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Qualche giorno prima, il 2 di giugno

A casa sua, Seiji non ha molto da fare. Oggi non può suonare il suo amato basso nero e bianco perché la sua cassa altoparlante si è guastata l'altro giorno e non ha voglia di andare a comprarne una nuova adesso, anche perché sta seguendo la lezione online del professore universitario, e se già prendere normalmente appunti è difficile, se dovesse uscire e recuperarsi tutto dopo sarebbe anche peggio. Da quando ha scelto di frequentare l'università sempre il tempo contato al millesimo di secondo, che neanche il più preciso di tutti i contagocce del mondo lo sarebbe così tanto. L'ingegneria è una vera e propria sfida. Tra poco dovrebbe terminare la video lezione, così può teoricamente uscire e andare a comprare la nuova cassa. Finita. Termina anche la registrazione che il ragazzo ha avviato prima che iniziasse la lezione. Spegne il portatile, si veste e, quasi per farlo apposta, suona il campanello della porta. Seiji si mette a posto i capelli e va ad aprire. Si ritrova davanti la figura di suo padre, in camice bianco. Probabilmente aveva qualche meeting e, visto che si trovava a Sendai, ha pensato di venire a trovare suo figlio per vedere come se la cava. Seiji e Kaito sono stati separati per tanto tempo, un po come Yuu e Fubuki.

-Ciao, come mai sei qui?

-Per lavoro, e volevo venire a vedere come stessi.

Che vi ho detto? Un classico.

-Vuoi qualcosa da bere; un caffè? Vuoi un po d'acqua?

-Se non ti scoccia mi va bene un caffè, Seiji, grazie.

Il biondino si avvicina al bancone della cucina e riempie la caffettiera con acqua e il filtro con il caffè in polvere, per poi chiudere il tutto e accendere il fuoco del fornello. Tira fuori dalla credenza due tazzine e poi prende una sedia e si siede davanti al padre, il quale ha già provveduto a sedersi.

-Cinque minuti ed è pronto

-Grazie, come va con gli studi?

-Avevo lezione fino a una ventina di minuti fa e stavo giusto per andare a comprare una nuova la cassa per suonare perché l'altra si è guastata.

-Studia, mi raccomando.

-Lo sto facendo, non ti preoccupare.

-Sono sicuro che diventerai un grandioso ingegnere, Seiji.

Gli dice sorridendo.
Dai, forse Kaito alla fine non è così stronzo come si pensa, magari sotto sotto ha un cuore anche lui.

Lo psichiatra si guarda intorno e nota sul divano una felpa rossa che gli è abbastanza familiare. Si alza dalla sedia e va a prenderla, poi controlla la taglia. È troppo piccola per stare indosso a Seiji.

-Nishinoya viene da te ogni tanto?

-Chi è Nishinoya?

-Yuu, il figlio di Urara. Fa Nishinoya di cognome, non lo sapevi?

-Ah, Yuu. Sì ogni tanto lo vedo e gli do qualche lezione di basso e chitarra acustica, mentre lui in cambio mi insegna a suonare la sua batteria. Perché lo chiami Nishinoya? Mi ha detto che non gli fa impazzire che tutti lo chiamino per cognome. Ce ne sono pochi che lo chiamano per nome.

-Io lo chiamo per cognome perché non ci sono mai andato d'accordo fin da quando era piccolo.

No, forse è stronzo e basta.

-Perché?

-Io dicevo a Urara che il bambino doveva darlo all'ex compagno, ma no, lo ha voluto tenere lei. Urara non ha mai voluto capire che quel bambino era la rappresentazione del dolore che ha provato per Fubuki. Yuu l'ha fatta soffrire e le ha fatto spendere un patrimonio in spese mediche.

-Quanto sei iperbolico, pa. Ho capito che il diabete non è uno scherzo, ma prova a pensare a Yuu che ci convive con quel problema.

-Non sono iperbolico, Seiji, non conosci realmente quel ragazzo quanto lo conosco io.

-È un ragazzo riservato per certi aspetti. È allegro, simpatico, spiritoso, però per certi versi bisogna prenderlo in una certa maniera. Forse tu non hai capito come fare e lui sì è chiuso a riccio.

-Fidati, figlio mio, hai a che fare con un drogato.

-Yuu? Drogato? Questa è bella, papà, davvero.

Kaito apre la valigetta che porta sempre con se e butta sul tavolo la scatoletta gialla del farmaco contenente metilfenidato.

-Ritalin. Non vedo come possa essere drogato uno che assume uno stimolante. Avrà problemi a concentrarsi, avrà qualcosa, non lo so papà, ma non mi ha mai dato l'idea di un ragazzino che tende a fare cose del genere, quindi piantala con questa sceneggiata e lascialo in santa pace.

-Va bene, allora se non vuoi darmi retta con le buone, mi darai retta con le cattive. Una volta l'ho sentito parlare al telefono con un amico e parlavano di te, Seiji. Ho sentito dirgli che sei un deficiente senza speranze, un fallito.

-Non dire cazzate, Yuu mi ha sempre portato rispetto e non mi sputtanerebbe mai alle spalle come un lurido verme strisciante.

-Ti ha insultato in tutti i modi possibili e continui a sostenere che sia una persona a posto? Ho la registrazione se vuoi e la puoi ascoltare, anzi te la faccio sentire ora.

Seiji non ci crede davvero. Conosce Yuu e sa che le cose le dice in faccia e non alle spalle. Nonostante questa sua posizione, cede alla curiosità di ascoltare la registrazione nel cellulare del padre. Kaito schiaccia il tasto play e si sente l'inconfondibile voce di Yuu, un po più sorda del solito. È vero, sta parlando proprio Yuu e sembra che er la stia prendendo proprio con Seiji in quella registrazione. Seiji è senza parole. Non credeva che un ragazzo sveglio e onesto come Yuu potesse essere in realtà così viscido e crudele con una persona. La rabbia che il ragazzo prova in questo momento non è descrivibile a parole, ma, se dovessi usare un qualche modo per descrivervela, vi direi che la sua rabbia mi ricorda il rosso del fuoco, il rosso delle esplosioni e dell'ira.

-Ti ho convinto?

-Nishinoya avrà una brutta sorpresa quando rientrerà a Tomiya questo fine settimana.

Falso. Se anche avete creduto per un attimo a tutto ciò allora siete sulla cattiva strada. Kaito è proprio come Kurosaki: un manipolatore.
Ora che ha anche Seiji dalla sua parte, fino a dove avrà intenzione di spingersi?

Penso di star beneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora