Capitolo 23

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Pov's Flavio
Questo penso sia il giorno più bello di tutti. Molte volte mi sono sentito dire quelle due parole "Ti amo" ma oggi è la prima volta in assoluto che io le dico a qualcuno. Appena ho visto questa ragazza la prima volta sapevo in cuor mio che avrebbe stravolto la mia vita, ma non pensavo fino a questo punto. Con il suo sguardo è riuscita a distruggere la corazza che in questi anni mi ero costruito addosso, nessuno fino ad ora era mai nemmeno riuscito a scalfirla, neppure mia madre. L'unica persona a cui ho sempre voluto bene. Ma quella corazza è indistruttibile anche per lei.
Dal primo momento ho capito che Lucia era unica e speciale.

Non appena abbiamo sciolto il nostro abbraccio è entrata la signora Antinea con la signora Servilia. Entrambe mi hanno buttato letteralmente fuori dalla mia stanza. Proprio in questo momento la stanno aiutando a lavarsi e le disinfettano le ferite che ha sparse per tutto il corpo. Adesso che ci rifletto non so mio padre che fine abbia fatto. L'ho lasciato steso per terra nella sua camera da letto e da quel momento non ne ho più saputo nulla. Vorrei solo che non si svegliasse più. Non è una bella cosa da dire soprattutto verso un genitore, ma lui non merita altro.
È già giorno, quindi sono già tutti a svolgere i propri compiti. Di colpo vedo passarmi a fianco Elena, non riesce ancora a guardarmi in faccia, cosa farà quando scoprirà che mi sono innamorata della sua amica. Nell'attesa deciso di andare in giardino a riposarmi un po'.

Pov's Lucia
Stamattina sono arrivate in camera la signora Antinea e la signora Servilia che mi hanno aiutata a fare un bel bagno caldo. Per alzarmi dal letto e per fare pochi passi ho avuto bisogno di aiuto. Mi doleva tutto, in special modo le gambe e la mia parte intima. Ho i segni della violenza sparsi su tutto il corpo. Coma ha potuto ridurmi così?
Ad ogni tocco sussultavo dal dolore.
Dopo il bagno sembra mi senta un po' meglio.
Entrambe mi consigliano di tornare a letto e riposarmi e così faccio.

Adesso sono sola in camera perché Servilia doveva cucinare per la colazione e la signora Antinea aveva anch'ella devi doveri da compiere. Ma tra poco mi porteranno qualcosa da mangiare, dicono che devo rimettermi in forze.
Ho sempre odiato stare sola, ora più che mai. Ho una brutta sensazione, temo che il padrone possa tornare. Dov'è il padrone Flavio? Perché non è qui? Spero che torni il prima possibile. Sento dei passi fuori dalla porta. È lui? Qualcuno apre violentemente, ma non è il mio Salvatore, ma il mio aggressore.
Mi rannichio su me stessa, come per proteggermi, anche se so che niente può salvarmi, solo una persona può.
Ha un'occhio nero, sicuramente sarà stato suo figlio ieri sera. I suoi occhi sembrano andare a fuoco dalla rabbia. È più furioso che mai. Con passi lenti si avvicina a me. No, non un'altra volta! È ormai a pochissimi passi da me.

Mi afferra con forza i capelli ed urlo dal dolore. Mi fa scendere dal letto e mi trascina verso la porta. Finalmente lascia mi lascia andare, mi tocco il cuoio capelluto dolente. Ma comincia immediatamente a darmi diversi schiaffi, pugni e calci. Mi urla contro diverse frasi che fanno quasi più male delle botte come: "Sei solo una puttana", "Bastarda, non vali nulla" oppure "Lo vedi il mio viso? È tutta colpa tua".  Sono oramai rannicchiata su me stessa stesa sul pavimento. Non smetto di piangere e singhiozzare. Ma lui non si ferma. Sono passati già un paio di minuti. Finalmente si stanca e se ne va. Mi lascia lì stesa sul pavimento. Non riesco a muovermi. Il corpo mi duole ancora molto di più di prima. Sono sfinita. Non ne posso più, preferirei lasciarmi andare per sempre piuttosto che continuare in questo modo. Se continua così prima o poi mi ucciderà.

Ed ecco che arriva padron Flavio. Appena mi vede per terra si precipita da me. Mi aiuta piano piano ad alzarmi e a rimettermi sul letto. Non mi fa alcuna domanda e di questo ne sono lieta. Dice solamente un frase: "Giuro che lo ammazzo con le mie mani". Dovrei dirgli di non farlo, ma non ci riesco. Dopotutto senza di lui staremo tutti meglio e sicuramente nessuno piangerebbe la sua morte.
Sentiamo bussare alla porta, lui gli dà il permesso di entrare. Ed ecco che dietro la porta vediamo spuntare Carla. Senza pronunciare alcuna parola Flavio esce e se ne va. Carla chiude la porte si avvicina e rimane senza parole vede com'é ridotto il mio corpo. Non serve che gli spieghi nulla, sa bene chi mi ha ridotta così. Ha gli occhi lucidi, non riesce a trattenere una lacrima e delicatamente di avvicina per abbracciarmi, con molta attenzione, ha sicuramente timore di farmi male. Dopo aver sciolto quell'abbraccio mi domanda: "Dove va padron Flavio?" Con un pizzico di indifferenza le rispondo: "Credo che stia andando a mantenere la sua promessa."

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