Capitolo 58

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Pov's Flavio

Non riesco ancora a credere a quello che ho appena letto. Non è possibile. Mia madre non avrebbe mai potuto fare una cosa simile. Non può avermi mentito per tutta la vita. A causa della rabbia stropiccio la lettera. L'altra mano invece si chiude in un pugno.
Corro alle stalle e ordino allo stalliere di preparare il mio cavallo.
Vado al piano superiore ed entro in camera. Lucia ha smesso di piangere. Quando mi vede entrare con tanto foga si volta verso di me e appena vede la lettera nelle mie mani ne rimane quasi sconvolta. Ma non penso sappia cosa ci sia scritto. In un sussurro dico: "La mia vita è tutta una menzogna" Vedo però che lei non è né meravigliata né incuriosita. La guardo e le chiedo: "Tu non ne sai nulla giusto?" Vorrei ricevere solo un no, ma invece lei abbassa gli occhi e non risponde. Non può essere. Non può avermi tradito anche lei. Non lei. Le urlo: "Lo sapevi?" Lucia inizialmente si spaventa a causa dell'elevato volume della mia voce. Ma anche stavolta non risponde. Mi guarda solo negli occhi con uno sguardo che sembra solo voler chiedere scusa.
Non dico altro, non ho bisogno che mi risponda. Sbatte la porta e corro nuovamente alle stalle. Senza perdere tempo salgo a cavallo e corro al galoppo in direzione del palazzo imperiale.

Durante il tragitto quelle parole si ripetono senza interruzione nella mia mente. Non posso ancora pensarci. Tutta la mia vita è una bugia. Le persone di cui mi sono sempre fidato mi hanno tradito. Come hanno potuto tenersi questo segreto dentro per tutti questi anni. Ora capisco perché allora colui che pensavo fosse mio padre, mi ha sempre disprezzato. Mi hanno rovinato la vita. Avrei preferito di gran lunga crescere come un bastardo che con un'essere come quello. Non so se riuscirò mai a perdonarli. Adesso ogni cosa ha acquistato finalmente un senso. Tutti quelle botte, quelle offese, quell'odio. L'amore che l'imperatore ha sempre dimostrato nei miei confronti.
Finalmente arrivo a palazzo. Scendo da cavallo e cammino velocemente in direzione dell'ufficio dell'imperatore, sarà sicuramente la. Uno dei suoi servitori cerca di impedirmi di entrare dicendomi che sua maestà è in riunione, ma non mi importa di nulla in questo momento.
Apro la porta del suo studio violentemente. L'imperatore è seduto alla sua scrivania in compagnia di diversi diplomatici. Cerco di parlare con voce calma, ma la furia nel mio corpo è troppo, sento il sangue ribollire nelle vene e dico: "Vi devo parlare. Ora!" Egli capisce subito che qualcosa non va e congeda tutti con un gesto. Rimaniamo soli finalmente.

Lui viene verso di me e dice: "Ragazzo mio che succede?" A quelle parole non riesco a trattenermi, cammino verso di lui lo afferro per il bavero e lo sbatto al muro con tutta la mia forza e urlo: "Ragazzo mio!? Ragazzo mio?! Volevate dire forse FIGLIO Mio! Giusto PADRE?" Alle mie parole i suoi occhi si dilatano. Non si aspettava una simile domanda. Qualche secondo dopo lo lascio andare. Ci fissiamo entrambi senza dire nulla. Alla fine egli parla: "Come l'hai scoperto?" Senza bisogno di dire nulla gli mostro la lettera di mia madre.
Con voce rotta esclama: "Lascia che ti spieghi" Con un gesto del capo lo invoglio a parlare. L'imperatore prende un lungo respiro e comincia a parlare: "Intanto voglio che tu sappia che non ho mai smesso di amare né te né tua madre. Lei è l'unica donna che abbia mai amato in tutta la mia vita. Quando ho saputo che era incinta ero l'uomo più felice del mondo. Ma la vita ha voluto punirci. Tua madre era fidanzata. Avrei voluto sposarla il, ma non potevo fare un simile affronto al mio migliore amico. " Lo interrompo chiedendogli con tono di voce abbastanza alto:" Certo meglio far finta di nulla e far crescere il proprio figlio da un'essere orribile. Egli scuote la testa e continua: "No. Hai ragione non meritavi di crescere in quel modo. Ma non potevo sapere che si trasformasse in un uomo così violento. Credo che il tradimento da parte dei suoi migliori amici lo abbiano distrutto più di quanto mi aspettassi. Quando vedevo dei lividi sul viso dolce di tua madre o quando tu mi raccontavi da bambino del modo in cui trattava, credimi ogni volta avevo voglia di ucciderlo con le mie mani. Ma non potevo."

In un sussurro gli domando:" Come avete potuto farlo? "
Il suo tono di voce aumenta e mi risponde:" Credi che per me sia stato facile? Dover vedere mio figlio essere cresciuto da un'altro. Sentir chiamare lui papà. Avrei tanto voluto sentirmi chiamare in quel modo da te anche per una sola volta. Non poter stare con la donna che amavo. Ma l'abbiamo fatto anche per te. Pensavamo che in questo modo saresti cresciuto senza alcun problema. Ma è evidentemente che ci siamo sbagliati. So che per il momento sei furioso e ti capisco, hai ragione. Ti abbiamo tenuta nascosta la verità per troppi anni. Ma spero che tu un giorno possa capirci. Cerca solo di non essere in collera con tua madre. Non lo merita. Ha sopportato tutte quelle violenze solo per te e perché credeva di meritarlo a causa delle bugie raccontate. Ti amava più della sua stessa vita. Non so se ci riuscirai mai, ma ti prego di perdonarci " Una lacrima solitaria bagna il suo volto e a causa della rabbia prima di andare via dico solo: "Avete ragione. Non lo so se ci riuscirò mai".
Corro al piano inferiore e monto a cavallo, galoppando il più veloce possibile. Ho bisogno di sfogarmi adesso. Ho bisogno di metabolizzare tutto quello che è successo.

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