La crisi di Rosy

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Giunti a Long Island trovarono Carmelo ad attenderli. L'orologio regalato da Rosy a Perez gli aveva dato modo di poter ascoltare le loro conversazioni e sapeva già tutto riguardo a Ruiz.

«Sapevo che non mi avresti deluso Rosalia. Grazie a quel microfono che indossa, riusciremo a sapere in anticipo le sue mosse» le disse, dandole una pacca sulla spalla appena la vide. Dopodiché si rivolse agli altri ragazzi, «Mi complimento anche con voi tre naturalmente! Tutto è andato secondo i nostri piani. In questo momento dalla stanza operativa accanto allo studio, stanno ascoltando e registrando tutte le conversazioni all'interno della residenza di Sean»

«Purtroppo però saremo costretti a rivedere il piano nonno, non ero a conoscenza del rapporto di amicizia tra Perez e Ruiz e di certo non posso proporgli di ammazzare l'amico per prendergli la droga»

«Questo lo so, ma cercheremo di studiare qualcosa di alternativo. Droga e denaro devono essere nostri a qualunque costo»

«Prima dobbiamo scoprire dove faranno lo scambio. Se fosse nella residenza di Perez, noi potremmo intercettare il carico, mentre sua nipote penserebbe ai soldi e a Sean»

«Concordo con te Victor, il luogo dello scambio sarà fondamentale per potersi muovere di conseguenza»

Rosy, mentre i due conversavano, si tolse dal collo la pesante collana che ancora indossava posandola sulla madia. Era rimasta turbata dalla serata che aveva appena trascorso. Sentiva ancora addosso l'odore di Perez e in quel momento non aveva nessuna voglia di parlare ancora di lui. Voleva soltanto starsene da sola con i suoi pensieri e trovò una scusa per raggiungere la sua stanza.

«Chiedo scusa nonno, ma se non ti dispiace vorrei rimandare questa conversazione a domani. Sono stanca e non mi sento troppo bene stasera. Farò recapitare un biglietto di scuse a Sean per declinare il suo invito a colazione, in modo tale da poter studiare con calma un nuovo piano. Dirò a Perez che ci vedremo per cena così avremo più tempo per farlo»

Carmelo la fissò attentamente in volto.

«Hai la faccia di una che ha bevuto parecchio. Se tuo padre lo venisse a sapere andrebbe su tutte le furie. Le femmine che si danno all'alcol sono solo donnacce»

«Era una festa nonno e comunque oramai sono una donna matura e posso fare quello che cazzo mi pare»

Carmelo alle sue parole diede un pugno sul tavolo.

«Non ti azzardare mai più a rispondermi in questo modo ragazzina o te ne farò pentire la prossima volta»

Rosy lo fulminò con lo sguardo. Avrebbe voluto continuare la discussione con lui, ma non era dello stato d'animo giusto per poterlo fare. Per tutta risposta decise di voltargli le spalle e di lasciare lo studio, sbattendo la porta dietro di lei.

«Neppure il college che ha frequentato è riuscito a raddrizzare quella ragazza»

«Non temete don Carmelo, sono certo che prima o poi qualcuno riuscirà a domare vostra nipote»

«Prova a parlarle tu Victor. Siete quasi coetanei e forse qualcuno che non è di famiglia riuscirà a farle capire quanto sia importante in questo momento mantenere i nervi saldi»

«State tranquillo, vado subito a parlarle. Quando occorre so essere molto convincente»

Victor uscì poco dopo dallo studio per raggiungere la ragazza. Intanto Rosy, salita al piano di sopra, era entrata nella sua stanza lasciando la porta socchiusa. Presa dallo sconforto, aveva deciso di chiamare sua madre in Italia con una video chiamata per raccontarle ciò che le stava accadendo a New York. Victor arrivato proprio nel momento in cui Filomena le aveva risposto, decise di rimanere in silenzio dietro la porta, per ascoltare la loro conversazione.

RIBELLI MAFIOSIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora