Capitolo 30

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Pov's Lucia

Gli occhi di Elena iniziano a riempirsi di lacrime. O mio Dio! No, no, no, proprio lei no! Flavio si alza da sopra di me e in un secondo si riveste, io mi alzo da terra e cerco di ricompormi. Ma in un'istante senza darci il tempo di dire nulla, Elena scappa via. Non ci penso un minuto e la rincorro, urlando a per di fiato il suo nome. Ma è tutto inutile, non si ferma. Finalmente la raggiungo, le afferro il braccio e la obbligo a fermarsi, la faccio voltare verso di me e vedo che i suoi occhi sono rossi e le sue guance sono bagnate da diverse lacrime. Quasi non riesco a guardarla. Mi vergogno così tanto. Non so che dirle, è così pronuncio le prime parole che mi vengono in mente: "Elena, posso spiegarti" Queste mie parole sembrano aver accesso una fiamma di rabbia, mi urla contro dicendo: "Cosa vuoi spiegarmi? Non c'è nulla da spiegare. Io mi fidavo di te. Sapevi cosa provavo per lui. Ma non te n'è importato nulla. Ti odio, ti odio!"

Detto questo scappa via. Ma stavolta non riesco a muovere un muscolo. Sarebbe comunque inutile correre dietro. Ha ragione, io lo sapevo, ma non mi è importato nulla, sono solo un'egoista. Ma perché è successo, perché proprio lei? Lo sapevo che prima o poi qualcuno ci avrebbe visto. Sento delle mani poggiarsi sulle mie spalle. Non ho bisogno di girarmi, per sapere chi è. Ma non ho voglio di parlare con lui, voglio stare sola. Lo strattono e lui toglie le mani, senza guardarlo o dirgli nulla, mi allontano. Lui mi chiama un paio di volte, ma ne mi fermo ne mi volto. Faccio finta di nulla. Finalmente arrivo in camera mia. Fortunatamente non ho incontrato nessuno, ne sono contenta, l'ultima cosa che voglio è qualcuno che mi faccia domande. Mi chiudo in camera, mi butto sul letto e inizio a piangere.

Fa bene ad odiarmi, che amica sono? Come posso definirmi amica sua quando la tradisco in questo modo? Sono una persona orribile, egoista e cattiva. Non mi merito un'amica come lei e lei non meritava che io le facessi questo.
Senza rendermene nemmeno conto mi addormento con le lacrime agli occhi.
Mi sveglio, è notte. Nessuno è venuto a cercarmi a quanto pare. Ho la bocca asciutta e il mio stomaco brontola. Apre la porta delicatamente per evitare di fare rumore, non vorrei svegliare qualcuno. Il corridoio è vuoto. A piccoli passi arrivo fino in cucina. Ma purtroppo ho dimenticato a prendere una candela e stranamente le candele alle pareti sono spenti, quindi sbatto varie volte, fino ad arrivare al tavolo dove sento i fiammiferi e accede finalmente la candela presente sul tavolo. Sul tavolo ci sono solo delle mele, ma non ne ho voglia, comincio quindi a cercare qualcos'altro ma non trovo nulla di meglio. Afferro la mela e la finisco in brevissimo tempo. Bevo un po' di acqua per rinfrescare la mia gola, ho ancora fame, prendo altre due mele che vado a mangiare in camera, durante il traggito, sento provenire dalla camera di Elena dei singhiozzi. Sta ancora piangendo. Ed è tutta colpa mia. Non si merita tante sofferenze, non dopo quello che ha passato. Ho deciso, domani metterò fine alla mia relazione con Flavio.

Tutta la notte non sono riuscita a prendere sonno, mi sono girata e rigirata nel letto, ma niente. È già l'alba, mi alzo e vado in cucina, ma non ho fame. Appena varco la soglia della cucina tutti si girano a guardarmi. Perché mi fissano? Avranno per caso saputo della mia reazione con Flavio? Elena gli avrà raccontato qualcosa? Finalmente qualcuno si decide a parlare, la cuoca Servilia: "Lucia, bambina mia. Come stai, che fine hai fatto ieri?" Non sanno nulla allora? Resto alcuni secondi in silenzio non sapendo cosa rispondere, dico la prima cosa che mi è saltata in mente: "Scusate se vi ho fatto preoccupare ma non mi sentivo bene, niente di grave, forse solo un po' di stanchezza " Sembrano tirare tutti un sospiro di sollievo. Ma ecco che arriva lei, Elena. Non ho il coraggio di guardarla. I suoi occhi sono ancora gonfi, forse anche lei non avrà dormito, sembra così stanca. Mi volto immediatamente dall'altro lato, senza dire niente salgo le scale e arrivo davanti la porta della camera di Flavio. Busso e pochi secondi dopo lui apre velocemente la porta. Fa un gran sorriso, è contento di vedermi, m purtroppo tra pochi minuti, tutta la sua felicità svanirà.

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