Follia omicida

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E mentre Rosy sognava il suo lieto fine con Victor, Maria era immersa nei suoi desideri di vendetta e non faceva che pensare a come eliminare i due ragazzi. Nella sua mente si era instaurato un tarlo che la stava logorando. Odiava a tal punto Rosy da voler uccidere prima il figlio di lei. Sapeva che la sua morte insieme alle perdite già subite in precedenza avrebbero inferto alla ragazza maggiore sofferenza e questo pensiero le dava un gusto nel farlo ancora più grande. La donna era mentalmente fuori controllo. Il tradimento del figlio rappresentava per lei una pesante sconfitta. Sentiva di aver fallito come madre. Nel crescerlo, era diventato un ribelle e lei non era stata capace di sottometterlo, come invece suo padre aveva fatto con lei anni prima. La sua mente era sempre più in preda alla follia.

Nel tardo pomeriggio, intanto, aveva incaricato Nico di mettere in atto il piano contro la Castelli. Maria aveva fatto tenere d'occhio la donna ed era a conoscenza del fatto che dopo la fine della storia con Victor non aveva più fatto rientro al lavoro. Per questo motivo dopo aver portato via il pc e la documentazione cartacea dall'ufficio di Adele, Nico si sarebbe dovuto recare nella sua abitazione per portare a termine il suo lavoro.

Adele era la proprietaria dell'immobile presso il quale svolgeva la sua attività di avvocato con diversi collaboratori alle sue dipendenze. In città era molto conosciuta per la sua professionalità. Era riuscita in pochi anni a sbaragliare la concorrenza e il suo studio era frequentato solo da chi, poteva effettivamente permettersi di pagare le sue parcelle. L'ufficio era situato al piano terra di una bella palazzina di soli tre piani e aveva una superficie di duecento metri quadri. Gli interni erano di fattura moderna e alla reception c'erano persino tre segretarie ad attendere i clienti. La Castelli aveva un'ottima posizione, non solo professionale, ma anche economica.

Nico aspettò l'uscita dell'ultimo collaboratore presente nello studio, dopodiché entrò in azione con i suoi uomini. Con l'ausilio di pile elettriche si fecero strada lungo tutto il corridoio sino a raggiungere l'ufficio di Adele. Era molto ampio e lungo le pareti erano disposte diverse librerie chiuse da vetrate. Le pratiche erano catalogate al loro interno in ordine alfabetico e Nico iniziò proprio da quelle. Quando arrivò alla lettera emme trovò diversi faldoni relativi agli affari della famiglia Massei. Iniziò a riempire i borsoni che avevano portato per trasportare i documenti e dopo aver riposto l'ultima cartella in uno di questi, andò verso la scrivania. Accese il computer che però, come previsto, era protetto da password. Scollegò tutti i cavi e lo prese per portarlo alla villa, il loro hacker avrebbe pensato a decifrarne il codice. Chiamò Maria per avvertirla che tutto era filato liscio e che si sarebbe recato a casa della Castelli per eliminarla.

Le luci fuori in giardino erano spente e non trovarono alcuna difficoltà ad entrare nella villetta senza essere notati. Nico aveva portato all'interno con sé soltanto due uomini, mentre gli altri erano rimasti fuori di guardia. Camminarono con passo felpato sino a raggiungere la stanza di Adele. Nico aprì la porta senza fare rumore. La Castelli si trovava nel letto avvolta nella coperta che le copriva anche il capo. Il ragazzo si avvicinò al suo letto. Con un gesto fulmineo la sollevò per coglierla di sorpresa, ma ad averla fu lui, quando scoprì che era vuoto. Sotto alle lenzuola trovò soltanto dei cuscini e nient'altro. A quel punto chiamò subito Maria per informarla sui fatti.

<<Ma che minchia stai dicendo Nico! Sono giorni che la sorvegliamo e non si è mai mossa da casa. Trovala e ammazzala>>.

La donna riagganciò subito dopo, senza neppure dare a Nico il tempo di rispondere. Prima di uscire dalla villa, Nico controllò in ogni angolo della casa, ma di lei non c'era nessuna traccia. In quel momento un dubbio si insinuò nella sua mente. Tornò di corsa verso la sua camera da letto e aprì l'armadio. Era stato completamente svuotato.

<<Cazzo! Questa non ci voleva proprio! E adesso chi gli e lo dice a Maria che Adele è scappata?>>.

E mentre Nico si domandava che fine avesse fatto la Castelli, Rosy si trovava nel letto tormentata dai suoi pensieri per la morte del fratello. Oltre al dolore della madre adesso, aveva aggiunto anche quello per la perdita di Tony. Non si dava pace rigirandosi nel letto senza riuscire ad addormentarsi. Amedeo le aveva consigliato di prendere un altro tranquillante, ma lei si era rifiutata. In quel momento, sentiva la necessità di restare da sola con il suo dolore e Rizzo, aveva rispettato il volere della ragazza evitandole pressioni con la sua presenza. Villa Rocca era stata posta sotto sequestro dalla polizia, così come tutti i beni appartenenti alla famiglia. I dipendenti che lavoravano per i Rocca, quando i poliziotti avevano fatto irruzione, erano stati tutti arrestati e portati in questura per essere interrogati. Nella casa erano stati apposti i sigilli e nessuno poteva più entrarci, tuttavia Rizzo, aveva comunicato alla nipote che l'avrebbe scortata all'interno della villa, per darle la possibilità di prendere le sue cose in vista della partenza per Parigi.

RIBELLI MAFIOSIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora