capitolo 29

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CHRIS

"Cazzo, quanto ci mettono là dentro?" sbotta Anne. E' mattina e il medico è arrivato per visitare Ines. Solo che questa visita sta durando troppo. 

"Abbiate paz..." La porta si apre di scatto. 

"Con chi posso parlare tra di voi?" domanda il dottore sulla soglia della porta. 

"Con tutti, siamo una famiglia" risponde Cathy. 

"Ok, ecco...vi darò subito l'esito - inizia a leggere - Ines ha subito un trauma molto forte ed è, inoltre, entrata in una fase di depressione reattiva"

"Oddio, cos'è?" domanda Tiffany. 

"La depressione reattiva è un forma di disturbo mentale legata ad un avvenimento molto doloroso che l'individuo ha vissuto. Nel caso della signorina Ines, l'incidente. La conseguenza di questo disturbo è un sentimento di tristezza. Oppure l'ansia."

"Come si può curare?" domando. 

"Il trauma e la depressione reattiva si possono curare solo in un modo. Affidandovi ad uno psicologo. Ines dovrà seguire una terapia chiamata EMDR. E' una terapia molto conosciuta e ti aiuta in caso di traumi."

"Come faremo a convincerla? Non ci vuole neanche parlare!" domanda Tiffany. 

"Dovete starle accanto, aiutarla a capire che la colpa non è sua. Il trauma porta anche a questo: un senso profondo di colpa."

"La aiuteremo" risponde Harry. 

"Verrò tra una settimana per vedere se ha iniziato la terapia" ci informa, il dottore, uscendo. 

"Cazzo, com'è possibile...Un trauma...la depressione" sbotta Tiffany. 

"La situazione è ancora più seria di quello che pensavo" ragiona Harry.

"Forza, vado a parlarle" dico alzandomi. 

"Non credo che ti risponderà" 

"Tentar non nuoce" scrollo le spalle. 

Entro nella stanza di Ines. C'è aria viziata non può restare chiusa in questa stanza ancora per lungo...potrebbe svenire. Mi armo di coraggio e apro le finestre. La luce del sole illumina gli angoli più bui della stanza. 

"Ines" la chiamo. E' sdraiata sul letto e fissa un punto indefinito dell'armadio. Decido di sedermi accanto a lei. 

"Come stai?" le chiedo. Non mi risponde. Ne approfitto per osservare meglio la stanza. Sul muro sono appese foto di lei con la sua squadra. Una foto in particolare ritrae lei con un ragazzo. Sono appoggiati su un muro e stanno sorridendo all'obbiettivo. Mi giro a guardarla. Com'è possibile che si sia ridotta così?

"Parlami, per favore" la supplico. Niente, sembra una statua. Ha lo sguardo perso nel vuoto. 

"La vita è una bastarda, ti sorprende quando meno te lo aspetti. Ma ciò non vuol dire che non puoi rincominciare a vivere come tre giorni fa" le dico. "Devi farti coraggio, tirare il leone che è in te, graffiare la vita con le tue stesse mani e ridere. Ridere alle disgrazie, ridere alla sfortuna."

Sbatte le palpebre e si soffia il naso con un fazzoletto. Almeno si è mossa. 

"Vattene" sussurra. Mi sorprendo.

"Oh, allora sai ancora parlare!" ironizzo. Si gira dall'altra parte dandomi la schiena. Decido di compiere il secondo passo della giornata: mi sdraio accanto a lei. Ines sussulta quando sente il calore del mio corpo accanto al suo. 

"Ieri sono andato in piscina, ho nuotato un pochino e mi sono liberato" Lei non parla ma ascolta, eccome se ascolta! Inizio a raccontarle ciò che ho fatto ieri. Anche le cose più stupide: cosa ho comprato al supermercato, cosa ho mangiato oppure chi ho incontrato in piscina. Lei non risponde ma mi va bene lo stesso. Ha bisogno di avere accanto qualcuno che le parli. 

"Ora devo andare, ma domani tornerò" dico alzandomi. "Cerca di mangiare qualcosa, sei dimagrita tantissimo". Esco dalla stanza con un sospiro di sollievo.

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ciao care, allora vi è piaciuto questo capitolo? Prima di scrivere tutti quei termini medici che avete letto (depressione reattiva, trauma oppure l'EMDR) mi sono informata bene. Mi è stato anche facile scrivere questo capitolo perché sono cose che hanno "travolto" una persona in particolare che è molto importante per me. Vi ringrazio per tutto, Alessia.

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