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Una volta a Yuu è capitato di pensare una cosa. Nell'Universo esistono milioni di galassie, tutte diverse tra loro. La Via Lattea è una di quelle tante piccole galassie sparse nell'immensità cosmica. Dire piccole sembra quasi un insulto, dato che la sua galassia e piena zeppa di sistemi solari. Tra questi c'è anche il suo. In un certo senso si può guardare tutto questo spettacolo, basta uscire in giardino la notte.
Il cielo è sempre costellato da piccoli puntini bianchi. Che siano pianeti o stelle è irrilevante per Yuu, a lui importa soltanto di poter guardare quel capolavoro in santa pace prima di doversi mettere a letto. Non riesce a vedere tantissime stelle come a Tomiya perché Sendai è una citta più grande e quindi ci sono più fonti di luce che impediscono all'occhio di vedere i corpi iridescenti. Non lo ha mai detto a nessuno, solo a Totoro durante qualche soliloquio tra lui e il gatto, però Yuu ama il cielo stellato. Il suo odio per la neve è inversamente proporzionale al suo amore per la volta celeste notturna. Uno dei suoi sogni nel cassetto sarebbe quello di vedere l'Aurora Boreale in Lapponia, circondato dalle renne e con una tazza di cioccolata calda in mano da sorseggiare. È troppo piccolo per poter viaggiare da solo per il mondo, ma è uno dei suoi obiettivi. Per ora si limita a osservare il cielo stellato di Sendai e a cercare dove si sia cacciata la Stella Polare. Totoro gli tiene compagnia molto volentieri, anche perché quando Yuu si incanta è più semplice farsi fare le coccole e i grattini.

-Lì su, vedi il Drago? Leggermente più in basso. Lì si trova la Stella Polare, nella costellazione dell'Orsa Maggiore.

Una voce alle sue spalle lo risveglia dalla sua trance.

-Papà?

Dice il ragazzo. Fubuki si avvicina a lui e gli poggia un plaid colorato sulle spalle del figlio e poi si siede accanto a lui sulla pedana in legno che collega il giardino al salotto.

-Fa freddo ancora, è meglio che ti copra o passerai la giornata di domani a letto.

Gli dice.

-Stavo per ritornare dentro

-Non sapevo ti piacessero le costellazioni e le stelle. Devo avere un volume nella libreria che parla di queste cose, se vuoi te lo passo.

-Mi piace solo guardare il cielo. Lo trovo rilassante.

Suo padre gli mette un braccio attorno alla spalla e Yuu poggia la testa nell'incavo dela spalla del padre.

-Papà

-Dimmi

-Tu hai mai avuto talmente tanta paura di una cosa da non volerla più fare, vedere o sentire nominare?

-Io ho paura, Yuu. Avere paura è una cosa normalissima. Ho paura da genitore, e di tante altre cose. Ho avuto paura anche che non mi accettassi perché ti avevo abbandonato con tua madre. Sono stato un egoista e ho pensato soltanto a sparire dalla circolazione, dimenticando di avere un figlio piccolo. Quando mi sono reso conto del mio errore era tardi e da quel momento ho avuto paura di poterti incontrare per strada. Ti ho visto una volta quando avevi sì e no quasi sette anni. Stavi dormendo sul divano di casa avvolto da una copertina. Ero lì perché dovevo sistemare una cosa di lavoro con tua madre. Mi ricordo che ti ha preso in braccio e ti ha portato di sopra, nella tua stanza, presumo. Penso che sia quel giorno che tua sorella sia stata concepita. Avevo paura di tutti questo, avevo paura del casino che ho combinato. Sono scappato dalle mie responsabilità, ma non sono uno che fa gli stessi errori due volte.

-Io ti ho odiato per anni. Non volevo vedere nessuna foto di te da solo o con me. Il fstto che avessi ferito la mamma mi rendeva furibondo. Mi sentivo in dovere ti proteggerla, di fare qualcosa. È quando ho saputo la verità che ho smesso di odiarti e ho iniziato a pensare che avessi fatto bene ad andartene. Sei forte, papà. Mi hai reso felice in un sacco di modi e penso che tu ti stia riscattando da tutti i tuoi 'errori'. Rarisa è il regalo più bello che tu e la mamma mi avete dato. Sei forte, papà, ti stimo e ti voglio bene.

Fubuki è commosso. Una lacrima abbandona il suo occhio sinistro e percorre zigomo e gota fino ad arrivare al limite del viso. Ha lasciato suo figlio bambino e lo ha ritrovato uomo.

-Sono fiero di essere tuo padre.

-Papà

-Dimmi

-Anche io ho paura, ho paura che Asahi si possa dimenticare di me a Tokyo quando sarà lì per studiare. Io non posso vietargli di andare, ma ho paura di perdere ogni tipo di rapporto con lui. Lo amo, papà.

-Ti ama anche lui. Ogni volta che ti cede ha una luce negli occhi e lo stesso succede a te. Non ti dimenticherà mai perché una persona innamorata non si dimentica mai della persona di cui è innamorata. Asahi è così. È innamorato di te e tu sei innamorato di lui. Ogni ostacolo non vi dividerà mai perché vi renderà più forti e più uniti. Non avere paura, devi avere fiducia. Sai che non ti abbandonerebbe mai e poi mai.

-Ti ringrazio, papà.

Il giorno dopo ha inizio la penultima settimana di scuola. Ancora qualche giorno e poi libertà per tre settimane, ma anche addio Asahi. Come faranno a vedersi? Tornerà a Sendai ogni tanto o dovranno vedersi soltanto per le feste? Non può immaginare di non poterlo vedere. Non può vivere senza vederlo. Come faranno? E le scappatelle? Sono la cosa meno importante ora, però a Yuu piace sentire le mani di Asahi su di sé. Saranno anche callose e rovinate, ma sono le mani di Asahi e solo loro sanno dove andare e come toccare Yuu. Il fiato sul collo e i suoi sussurri. Poi i suoi succhiotti, dannazione a lui. È un maestro di quest'arte. Li fa nel momento giusto e nel luogo giusto senza che siano unbprobkema per Yuu e che siano causa di domande scomode.
Gli mancherà Asahi, ma non può continuare a tenersi tutto dentro. C'è solo unnposto dove può andare per potersi liberare.

Penso di star beneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora