{52}: Catturata

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"(Nome)..."

"È l'ora di svegliarsi, amore..."

Mamma...? Papà...?

"(Nome)... tesoro..."

"Devi svegliarti ora... gli altri ti stanno aspettando..."

Cosa...? Che succede? Mamma? Papà??

...

"Ohi. Vedi di svegliarti".

I tuoi occhi si spalancarono di colpo. Ti ritrovasti a fissare un volto pallidissimo, con grigi capelli scarmigliati che ricadevano sulla sua pelle. Le innumerevoli mani artificiali che erano attaccate su tutto il corpo dell'individuo furono abbastanza per farti realizzare dove ti trovassi. Prendesti un grosso respiro, abbassando lo sguardo verso le tue braccia, notando che erano state legate ad una sedia.

Eri stata catturata.

Shigaraki si rivolse a te con tono velenoso. "Mi sono stancato di aspettarti, merdosa marmocchia. È il momento di sederci tutti insieme e di fare una chiacchierata".

Lo guardasti derisoria. "Non l'abbiamo già fatto?"

"È vero" rifletté. "Ma questa volta è diverso. Vedi, ho molte più persone a cui presentarti". Il ragazzo aprì le sue braccia, indicando un gruppo di criminali sparpagliato per la stanza. Ti mordesti il labbro inferiore, tutto il tuo corpo iniziò a bruciare di rabbia.

Ce ne sono così tanti. Così tante fottute ed insignificanti forme di vita.

"Dunque", lo guardasti da sotto le ciglia. "Di cosa volevi 'parlare', esattamente? Dev'essere importante, considerando tutto il tuo impegno per portarmi via dal resto della mia classe".

Shigaraki fece scorrere le dita sopra il tavolo accanto al quale egli era seduto. "Andiamo dritti al punto, eh...? Beh, a me va bene. Allora, mi rendo conto possa essere improvviso, ma... vuoi diventare una di noi... (Nome)-chan?"

Sollevasti un sopracciglio verso di lui. "Oh. Tutto qui? Allora è facile". Socchiudesti gli occhi, la tua espressione divenne colma di malizia. "Rifiuto".

Il ragazzo dai capelli grigi ridacchiò cupamente. "Ehi, ehi. Non mi hai dato neanche la possibilità di parlare. Ho un intero discorso da fare".

"Ho detto che rifiuto" sputasti. "Vai a farti fottere".

"... fai la difficile, eh?" Shigaraki si alzò dal suo posto, il suo corpo alto e magrolino ti torreggiò. Si diresse lentamente verso l'angolo della stanza in cui eri legata, sollevando il tuo mento con il suo dito indice. Sentisti il suo respiro colpire la tua pelle, creandoti un nodo nello stomaco. Abbassò così tanto la voce da farla divenire quasi un sussurro. "Forse te ne rendi conto... ma tu non sei proprio nella posizione di sopraffarci. Sono certo che tu te lo ricorda ancora, non è vero? Quando ho tenuto il tuo collo nella mia mano quella volta al centro commerciale... e quanto facilmente avrei potuto terminare la tua vita proprio lì e in quel momento. Capisci dove sto andando a parare, vero...?"

Lo guardasti con aria di sfida. "Quindi?"

"Quindi...?" ridacchiò allegro, trascinando le sue dita lungo la tua mascella. "È sorprendente. Sai perfettamente quanto sia pericolosa questa situazione, eppure non hai paura...? Ti aspetti che io creda che tu non sia spaventata dall'idea di morire?"

"Sono spaventata..." mormorasti. "Certo che sono spaventata. Perché non dovrei aver paura di morire? Però le cose stanno così. Sebbene io abbia paura e non voglia morire, non mi unirei ugualmente ad un ammasso di fecce come voi". Lo fissasti, il tuo sguardo era severo ed incrollabile. "Non mi unirò a voi. Perché per me, diventare una criminale sarebbe persino peggio della morte".

A True Hero (Bakugou Katsuki x Reader) TRADOTTADove le storie prendono vita. Scoprilo ora