Uniti e imperfetti

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Juan entrò nello studio di Ruiz, proprio nel momento in cui lui aveva riagganciato la telefonata con Rosy.

«Ho le informazioni che mi hai chiesto sul cliente estero dei Rocca» disse appoggiando il resoconto sulla sua scrivania.

Gonzalo lo prese tra le mani per dargli un'occhiata.

«Quel figlio di puttana! È in affari con Ferrante Calogero. Conosco bene la storia di quel trafficante. Era partito appena ventenne dall'Italia per la Colombia, dove aveva avuto la fortuna di conoscere Alvaro Garcia, che all'epoca gestiva già un discreto giro d'affari nel suo paese. Entrarono insieme in società e nel giro di qualche anno, estesero il loro mercato oltre i loro confini, arrivando addirittura non solo in Brasile, ma anche in Venezuela, Perù, Ecuador e per ultima a Panama. In America del Sud è una potenza. In tutti questi anni quel bastardo si è costruito un impero»

«Una vera fortuna, se consideri che dopo la morte di Garcia è rimasto da solo a gestire tutto il loro traffico»

«Dalle informazioni che hai trovato risulta che Garcia sia stato ucciso»

«Sì, e vuoi proprio saperlo? Non hanno mai trovato il colpevole. A mio parere potrebbe essere stato proprio Ferrante a toglierlo di mezzo per ereditare anche la sua parte di soldi»

«Il potere può dare alla testa Juan e in effetti potrebbe averlo ucciso lui. È talmente potente da poter comprare il silenzio di chiunque o di metterlo a tacere per sempre»

«E questo spiegherebbe come abbiano fatto a portare fuori dalla città il carico senza problemi»

«Per colpa di quella puttana, non rivedrò mai più quella droga!» urlò Gonzalo, gettando per terra tutti i fogli.

«Purtroppo, è così. Anche se volessimo recuperare la merce, Ferrante è troppo potente per noi, non avremmo nessuna possibilità di riuscita contro di lui»

Ruiz si fermò un attimo a pensare. Juan aveva ragione. Malgrado anche lui fosse una potenza nel suo Paese, non poteva certo competere con Ferrante. Inoltre, la perdita subita, gli aveva creato dei problemi per il pagamento di un debito di gioco e doveva tornare in Messico per procurarsi quella somma in altri modi.

«Devo cercare di mantenere la mente lucida e i nervi saldi, non ho nessuna intenzione di lasciare il carico a Ferrante e i soldi ai Rocca. E anche quella puttana che mi ha fottuto deve pagarla»

«Che cosa vuoi fare adesso?»

«Per prima cosa penserò a Rosy. Subito dopo partiremo per il Messico come previsto e dopo aver risolto la questione del mio debito, studierò un modo per fottere i Rocca e Ferrante»

«Se fossi in te penserei prima a sistemare i Rocca»

«È proprio quello che intendo fare Juan. Andrò in Italia e mi prenderò il loro paesello di merda»

«E riguardo ai Massei?»

«Ho intenzione di stringere un patto con loro, per arrivare a fare affari con Ferrante. Non appena raggiungerò il mio obbiettivo, sterminerò anche i Massei e mi riprenderò tutto ciò che ho perso con gli interessi»

«La potenza di Ferrante è troppo grande per contrastarla da solo e credo che mettersi in società con lui, sia l'unico modo che hai per rientrare della perdita subita»

«Dalle tue ricerche ho visto che Ferrante ha parecchi affari legati ai Rocca in Italia e se loro fossero fuori dai giochi, sarebbe costretto a scendere a patti con i Massei e di conseguenza con me»

«Sì, e il motivo per il quale Ferrante è legato ai Rocca è anche un altro»

Juan raccolse i fogli che Gonzalo aveva gettato per terra porgendoli a lui.

RIBELLI MAFIOSIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora