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-Helena; ma che cosa?

Yuu ancora non capisce se tutto quello che vede è un sogno o la realtà. Davanti a lui si trova Helena, la mamma di Roxy, la sua ex ragazza. Che cosa gli accadrà?

-Ti vengo a prendere per le 20, va bene?

-Eh?

-Helena si è offerta di allenarti in questo mese in cui non potrai giocare e non mi sembra simpatico rinunciare alla possibilità di potersi allenare con qualcuno di bravo. Beh allora ci vediamo più tardi.

Dice Fubuki allontanandosi e lasciando da soli i due.

-Vieni: ho preso un campo per allenarci. Vedo che hai tutta l'attrezzatura.

-Sì...

-Da quando sei finito in ospedale, Roxy è tornata a parlare di te. Scusala se non è venuta subito a trovarti quando eri ricoverato: ho provato a convincerla varie volte ma non voleva. Solo gli ultimi giorni prima che venissi dimesso te l'ho mandata.

-Non la biasimo. Comunque me ne ha parlato Kinoshita di quello che Roxy pensava e pensa tutt'ora.

-Prendetevi del tempo per ciascuno e schiaritevi le idee. So che sei uscito da una brusca lite con Asahi, causa della sospensione.

-Già... se solo fossi restato in classe a farmi gli affari miei probabilmente ora starei già studiando i nuovi argomenti.

-Non farti condizionare dal pensiero di tuo padre sulla situazione.

-Sì!

Esclama il ragazzo nel mentre che la donna afferra un pallone dalla cesta. Il sole pomeridiano non picchia, ma dà comunque fastidio ed è caldo.

-Giù le ginocchiere, Yuu, non sono ammesse in questo esercizio. Dovrai cercare di recuperare il pallone senza doverti lanciare e tuffarti. Se lo fai la tua punizione sarà una sbucciatura sul ginocchio o su qualche altra parte della gamba. Sta tutto nella tua capacità do osservazione e nella velocità delle tue gambe. Allontanati da me per almeno tre metri.

Helena si pone davanti a lui con due palloni.
Yuu cerca di concentrarsi al massimo che può. Quando ha toccato il pallone l'ultima volta? A Matsushima con i ragazzi un paio di settimane fa durante quella partitella a beach? Molto probabilmente sì. Si concentra sulle mani della donna. In base a come si muovono può capire quale lancerà il pallone e quale no. Eccolo. La mano destra si è mossa, quindi sarà la sinistra quella che resterà con il pallone. No. Cambio di programma. Sta provando a ingannarlo. Con uno scatto repentino riesce a salvare il pallone, lanciato dalla mano sinistra, e a farlo ritornare in mano alla donna. L'esercizio si ripete più volte. Ogni tanto gli capita di cadere e di farsi qualche piccolo taglio fino a quando Helena comunica al libero che avrebbero iniziato in nuovo esercizio: panciate e rullate.

-Davvero? Mi dica che almeno qui posso utilizzare le ginocchiere perché mi stanno iniziando a bruciare i tagli nelle gambe.

-No, e sai perché? Hai il brutto vizio di di tuffarti per fare qualsiasi recupero e questo è il tuo punto debole, perché se passi subito al tuffo vuol dire che hai due gambe di legno. Fammene una decina e una decina e poi ci focalizziamo meglio sul recupero di una palla bloccata a muro. Il muro di ferro del Dateko è il migliore della prefettura, quindi bisognerà non solo trovare un modo per distruggerlo e fare punto, ma anche per recuperare i palloni più difficili. Giù le ginocchiere e inizia con le rullate. Roxy mi ha detto che hai una tecnica tutta tua. Ah, un ultima cosa: dammi del tu. Avrò anche due figli grandi che ormai hanno vent'anni, ma non mi sento così vecchia da dovermi dare del lei. Altre domande?

-Ma mi lancerai il pallone per le rullate?

Helena lo guarda: ha le ginocchia graffiate a causa dell'asfalto e qualche piccolo taglio lo si può notare anche sugli stinchi; lo sguardo della donna poi si posa sul suo braccio sinistro dove nota due lunghe cicatrici che si fermano a metà dell'avambraccio. Se le crosticine delle due cicatrici dovessero saltare non vuole sapere che cosa succederebbe.

-Domani ti porto un paio di manicotti.

-Eh?

-Per il tuo braccio sinistro: gli serve assolutamente qualcosa che lo protegga da urti e sfaldamenti.

-Ho tolto le bende perché erano strettissime e non mi arrivava il sangue alla mano e mi dava fastidio.

Helena prende dalla sua borsa un rotolo di garza e un po di nastro. Prende delicatamente il braccio del ragazzo e inizia a fasciarglielo senza premere troppo sulle ferite. Ogni tanto Yuu si lamenta per la pressione esercitata dalla donna sul punto dove duole di più, ma alla fine riescono a fasciare per bene il braccio e a fermare il tutto con un po di nastro.

-Non avere fretta di toglierti la fasciatura e quando fai la doccia o il bagno proteggilo avvolgendolo per bene nella plastica. Cambiala ogni giorno e stai attento agli urti e a non pressare troppo sui tagli. Cerca inoltre di non fargli prendere sole perché altrimenti resterà il segno.

-D'accordo, grazie.

-Che effetto ti fa svegliarti e vederti quei segni sul braccio?

-Ora niente, ma i primi tempi mi facevano impressione e non capivo il perché io avessi fatto una cosa del genere.

-Torniamo a lavorare. Per oggi ti abbono panciate e rullate, ma non credere che domani sarai così fortunato da scampartela e da non recuperare le decine di oggi. Domani ne farai il doppio, ma oggi passiamo ai recuperi a muro.

I due ricominciano a lavorare sui recuperi a muro. Yuu qui è un po più in difficoltà del solito e fa fatica a stare dietro la palla e le strane traiettorie che prende a seconda di come colpisce la lastra di legno dall'altra parte della rete. Ha paura per il suo braccio e per i suoi tagli. Ha paura che le croste saltino che la garza si tinga di rosso da un momento all'altro e di dover finire di nuovo in ospedale, in quel reparto da lui tanto odiato dove non può fare niente al di fuori di stare nel letto e contemplare come il soffitto cambia colore e il percorso che compiono in farmaci liquidi dalla sacchetta della flebo alla farfallina nel suo avambraccio. Riesce a evitare di far toccare terra alla fasciatura, ma è sempre più lento e Helena non è stupida e se ne accorge abbastanza in fretta.

-Yuu, vuoi che ci fermiamo? Se sei preoccupato per la ferita possiamo anche fermarci qui per oggi. Ti riaccompagno a casa prima.

Dice lei rimettendo apposto il pannello di legno e il cesto dei palloni. Dopo una decina di minuti sono già in viaggio verso casa del ragazzo.

-Perché hai deciso di allenarmi?

-Perché un ragazzo con le tue potenzialità non merita di restare senza allenamento per un mese. Ho già contattato la squadra delle mamme per fare una piccola amichevole, va bene per te? Sono brave e ti aiuteremo con i recuperi e con tutto ciò che hai intenzione di migliorare.

Yuu guarda fuori dal finestrino e nota quanti ragazzi in divisa ci siano in giro a quest'ora. Saranno sì e no le 19 e alcuni stanno facendo ritorno a casa dalle attività pomeridiane. Quanto gli manca andare in palestra, quanto gli manca vedere i ragazzi e giocare con loro, quanto gli manca Overlay con le sue spiegazioni e i suoi discorsi infiniti.

-Non avrei mai pensato di dirlo, ma mi manca andare a scuola. 

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