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Nessuno vuole andare in cimitero a piangere le persone care che non ci sono più. A tutti mancano le persone che ci lasciano per recarsi in cerca di una vita migliore, ma è sempre doloroso varcare il cancello di questi luoghi e andare a portare dei fiori a una lapide di marmo o di qualsiasi altro materiale. I cimiteri sono posti tristi e visti di malo modo da molte persone e si pensa che portino iella, talvolta. Questa è una cosa che avevamo già affermato, ma c'è anche un altra cosa che bisogna dire. Dove potrebbero trovarsi i morti se non in un cimitero.

Yuu ha corso fino al cimitero di Tomiya e si è fiondato verso la tomba di Yuki.

-Perché!- dice urlando e piangendo -Perché te ne sei andata così presto?! Perché non sei potuta rimanere con me?!

Dice dando un pugno alla lapide. Si rende subito conto di quel che ha commesso e abbraccia la lastra di marmo scusandosi e singhiozzando come un bambino.

-Tutto quello di cui ho bisogno sei tu in questo momento e non sei qui. Me lo avebi promesso. Me lo racconta sempre nonno!

Quindici anni prima...

-È ora della pappa, Uli!

Yuu batte le macchinine sul tavolino seggiolone e ride. L'ora della pappa è la più divertente per lui, e poi se con lui c'è la nonna tutto è più bello.
Yuki prende il termos con il pranzo del nipotino e tira fuori il cucchiaino per imboccarlo.

-Sta arrivando l'aereoplanino e sta cercando il suo hangar

Dice muovendo il cucchiaino verso la bocca del piccolo Yuu. Il bambino apre la bocca e manda giù il riso. Stesso procedimento per la secinda volta, per la terza e per la quarta fino a quando si stanca e non apre più la bocca.

-No? E allora cosa vuoi mangiare?

Il bambino indica la tazzina con il succo all'arancia ma non dice una parola. La nonna scuote la testa e Yuu si imbroncia.

-Come si chiama questo?

Domanda Yuki al bambino. Yuu batte le macchinine di nuovo e continua a indicare la tazzina con il succo. Dopo aver capito che indicare non serve a niente, si mette a braccia conserte e con il muso lungo.

-No, signorino. Sai parlare, lo so benissimo, quindi o mi dici come si chiama o non te lo do.

-Uh-uco!

Dice Yuu. La S non riesce ancora a pronunciarla, ma le restatnti lettere della parola sì.

-Come si chiama? Non ho capito bene

-Uh-uh-ucco! Ucco, ucco! Oio ucco!

Yuki gli passa la tazzina con il succo e il bambino se la scola subito. Le ricorda il suo piccolo Fubuki. Yuu somiglia davvero tanto a suo padre.

-Oa, oa, acio!

-Come si dice, Uli?

-Acio, acio!

-Per-

-Aore!

Yuki prende Yuu da seggiolone e lo posa sulle sue ginocchia, poi gli da un bacio sulla guancia. Il piccolino strilla e se la ridacchia allegramente.

-Nonna per il suo piccolo Uli ci sarà sempre. Per qualsiasi cosa puoi venire da me. Ti voglio tanto bene, Yuu.

-A-ae io, oa!!

-Me lo avevi promesso. Te ne sei andata troppo presto! Io ho bisogno di te!

Le lacrime di Yuu cadono sulla foto sorridente di Yuki. Se era una bugia quella di Yuki, allora è stata la bugia più bella di tutte. Tra i singhiozzi Yuu si sfoga. Dice tutto quello che sente dentro di se. Ha trovato un modo diverso dal tagliarsi e dal dare colpi al pallone. Suo padre sarà in pensiero, e sua madre lo ucciderà se scopre dove si trova ora. Una cosa che però i due genitori non hanno preso in considerazione è quanto in realtà a Yuu manchi Yuki. La memoria inizia a funzionare intorno ai tre anni di età negli esseri umani, però a Yuu non importa. Lui vorrebbe solo avere nella sua mente i momenti passati con sua nonna. Tutto quello che ricorda èla sua voce e il suo viso sempre sorridente.

Penso di star beneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora