{75}: Fidati di Me

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«Che diamine è quello?», domandò Katsuki con tono più brusco di prima. «Ehi, che cazzo, (Nome)? Chi è che ti sta dicendo di incontrarlo in una schifosa fabbrica?!»

Ti affrettasti a chiudere di botto il portatile, ma era già troppo tardi. Aveva visto l'unica cosa che non avrebbe dovuto vedere; la prova dei tuoi incontri che tuo padre ti aveva proibito di rivelare a chiunque. Sembrò come se il tuo sangue si fosse ghiacciato e tutto ciò che potesti pensar di fare fu di rivolgergli un sorriso storto.

«È strano, vero? Di tanto in tanto ricevo messaggi di questo tipo; credo si tratti solo di spam».

Katsuki sembrava tutt'altro che impressionato ma decise di reggerti il gioco.

«Spam, eh?»

«Immagino di sì».

Si avvicinò a te, socchiudendo le sue orbite cremisi. «Quindi mi stai dicendo che non hai alcuna idea riguardo a cosa si riferisca quel messaggio?»

Scrollasti le spalle. «Perché dovrei? Spero davvero tu non stia pensando che ti stia tradendo o cose del genere. Pensavo avessimo superato la questione delle accuse infondate ormai...»

«... è quello che pensavo anch'io». Spalancasti gli occhi appena Katsuki serrò la sua mano attorno al tuo polso; una presa così forte che ti fece involontariamente sobbalzare. Il suo tono ti mandò un brivido lungo la schiena. «Pensavo avessimo finito di mentirci l'un l'altro, (Nome)».

«Mentire...?», rispondesti innocentemente. «Perché mai-»

«MI STAI MENTENDO E LO SO!!!»

Sbatté un pugno sulla tua scrivania, lasciando una spaccatura sulla superfice di legno. Non potesti fare altro che chiudere forte gli occhi, nonostante stesti disperatamente cercando di far finta di non essere spaventata da lui. Ma era troppo difficile. Il modo in cui ti stava guardando in quel momento era abbastanza da farti chiudere lo stomaco.

Volevi essere sincera con lui, lo volevi davvero. Ma ricordasti il modo in cui tuo padre ti aveva proibito di farne parola con qualcuno; minacciando di ferire sia te che quelli a te vicini. Mentire a Katsuki ti faceva sentire uno schifo, ma sapevi saresti stata molto, molto peggio se egli si fosse ferito.

«Mi dispiace», tentasti, forzando un altro sorriso. «Non so davvero a cosa si riferisca quella mail e spero tu riesca a trovare la forza di credermi».

Katsuki ridacchiò senza allegria. «Wow. Wow. Dopo tutta la merda che abbiamo superato, specialmente di recente, ancora ti ostini a mentirmi in faccia. Non riesco a crederci».

«Non sto-»

«STAI MENTENDO!!»

Rilasciò un altro urlo violento, chiudendo le mani a pugno, mentre trattenne l'istinto di creare un buco nel muro. Katsuki afferrò le radici delle sue ciocche bionde, tremando furiosamente. Voleva sia riempire di botte qualcuno, sia scoppiare a piangere; non riuscisti a capire cosa.

«Solo, quanto pensi io sia idiota?!», sputò. «Sei la mia ragazza, che cazzo; mi sembra ovvio io debba capire come ti senti! E fai anche schifo a mentire! È fin ora che hai quell'espressione triste; la solita che hai quando c'è qualcosa a che fare con i tuoi genitori. Quel messaggio era da parte loro, vero? Andrai ad incontrarli domani, non è così?!»

Ti sentisti come se stessi per rimettere. Era riuscito a scoprire l'unica cosa che non avrebbe dovuto ed era abbastanza per farti venir voglia di vomitare.

Il marchio...?

Posasti involontariamente una mano sul tuo fianco, alla ricerca di qualsiasi cosa di differente. Non c'era nulla fuori dall'ordinario. Senza contare che se avessi provato di nuovo quel dolore, non sarebbe stato qualcosa di così leggero. Non faceva male al momento, il che ti riempì di sollievo. Voleva dire che i tuoi genitori non ti stavano monitorando.

A True Hero (Bakugou Katsuki x Reader) TRADOTTADove le storie prendono vita. Scoprilo ora