchina, ma appena arrivato mi sarei aspettato di trovarla lì, ma la panchina è vuota. Dov'è finita? Forse l'ho fatta aspettare troppo? Forse non è ancora arrivata, avrà avuto un'imprevisto. La aspetterò.

Sono trascorsi diversi minuti e ancora nessun segno di lei. Le cose sono due: o si è stancata di aspettare e ha pensato che l'abbia solo presa in giro, oppure ha deciso di non venire. Ora vado a cercarla, sarà di sicuro in camera sua. No! Percè mai dovrei farlo, è solo una schiava come tutte le altre.  Che me ne importa di lei infondo. Però mi dovrà dare delle spiegazioni, non tollerò che una schiava mi manchi di rispetto in questo modo. Mentre mi dirigo nella sua stanza, penso che questa giornata non petesse andare peggio di così.

Sono davanti alla porta, ma sono ancora indeciso sul da farsi. Però io pretendo di sapere per quale ragione non si è presentata, infondo chi dice che era una richiesta e non un ordine il mio? Io sono pur sempre il suo padrone.  Busso alla porta ma non ottengo nessuna risposta, forse starà già dormendo, busso un'altra volta e un'altra ancora, ma niente. Mi volto per andarmene ma cambio idea, questa è casa mia ed io ho il diritto di entare in qualsiasi camera. Quindi apro velocemente la porta ma la camera è completamente vuota. Dov'è? Non sarà andata da quell'idiota di stalliere spero! Se è con lui in questo momento si pentirà per il resto della vita di queste sue azioni.  Cammino a passo spedito verso le stalle. Mi auguro per loro che non sono insieme in questo momento. Arrivato alle stalle inizio a gridare i loro nomi ma nessuno mi risponde, d'untratto però sento qualcuno alle mie, mi volto e trovo quello stalliere mezzo mudo davanti a me. Quella sgualdrina era con lui allora. Sono entrambi morti. Lo afferro per la tunica, lo sollevo in aria e gli sbraito: "Brutto bastardo. Dov'è quella poco di buono eh. Rispondimi!" Leggo la paura nei suoi occhi e fa bene ad averne. Con voce tremolante dice:"Non so nemmeno di chi stiate parlando mio signore".  è inutile fingere, in questo modo mi fa solo incazzare di più , con un ghigno di rabbia in volto gli dico: "sai benedi chi sto parlando. Di Lucia ovviamente, dimmi immediatamente dov'è!"  Lui insiste sul dire di non sapere di dove sia. Mi sono stancato, lo getto in terra e decido di mandarla agli inferi, domani se la vedrà con me.

Sto per entrare in camera mia quando sento un'urlo in lontananza. Non sento più nulla, quindi sospetto di averlo solo immaginato. Ma un'istante prima di chiudere la porta della mia camera sento nuovamente delle urla. Chi può essere? D'improvviso penso, è se fosse mia madre ad urlare? Se quel maledetto le sta mettendo di nuovo le mani addosso? Cammino in direzione delle urla che non smettono. Adesso non ci sono solo urla, si sente la voce di qualcuno che grida in continuazione :" Basta!", "Smettetela" oppure "Vi supplico, lasciatemi andare" ed altre frasi simili. Ora capisco da dove provengono quelle urla, dalla camera da letto di mio padre, ma ad urlare non è mia madre.

Apro quella dannata porta con tanta violenza che quasi la rompo. I miei occhi vedono una scena a dir poco spaventosa. Era lei ad urlare, Lucia. La mio piccola Lucia. Ma adesso dalle sue labbra non esce neanche una parola. La trovo svenuta su quel letto completamente nuda. Quel porco è prorpio sopra di lei. Il sangue mi ribolle nelle vene dalla rabbia, il mio corpo è attraversato da una potente scarica di adrenalina. Non riesco più a controllarmi. Mi precipito su di lui e con un paio di pugni lo metto K.O. Vorrei ammazzarlo qui ed ora, ma devo occuparmi di lei. La prendo in braccio e le avvolgo una coperta addosso. La porto fuori da quella stanza e soprattutto lontana da lui.



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