Capitolo 22

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INES 

"E' stata un'esperienza bellissima ma ora sono stanchissima!" sospiro sdraiandomi tra le rocce. Chris si sdraia accanto a me. 

"E' tardi, le mie amiche penseranno che sia stata rapita da un serial killer"

"Le tue amiche sanno che stai con me, non devono preoccuparsi"

"A volte penso alla mia vita; a tutto quello che ho fatto, al presente e a quello che farò - sbotto - e penso: potrò mai ritornare felice come un tempo?" Ho sicuramente la febbre, non ci posso credere. Mi sto aprendo a Chris, il mio istruttore di nuoto!

"Devi solo cercarla la felicità, Ines. E' nascosta ma se tu inizi a cercarla anche lei cercherà te"

"Quando ripenso a Dave, mi vengono le lacrime. Andava tutto così bene e poi... e poi boom: i pezzi del puzzle che avevamo costruito si sono rotti"

"La vita è una vera bastarda, ma devi reagire e devi essere più stronza di lei. Devi ritrovare quei pezzettini di puzzle e costruirti un nuovo puzzle. Questa volta più resistente" mi dice prendendomi la mano. Alcune lacrime scorrono sulle mie guance. 

"E' un dolore Chris, un dolore che non riesco a scrollarmi di dosso" 

"Il dolore c'è l'hai solo qui dentro- mi indica la testa - cerca di scacciarlo dalla tua mente. Solo così troverai la felicità" 

"Ho provato, ho provato tantissime volte. Ma ogni oggetto, ogni persona, ogni canzone mi ricorda lui."

"E' difficile...- sospira - anche io, due anni fa, perso mio fratello. E non ti dico cosa ho provato. Ma se piangere ti aiuta allora... piangi pure. Se per te piangere è sinonimo di sollievo allora piangi. Chi afferma che i grandi non piangono sta dicendo un'enorme stronzata. I neonati piangono per attirare l'attenzione dei genitori e gli adulti...beh loro piangono perché è nel pianto che trovano il loro rifugio. Arriverà un giorno in cui le lacrime non usciranno più e capirai, finalmente, di esserti sfogata ed essere guarita qui dentro" mi indica il cuore. 

"Mi dispiace tantissimo, non credevo che anche tu avessi subito una perdita."

"Spesso le persone che soffrono di più, sono quelle che si costruiscono una corazza e che difficilmente ti danno la chiave per entrarci" afferma. 

"Io sono una di quella?" 

"Tu che ne dici? Ti sto dando consigli che nemmeno Gandhi saprebbe darti" dice sorridendo. 

"Credo che Gandhi approverebbe" rido anche io. 

"Mhh forse, approverebbe anche questo" non ho il tempo di chiedere cosa. Il suo corpo si ritrova sopra il mio e con i gomiti cerca di farsi leva per non schiacciarmi del tutto. 

"Chris...fermati, prima che sia troppo tardi" mormoro.

"Ma io non voglio fermarmi, io voglio fare questo" Posa le labbra sulle mie, si sfiorano ma non va avanti. Perché cazzo non continua?

"Devi dirmelo Ines, cosa vuoi?" Distolgo lo sguardo imbarazzata. Non gli chiederò di certo di baciarmi, non è da me! 

"Vuoi questo?" mi chiede facendo sfiorare di nuovo le nostre labbra. "Oppure questo?" domanda spostandosi sull'asciugamano accanto al mio. 

"No! Baciami, ti prego!" lo supplico. Lui scuote la testa ridendo e si rimette sopra di me. 

"Allora ti accontento" sussurra sulle mie labbra. Incomincia a baciarmi con dolcezza. Chris sa di libertà, di mare e di menta. Le nostre lingue si incontrano e iniziano una danza; avvolgendosi. Mi succhia il labbro inferiore. Gli metto le braccia intorno al collo e gli accarezzo i capelli. Con le gambe gli avvolgo la vita e lo attiro verso di me: ho bisogno di sentirlo più vicino. Emettiamo entrambi un sospiro quando i nostri corpi si toccano. Non abbiamo niente addosso; solo la biancheria intima.

"Cosa sei, Ines? Mi fai impazzire." sussurra nell'incavo del mio collo. Mi mordicchia, succhia la mia pelle. 

"Dobbiamo fermarci..." mormoro. 

"Lo vuoi veramente?" mi chiede. Scuoto la testa, non potrei mai averne abbastanza di Chris. 

Inizia a baciarmi di nuovo, prima con lentezza  e poi con più passione. 

"Chi cazzo siete voi?" ci urla una voce alle nostre spalle. Ci giriamo all'unisono. 

"Ho chiesto cosa cazzo ci fate qui?" 

"Chi è lei?" domanda Chris alzandosi. 

"Sono il proprietario di questa spiaggia e ora devo chiudere"

"Ci scusi - mi affretto a rispondere - togliamo subito il disturbo"

"Sarà meglio per voi" ci rimprovera. Iniziamo a correre ridendo, non sentivo questa adrenalina da tempo e...mi è mancata.

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Scrivere questo capitolo mi è uscito abbastanza spontaneo. Molti dicono che le persone che provano un dolore troppo forte riescono (dopo un po) ad aprirsi. E oggi ne ho la prova. Come Ines anche io ho vissuto un dolore che tutt'oggi ho addosso. Spero che questa storia vi piaccia, un abbraccio, Alessia.

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