Scomparsa

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Victor giaceva a terra nel corridoio privo di sensi e solo dopo diverso tempo riprese conoscenza. Iniziò piano piano ad aprire gli occhi. Era disteso sul pavimento e sembrava spaesato. Non aveva ben chiaro il perché si trovasse a terra sino a che, alzandosi in piedi a fatica, avvertì un fastidio alla nuca. Si toccò la testa nel punto dove era stato colpito, e osservando le sue dita, vide che c'era del sangue.

«Cazzo! qualcuno deve avermi tramortito quando sono uscito dalla cabina di Rosy»

Si precipitò nella stanza della ragazza per assicurarsi che stesse bene. Quando arrivò lì davanti, vide che la porta era spalancata ed entrando, non trovò alcuna traccia di lei. A quel punto si mise a cercarla disperatamente per tutta l'imbarcazione. Prese una torcia, che si trovava su una mensola del corridoio, e salì in coperta ispezionando la prua e la poppa. Per un istante il pensiero che avessero potuto gettarla in mare, affiorò nella sua mente, e malgrado fosse buio, si affacciò verso l'esterno dell'imbarcazione illuminando a mano a mano tutto il perimetro dello yacht, ma senza trovarne traccia. A quel punto tornò sottocoperta, iniziando disperatamente a chiamare a gran voce il suo nome.

«Rosy! Rosy!» urlava disperato

Tony, nel frattempo, si trovava ancora nella sua cabina, ma alle sue grida, si svegliò di soprassalto.

«Ma che cazzo sta succedendo qui!» disse, tirandosi su di colpo dal letto

Nel fare quel gesto avvertì subito una fastidiosa sensazione alla testa. Si toccò la fronte. Dopo un primo smarrimento dovuto a quel malessere, si alzò con calma dal letto, raggiungendo lentamente la porta della cabina. Si sentiva come un ubriaco all'indomani di una brutta sbornia. Aprì la porta affacciandosi sul corridoio trovando il giovane Massei in preda al panico.

«Victor!» urlò, «si può sapere perché stai gridando in quel modo?»

Appena lui lo vide sull'uscio, gli andò incontro afferrandolo con violenza per le braccia.

«Tua sorella è stata rapita! Dobbiamo cercarla»

«Ma cosa stai dicendo? Rapita?» rispose Tony sgranando gli occhi

«Sì, qualcuno stanotte si è intrufolato sullo yacht. Sono stato colpito alla testa mentre mi trovavo nel corridoio. L'aggressore è arrivato da dietro colpendomi alle spalle e non sono riuscito a vederlo in faccia»

«Ora capisco questa sensazione di torpore alla testa. Devono avermi narcotizzato»

Il giovane, preoccupato per la sorella, spinse via dalle braccia le mani di Victor, iniziando a percorrere il corridoio e urlando il suo nome come impazzito. Massei disse al giovane di aver già setacciato tutta l'imbarcazione, ma senza trovare traccia di lei. Tony a quel punto in preda alla disperazione, si mise le mani tra i capelli volgendo lo sguardo per terra.

«Come è potuto succedere! Nessuno a parte noi sapeva del nostro piano»

Nell'istante in cui pronunciò quella frase, un pensiero si insinuò nella sua mente. Alzò lentamente la testa, guardando negli occhi il suo nemico.

«Tu! Sei stato tu figlio di puttana!» disse afferrandolo per la maglietta e scaraventandolo a terra.

Salì con prepotenza a cavalcioni su di lui iniziando a colpirlo con violenza. Victor si difese e con un pugno ben assestato lo gettò a sua volta per terra. Adesso era lui ad avere la meglio su Tony.

«Non c'entro un cazzo con questa storia! credi mi sarei fatto colpire alla testa se fossi stato coinvolto?»

«Magari lo hai fatto apposta per avere un alibi credibile» gli rispose con un filo di voce

RIBELLI MAFIOSIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora