capitolo 48

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INES

Il giorno del verdetto arriva in fretta infatti, puntale alle nove, mi ritrovo insieme alle mie amiche, a Chris e a Lara davanti alla centrale.

Tiffany mi prende la mano.

"Forza, entriamo"

Ad aspettarci all'interno ci sono quei due poliziotti che, il giorno dell'incidente, mi hanno fatto il test antidroga.

"Buongiorno signori, signorina Smith - si rivolge a me - bentornata. Da chi è accompagnata oggi?"

"Dalla mia famiglia. Le mie amiche e compagne di squadra: Anne, Cathy e Tiffany. Il mio istruttore nonché migliore amico: Chris e la mia nuova amica/psicologa: Lara"

"Si è fatta parecchi amici, vedo. - ci rivolge un sorriso - Bene, andiamo; il giudice ci sta aspettando."

Entriamo in una sala molto grande con molti posti a sedere. Al centro della stanza c'è una scrivania, intuisco che si tratta del posto del giudice.

Ci accomodiamo e aspettiamo. L'attesa mi sta uccidendo. L'ansia cresce e potrei dire di esplodere quando vedo tutta la famiglia Rossi entrare.

Mi rivolgono sguardi di sfida tranne una ragazza. Si, una ragazza dai capelli rossi e occhi neri mi lancia uno sguardo di comprensione.

Un martello batte. "Silenzio in aula"

Il giudice si siede sulla sua postazione e inizia a sfogliare una pila di fogli.
Sento la mano di Chris che cerca la mia. Le nostre dita rimangono intrecciate durante tutto il processo.

"Buongiorno a tutti, le rispettive parti si possono alzare in piedi, cortesemente?"

Io ed Harry ci alziamo. Dall'altra parte, il marito della signora Rossi e il suo avvocato si mettono in piedi lanciandoci un'occhiataccia.

"Allora, prima di iniziare, qualcuno vuole dire qualcosa?"

"Si, io. - alza la mano il marito della signora Rossi - Ci fidiamo di lei giudice"

Roteo gli occhi, che leccacu... Basta, mi devo concentrare!

Il giudice annuisce con la testa.
"Perfetto. Siamo qui riuniti oggi per mettere fine a questa situazione. Il giorno 28 marzo c'è stato l'incidente nel quale due persone sono rimaste coinvolte. La signorina Smith - mi indica con una mano - e la signora Mara Rossi. Purtroppo quest'ultima è deceduta durante l'impatto."

La ragazza dai capelli rossi mi guarda con le lacrime agli occhi.

"Ho ricevuto molte informazioni dalla polizia. Mi hanno detto che non si sa ancora di chi sia la colpa. Fortunatamente Domenico D'Andrea - un signore sulla sessantina ci saluta dal fondo della sala - ha un panificio nei pressi del luogo dell'incidente. Domenico è stato molto cortese di fatto ci ha inviato i filmati delle sue videocamere." un colpo di tosse interrompe il suo discorso. "Scusate, l'allergia. Devo essere sincero: nessuno di noi a guardato i filmati. Per mancanza di tempo ma ora rimediamo."

"Aspetti - si alza di scatto il marito della signora Rossi - sono Teo e vorrei dire prima qualcosa."

"Prego, parli pure"

"Quello che ha fatto questa ragazza è da punire." sbotta. "Ha commesso un reato, un omicidio. Dovrebbe scontare la sua pena. Perché non mandarla subito dietro le sbarre?"

"Perché la verità potrebbe essere un'altra. Le è mai passato per l'anticamera del cervello che la colpa potrebbe essere di sua moglie, eh?" domanda Harry alzandosi.

"Mia moglie non ucciderebbe neanche una mosca"

"Se vogliamo metterla su questo piano anche Ines non ucciderebbe nessuno. L'incidente è stato del tutto involontario. Si facci un esame di coscienza: sua moglie, per la fretta, potrebbe essersi schiantata contro la macchina della mia assistita."

"A quanto pare, dichiaro aperto il dibattito" si intromette il giudice.

"Oh, mia moglie rispettava eccome le regole della strada" ribatte Teo.

Harry gli rifila un'occhiataccia. "Questo, se mi permette, lo vedremo grazie ai filmati."

"Avvocato Harry, ti chiamo per nome, lei ha chiesto di patteggiare la pena. Giusto?" chiede il giudice.

"Si, perché non mi sembra adeguata una punizione simile per una ragazza di venticinque anni che ha tutta una vita d'avanti. Per una colpa non sua, d'altronde"

"Lei è proprio convinto della sua innocenza" ringhia l'avvocato di Teo.

"Si, ci conosciamo dai tempi del liceo. So che è una persona buona e non torcerebbe un capello a nessuno"

"Va bene, avete espresso i vostri pensieri - batte il martello - proseguiamo col vedere i filmati"

Ognuno prende posto e Chris, con le dita ancora intrecciate alle mie, mi dice:

"Forza amore, la luce del tunnel non è poi così lontana"

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