Capitolo 56

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Pov's Lucia

Oggi è il grande giorno, sono così nervosa che stanotte non ho quasi dormito, il mio bambino di sicuro non ha aiutato, si è agitato tutta la notte.
È l'alba. Meglio che mi alzi, devo iniziare a prepararmi. È così strano svegliarsi e non trovare nessuno accanto. Come da tradizione abbiamo deciso che stanotte avrei dormito in una delle camere per gli ospiti. Metto la vestaglia e scendo giù in cucina, non ho molta fame ma meglio mettere qualcosa sotto i denti. Appena entro vengo accolta come fossi una regina con applausi e abbracci. Un po' rossa in viso dico: "Grazie a tutti. Ma non serviva tutto questo." Carla mi salta subito addosso per abbracciarmi ed esclama: "Eccome se serviva, padrona" Di scatto dico: "No, no. Padrona niente. Io sarò sempre Lucia e basta. Né padrona, né signora né niente. Ok" Annuisco tutti insieme. Ci sediamo in tavola e facciamo colazione tutti insieme. Terminato di mangiare io, Carla, Servilia e la signora Antinea saliamo in camera dove il mio abito da sposa mi attende. Lo guardo in tutto il suo splendore, ogni minimo particolare, è semplicemente stupendo.

La vasca viene riempita in pochissimo tempo, mi immergono in quell'acqua calda e profumata. Vorrei non uscirne mai, è così rilassante, ma purtroppo non posso perdere tempo, altrimenti si fa tardi. Esco mi asciugo, mi siedo in uno sgabello e Carla comincia a pettinarmi. Si occuperà lei della mia acconciatura, è sempre stata appassionata di capelli e sono sicura che farà un lavoro stupendo. Terminato con i capelli la signora Antinea si occupa del trucco. Le ho chiesto di fare nulla di complicato solo lo stretto necessario. Il tempo passa così in fretta che neanche ce ne accorgiamo.
Mio figlio ricomincia a muoversi, è sempre così. Sembra che lui rispecchi ciò che provo. Sono così agitata, il mio cuore batte forte e sento le farfalle nello stomaco. Non sembra neanche vero. Non riesco a credere che tra poche ore sarò sposata.

Terminato anche con il trucco, mi volto per guardarmi allo specchio, ma Carla mi afferra per le spalle e mi impedisce di voltarmi. Afferma: "Ti potrai vedere solo a lavoro terminato. Chiaro? Per scherzare le rispondo con un:"Signor si signora! " Scoppiano tutte in una risata. Comincio a svestirmi e tutte tre mi aiutano ad indossare l'abito. Come gioielli decido di tenere quelli che ho, la collana che mi ha lasciato la padrona Sibilla e l'anello che Flavio mi ha donato. Non mi serve altro. Sono pronta, mi avvicino allo specchio, mi guardo. Rimango quasi scioccata. Non posso essere io quella. Hanno fatto un lavoro fantastico con i capelli e il trucco. Guardo l'abito, mi sta benissimo, copre anche un po' la mia pancia. Non riesco a trattenermi e inizio a piangere. Carla viene subito da me per abbracciarmi e le lacrime bagnano anche il suo viso, lo stesso accade con Servilia. La signora Antinea invece riesce a trattenersi. Ci stacchiamo dall'abbraccio e faccio un lungo respiro. Dico più a me stessa che a loro: "Sono pronta"

Saliamo in carrozza e ci avviamo in chiesa. Questo sarà il giorno più bello della mia vita. Diventerò la signora Clementini. So perfettamente che tutta la nobiltà non mi accetterà mai, dopotutto non si è mai sentito di una schiava che diventa duchessa, ma non mi importa. Arriviamo in chiesa. Ma sono tutti fuori dalla chiesa, che succede, non capisco. Ci sono anche delle guardie. Forse le guardie dell'imperatore. Carla scende a vedere cosa succede. Torna sconvolta e mi vieta di scendere. Ma voglio sapere che sta succedendo. Scendo dalla carrozza vado verso l'entrata della chiesa. Cercano tutti impedirmi di entrare, ma è tutto inutile. Quando entro vedo Flavio parlare con le guardie e mi accorgo solo dopo che il parroco è steso per terra, davanti all'altare, c'è del sangue, i suoi occhi sono spalancati. No. Non è possibile. Non ci credo. È morto. Chi può aver fatto una cosa del genere. Metto le mani davanti alla bocca. I miei occhi iniziano a pizzicarmi. Flavio si accorge solo ora della mia presenza, corre verso di me. Mi prende per mano e mi spinge ad entrare in carrozza. Prima di ordinare al cocchiere di ripartire mi bacia le mani e dice: "Va a casa ti raggiungerò presto." Carla e la signora Antinea salgono anch'esse in carrozza e partiamo.

Arrivata a casa scendo dalla carrozza e corro in camera, mi butto nel letto e posso solo piangere. Oggi doveva essere tutto perfetto. Sapevo che nessuno accettava la nostra unione, ma non credevo arrivassero al punto di uccidere il prete solo per impedire il matrimonio. Io e Flavio non saremo mai marito e moglie. Lo impediranno sempre. Non saremo mai veramente felici. Quando sembra che finalmente stia andando tutto bene accadde sempre qualcosa che distrugge la nostra felicità. Il nostro è un'amore impossibile. È meglio che cominci a farmene un ragione. Sento qualcuno bussare alla porta, non rispondo. Non voglio vedere nessuno. È Carla, mi chiede di aprirle, ma le rispondo secca: "vattene" So di essere stata troppo brusca, ma voglio solo restare sola.

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